1. GERMANIA - A Berlino i ministri del G-8 discutono di Cecenia.
Si apre oggi a Berlino una riunione dei Ministri degli Esteri del G8 Berlino
per discutere, tra laltro, di conflitti regionali, con particolare riferimento alla
Cecenia. Il ministro degli Esteri russo, Ivanov, auspica un ''dialogo aperto'' con gli
altri membri del G-8 sulla crisi in Cecenia. ''Non ritengo di essere venuto a Berlino - ha
dichiarato Ivanov al termine di un incontro con il suo omologo tedesco, Fischer- per
risolvere il problema della Cecenia''. ''Ma e' interesse comune - ha aggiunto- che la
situazione si normalizzi''.
2. ITALIA - Apprezzata la posizione indonesiana su Timor Est. Il Ministro Dini ha incontrato ieri il Ministro degli Esteri dell'Indonesia,
Alwi Shihab, in visita in alcune capitali europee ed in Vaticano. Sulla questione di Timor
est, il ministro Dini ha manifestato l'apprezzamento italiano per la collaborazione
indonesiana ribadita dal Ministro Shihab - per l'attuazione delle decisioni del
Consiglio di Sicurezza dellONU e per la stabilizzazione e lo sviluppo timorese. In
tale contesto, da parte italiana e' stata altresì sottolineata la necessita' di un rapido
disarmo delle milizie, nella prospettiva di un pronto rientro di tanti rifugiati timoresi
che ancora si trovavano nei campi profughi di Timor ovest.
Circa la crisi di Aceh, da dove provengono nuove spinte separatiste, e' stato ribadito, in
sintonia con la posizione espressa dall'Unione Europea, il pieno sostegno dell'Italia
allintegrità territoriale dell'Indonesia, auspicando al contempo che la soluzione
della crisi passi attraverso il negoziato pacifico tra le parti.
Sul piano bilaterale, il ministro Dini ha rilevato l'intendimento - condiviso da parte
indonesiana - di superare la fase di stasi registratasi negli ultimi mesi e di rilanciare,
a seguito dei più recenti sviluppi politici in Indonesia, il dialogo in tutti i settori,
sul piano politico, economico-commerciale e degli investimenti, culturale.
3. ITALIA - Anche un italiano fra i quattro europei graziati in
Congo Brazzaville. Il Presidente congolese Denis Sassou Nguesso ha graziato i quattro europei, tra
i quali l'italiano Fabio Vanotti, condannati per complotto contro il presidente e per
minaccia della sicurezza interna del paese. Secondo uno degli avvocati, l'amnistia è
stata concessa in seguito alla richiesta di clemenza firmata dai quattro europei, che
hanno sempre negato le imputazioni. I quattro erano stati condannati per aver tentato di
destabilizzare il governo di Sassou per conto di Pascal Lissouba, allora presidente, che
vive oggi in esilio. La condanna di Vanotti era a due anni di carcere.
4. TURCHIA - Presto le riforme sulle incompatibilità con
l'Unione Europea. Il Primo Ministro Ecevit avrebbe confermato l'intenzione di porre
sollecitamente mano alle riforme necessarie al superamento dei punti dellordinamento
turco incompatibili con i parametri dell'Unione Europea. Ecevit avrebbe ribadito che la
Turchia sarà in grado di ottemperare all'insieme dei criteri di Copenaghen senza
eccessive difficoltà (per quanto concerne quelli ''economici'' il Primo Ministro ha
menzionato un arco temporale di due o tre anni).
In materia di minoranze, pur confermando la linea tradizionale secondo possono definirsi
tali solo quelle come indicate dal trattato di Losanna, Ecevit avrebbe tenuto a
sottolineare che questa sarebbe anche la posizione francese, aggiungendo che la
definizione di ''minoranza'' differisce, per giunta, da paese a paese.
Alla necessita' di non rallentare gli sforzi in atto ai fini di una più efficace tutela
dei diritti dell'uomo avrebbe fatto riferimento anche il Presidente Demirel, che avrebbe
richiamato l'esigenza di avviare quanto prima le modifiche costituzionali necessarie ad
aprire la strada alle riforme.
Sempre con riferimento alla tematica dei diritti umani, va poi menzionata la prossima
istituzione - sotto l'egida della Presidenza del Consiglio - di una direzione per i
diritti umani e di un ''advisory council'' sulla stessa materia. Il compito di tali nuovi
organismi sarà, da un lato, quello di assicurare coerenza alla messa in atto delle
decisioni adottate dal governo nell'ambito del già operante ''consiglio supremo di
coordinamento'' per i diritti umani; dall'altro, quello di favorire una più organica
collaborazione tra l'esecutivo e le ONG attive nel settore in esame