i-e287

Giorni dell'Europa

Giovedì 6 aprile 2000

1. BOSNIA - Il presidente Ciampi fra i soldati italiani.
Il Presidente della Repubblica Ciampi si recherà oggi in visita ufficiale a Sarajevo. Inizialmente prevista per il 23 dicembre 1999, la visita intende marcare l'attenzione con cui da parte italiana si continuano a seguire gli sviluppi della situazione in Bosnia.
A Sarajevo il Presidente Ciampi incontrerà oggi i nostri militari presenti sul terreno inquadrati nella SFOR, ed avrà un colloquio con la Presidenza collegiale, massima Autorità dello Stato bosniaco, composta dai rappresentanti delle tre etnie costitutive (serbo-bosniaci, croato-bosniaci e mussulmani), oltre che con il Consiglio Interreligioso bosniaco. Il colloquio consentirà, segnatamente, di fare il punto della situazione sull'attuazione del processo di Dayton - con particolare riguardo allo svolgimento delle elezioni amministrative, previste l'8 aprile p.v. -, e di verificare l'andamento delle relazioni bilaterali. Saranno inoltre materia di confronto le posizioni bosniache in merito alla riforma del Consiglio di Sicurezza ed all'Iniziativa Adriatica.

2. CROAZIA -. Visita ufficiale a Roma del ministro degli esteri.
Oggi il ministro degli Esteri Dini riceverà il Ministro degli Esteri croato Picula, in visita ufficiale in Italia. L’incontro si inserisce nel processo di approfondimento dei rapporti fra Roma e a Zagabria, favorito dalla svolta democratica croata, e contrassegnato da un’intensificazione delle visite al massimo livello. La visita del Ministro Picula si colloca in un momento di intensi rapporti di collaborazione economica e di dialogo politico fra Roma e Zagabria, che si rivelano particolarmente fruttuosi anche per quanto riguarda il trattamento della nostra minoranza autoctona, garantita dall’Accordo sulla protezione delle minoranze firmato il 5 novembre 1996.
Le recenti elezioni politiche hanno inoltre indicato una chiara volontà di rinnovamento e di democratizzazione da parte di Zagabria, che può essere riassunta nelle priorità indicate dal Governo Racan: integrazione nelle strutture europee ed atlantiche; il totale rispetto degli Accordi di Dayton; la separazione dei destini della Croazia da quelli della popolazione croata di Bosnia-Erzegovina; la piena accettazione del Tribunale Penale per i Crimini di guerra nell’ex Jugoslavia e la consegna dei criminali di guerra; la riconciliazione con la minoranza serba; il rientro e la ricostruzione in favore di quanti hanno lasciato il Paese durante e dopo la guerra; il rispetto dei diritti di tutte le minoranze e armonioso sviluppo della convivenza interetnica; il raggiungimento degli standard europei in materia di diritti dell’uomo; la totale liberalizzazione dei media; la ricucitura dei rapporti di buon vicinato con i Paesi nati dalla dissoluzione dell’ex Jugoslavia.

3. RUSSIA - Ufficiale il risultato della vittoria presidenziale di Putin.
Le elezioni presidenziali russe del 26 marzo. sono state oggi dichiarate ufficialmente valide, a dispetto di una serie di accuse di brogli che andranno comunque verificate, ma che per la Commissione Elettorale "non sono comunque tali da influire significativamente" sull’esito dello scrutinio. La Commissione ha reso pubblici il seguenti risultati definitivi, che in ogni caso non si discostano in maniera sensibile da quelli provvisori del 27 u.s.:
- Vladimir Putin 52,94%
- Ghennadi Ziuganov 29,21%
- Grigori Tavlinski 5,80%
- Aman Tuleev 2,95%
- Vladimir Zhirinovski 2,90%
- Konstantin Titov 1,95%
- Altri 4,25%
- Votanti 68,74%
Da considerazioni "a freddo" sui numeri delle elezioni appare evidente che Putin è riuscito - giocando la carta della difesa degli ideali nazionali e della promozione di una politica più attenta alle esigenze sociali - a prevalere sui candidati concorrenti in oltre il 90% dei seggi. Nelle Repubbliche etniche (Tatarstan, Bashkiria, Daghestan, Ingushetia e Ossetia del Nord) l’elettorato locale ha votato – come da tradizione – in base alle indicazioni del leader locale, il cui appoggio Putin era riuscito ad assicurarsi preventivamente. Significativo è inoltre il risultato delle Repubbliche caucasiche del Daghestan e dell’Ingushetia dove, nonostante il coinvolgimento nel conflitto ceceno, Putin ha ottenuto oltre l’80% dei consensi. Appare opportuno infine sottolineare come Putin sia riuscito a prevalere su Ziuganov anche nelle regioni che costituiscono la cosiddetta "cintura rossa", tradizionali roccaforti del Partito Comunista.

Giorni dell'Europa


6 aprile 2000
webmaster@euganeo.it
home page
il collegio senatoriale di
Tino Bedin