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AMMINISTRAZIONI

Il centrodestra lascia i Comuni nell'incertezza
Terzo mandato ai sindaci:
la legge è "scomparsa" da metà dicembre

Forza Italia non è interessata alla modifica


di Tino Bedin senatore dell'Ulivo

Questa settimana ho ricevuto una serie di richieste di informazioni sullo "stato" del disegno di legge relativo al "terzo mandato" dei sindaci.
Riassumo lo "stato" con una sola data: 16 dicembre 2003. Da allora il disegno di legge non è più stato all'ordine del giorno della Commissione affari costituzionali del Senato. Ricordo che è finito da tempo il lavoro del "comitato ristretto" incaricato di trovare le necessarie mediazioni; che il testo unificato presentato dal relatore prevede che la deroga per un terzo mandato si applichi solo ai comuni con meno di mille abitanti; che sono già stati presentati gli emendamenti (si tratta di un grosso malloppo) e dunque che se non si procede è solo per mancanza di volontà politica. Questa settimana in un solo giorno - tanto per fare un esempio - è stato approvato il decreto sulle missioni militari, dove pure c'erano oltre cento emendamenti e sul anche personalmente sono intervenuto ripetutamente per motivare il voto contrario.
Gli emendamenti presentati dai gruppi dell'Ulivo (sull'argomento non c'è per ora un relatore unico di minoranza) concordano comunque ad elevare la deroga ai comuni fino cinquemila abitanti, con la consapevolezza che la mediazione possibile potrebbe poi essere per i comuni fino a tremila abitanti.
Ma questa - riferiscono i colleghi ulivisti che seguono il provvedimento - è pura teoria, perché Forza Italia non è assolutamente convinta della opportunità della modifica e quindi frena sulla discussione in commissione. Ricordo che il relatore della legge è di Forza Italia.
In queste condizioni è ragionevole pensare che si faccia fatica ad arrivare ad una qualche modifica. Il testo deve passare il vaglio della commissione (attualmente impegnata anche sul sistema elettorale per le europee e prevedibilmente anche per qualche modifica al sistema elettorale generale) e poi dell'aula del Senato; deve quindi passare alla Camera. I tempi tecnici scadono entro marzo, quindi in pura teoria lo spazio c'è. Per ora non c'è la volontà politica.
Questa appunto nasce dal numero di richieste di aggiornamento che ho ricevute, numero che si giustifica con l'ormai urgente necessità di concludere i percorsi di individuazione dei candidati nei singoli comuni, sia dove l'Ulivo deve sostituire bravi sindaci uscenti sia dove la nostra coalizione deve passare dall'opposizione all'amministrazione (e confrontarsi con il sindaco uscente può fare la differenza).
Mi è venuto però il dubbio che a livello locale qualche esponente del centrodestra continui a dire che la modifica è ormai imminente e che il suo partito si sta battendo a... morte per ottenerla. La legge è ferma perché la maggioranza non decide, non per ostruzionismi dell'Ulivo.

5 febbraio 2004

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6 febbraio 2004
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Tino Bedin