
Entra in vigore la direttiva europea contro i cattivi pagatori
Un mese è il tempo giusto per i pagamenti in Europa
Oggi in Italia la media è di 87 giorni e dare il cattivo esempio è proprio la pubblica amministrazione  La direttiva sui ritardi di pagamento entra in vigore giovedì 8 agosto. Adottata nel 2000, questa direttiva si applica a tutte le operazioni commerciali, tra imprese private o tra imprese e autorità pubbliche. Essa non armonizza i termini di pagamento, ma istituisce un meccanismo per difetto quando questi termini non sono stati indicati nei contratti. Il testo prevede che, dopo un periodo di trenta giorni successivo al ricupero della fattura, possa essere richiesto il pagamento di interessi. Gli interessi sono superiori del 7% al tasso di rifinanziamento principale fissato dalla Banca centrale europea (attualmente, il 3,25%). Nei paesi che non appartengono all'area dell'euro, questo tasso d'interesse è stabilito in funzione dei tassi applicati dalle banche centrali nazionali. La direttiva permette inoltre al venditore di conservare la proprietà dei beni fino al pagamento completo della fattura, purché il contratto abbia previsto questa riserva di priorità prima della consegna del bene. Infine, il testo comunitario prevede una procedura di ricupero dei crediti non contestati entro i 90 giorni che seguono la presentazione di un ricorso da parte del creditore presso l'autorità competente.
Stando allo studio che aveva corredato la proposta di direttiva, i debiti esigibili ammontano ogni anno a circa 90 miliardi di euro, generando un ammanco di interessi pari a 10,8 miliardi di euro. I termini di pagamento sono maggiori a sud e minori nei paesi scandinavi, che impongono il pagamento automatico di interessi di ritardo dalla fine degli anni 70. I termini di pagamento sono così di 29 giorni in Finlandia, 32 giorni in Svezia e 34 giorni in Danimarca. Al contrario raggiungono persino i 94 giorni in Grecia, 91 in Portogallo, 87 in Italia e 74 in Spagna. La media comunitaria è di 53 giorni.
I settori dell'edilizia e dei supermercati sono tra i pagatori peggiori e le grandi imprese sono alla base di due volte più ritardi che le PMI, rileva la Commissione. A suo parere, il problema è che i cattivi pagatori ritardano spesso i loro pagamenti per ottenere anticipi di tesoreria a basso costo, a spese dei loro fornitori. Stando ad uno studio realizzato all'inizio dell'anno da Eurofactor e dall'Association française des Credit managers, il 58,5% delle imprese confrontate a ritardi ritiene che questi siano dovuti alle difficoltà finanziarie dei loro clienti, il 32% alla ricerca di tesoreria, il 14% alla negligenza e il 7% al passaggio all'euro.
Le imprese rimangono generalmente scettiche circa l'efficacia della direttiva, che non risolve i problemi di dipendenza dei subappaltatori nei confronti degli appaltanti, che possono continuare ad imporre termini di pagamento lunghi per contratto. Le amministrazioni nazionali sono tra i peggiori pagatori, con una media di 74 giorni di ritardo di pagamento nell'UE e con ritardi ancora maggiori in Italia e in Spagna.
La Direzione generale imprese della Commissione ha pubblicato sul suo sito una serie di documenti sulla direttiva: http: //www.europa.eu.int/comm/enterprise/regulation/late_payments/index.htm
8 agosto 2002 |