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L’EGITTO
NEL
MEDITERRANEO

capitale

abitanti

superficie

Il Cairo - 6.663.000 ab.
(stima 1991)

64.824.466
(stima luglio 1997)

1.001.450 km2

 

 

Cariche dello Stato
Presidente della Repubblica Hosni Mubarak (NDP)
Presidente dell'Assemblea del Popolo Ahmed Fathy Sorur
Presidente della Shura Moustafa Kamal Helmi
Primo Ministro Kamal Ahmed Al Ganzouri

 

Aspetti politico-istituzionali

Repubblica di tipo presidenziale, l'Egitto è definito dalla Costituzione uno Stato democratico socialista. Il sistema parlamentare è monocamerale.

L'attuale Costituzione è stata approvata con referendum l'11 settembre 1971.

Il Presidente della Repubblica è eletto dal corpo elettorale a suffragio universale e la sua candidatura è proposta dall'Assemblea Nazionale. Il mandato dura sei anni; in seguito alla riforma costituzionale del 1980 il mandato è rinnovabile senza limiti. Nell’ottobre 1993 il Presidente Mubarak è stato riconfermato per la terza volta, con il 96% dei voti.

L'Assemblea popolare, eletta a suffragio universale, diretto e obbligatorio, si compone di 454 membri di cui 10 di nomina presidenziale. Il mandato ha durata quinquennale. A norma della Costituzione la metà dei membri dovrebbe in teoria essere costituita da lavoratori o contadini, ma in pratica questa disposizione non viene osservata.

L’Assemblea popolare è l’organo legislativo; approva la legge di bilancio e la legge di pianificazione dello sviluppo economico e sociale. L’Assemblea può votare una mozione di sfiducia al Primo Ministro o a un Ministro; la mozione, presentata da almeno un decimo dei deputati, può essere messa ai voti solo dopo tre giorni dalla sua presentazione. In caso di sfiducia ad un Ministro, questo è tenuto a dimettersi. L'attuale compagine governativa, caratterizzata da una forte presenza di tecnici, è in carica dal gennaio 1996 ed è guidata da Al Ganzouri. Nel luglio 1997 vi è stato un rimpasto di governo che ne ha ulteriormente accentuato il carattere tecnico.

In seguito alle elezioni del 29 giugno e del 6 dicembre 1995, 317 dei 444 seggi elettivi dell'Assemblea del popolo sono andati al Partito nazionale democratico (NDP, al potere dal 1978), che può contare anche sul sostegno di gran parte dei 113 deputati indipendenti. Alle opposizioni, che denunciano soperchierie e brogli, vanno soltanto 14 seggi.

La Shura, organo con funzione solo consultiva, creato nel 1980, è composto da 176 seggi elettivi e da 88 seggi di nomina presidenziale.

In base alle elezioni i 444 seggi elettivi dell'Assemblea popolare sono così ripartiti:

PARTITI POLITICI  
Partito nazional democratico (NDP)

317

Indipendenti

113*

Nuovo Partito Wafd

6

Partito nazional progressista unionista (NUP)

5

Partito liberal socialista (LSP)

1

Partito socialista laburista (SLP)

1

Partito Nasser

1

Totale

444**

Le donne presenti nell'Assemblea popolare sono 9, pari ad una percentuale 2%.

Prossime elezioni:

Politiche Novembre 2000
Presidenziali Novembre 1999

 

Partecipazione ad organismi internazionali

 

Partecipazione ad organismi internazionali: L’Egitto è membro dell’ONU, dell’OUA e della Lega Araba. È inoltre partner dell'OSCE.

La sezione bilaterale di amicizia Italia - Egitto è presieduta dal Senatore Graziano Cioni (DSU) e composta dal Senatore Marcello Pera (FI) e dagli Onorevoli Michele Rallo (AN) e Giorgio Malentacchi (RC-PRO).

Popolazione e composizione etnico-religiosa

 

In base ai dati del luglio 1997, l'Egitto ha 64.824.466 abitanti. Il tasso di crescita è dell'1.89% l'anno (stima 1997). Circa il 60% della popolazione ha tra i 15 e i 64 anni; il 36% meno di 15 anni. La rapida crescita demografica costituisce per il paese una grave problema, tanto che il governo ha varato un programma per il controllo demografico. Ciò nonostante sono necessari continui investimenti in scuole, ospedali, strade, elettricità, infrastrutture idriche, sanità e altre infrastrutture di base.

Per quanto riguarda la composizione etnica, il 99% della popolazione appartiene al ceppo camitico orientale (egiziani, beduini e berberi); il restante 1% è composto da greci, nubiani, armeni, europei (soprattutto italiani e francesi).

La lingua ufficiale è l'arabo; l'inglese e il francese sono utilizzati dalle classi più elevate.

La religione ufficiale è l'islamismo: il 94% della popolazione è musulmano sunnita; il restante 6% è costituito da cristiani copti e altri.

Dati di carattere sociale

 

Per quanto riguarda l'alfabetizzazione il 51.4% della popolazione al di sopra dei 15 anni sa leggere e scrivere.

La forza lavoro in Egitto è stimata in circa 17.4 milioni di unità: il 40% occupato nel settore dell'agricoltura, il 38% nei servizi, il 22% nell'industria. Il tasso di disoccupazione, secondo stime del 1996, è del 9.4%.

Il mercato del lavoro è caratterizzato dalla presenza di un elevato numero di operai non specializzati che ha spinto le imprese, anche visti i salari bassi, a impiegare tecnologie a prevalente impiego di forza lavoro. Una importante fonte di entrata per il paese è costituita dalle rimesse dei circa 2 milioni di egiziani che lavorano all'estero.

Solo i lavoratori egiziani, impiegati a tempo pieno, hanno diritto a un sistema di protezione sociale in caso di malattia, maternità e di incidenti sul lavoro. Sono previsti la pensione di anzianità e sussidi di disoccupazione.

Esistono 23 sindacati, riuniti nella Federazione dei sindacati egiziani, l'unica legalmente riconosciuta. I sindacati sono controllati dal Governo e i funzionari della Federazione hanno stretti rapporti con il partito di governo, NDP.

Dati di carattere economico

 

L'economia egiziana è caratterizzata da una forte presenza del settore pubblico; tuttavia, a partire dal 1990, il governo ha avviato una serie di riforme strutturali, anche grazie al sostegno del Fondo monetario internazionale. Anche se al di sotto delle aspettative, queste riforme hanno consentito un miglioramento della prestazione macroeconomica e l'introduzione di un'economia di mercato meno centralizzata. Tuttavia il processo di riforma economica trova un grosso ostacolo nell'elevato tasso di crescita della popolazione per i suoi riflessi sulla crescita economica del paese.

L'Egitto ha un PIL pari a 74.1 miliardi di dollari (dati 1997), con una crescita annua del 5.3% nel 1997 e che nel 1998 dovrebbe assestarsi sul 5.1%. Il PIL pro capite è di 1.183 dollari (dati 1997). Il tasso di inflazione ai prezzi di consumo è stato del 4.6% nel 1997 e per il 1998 si stima che sia del 6.6%.

La composizione del PIL per settori risulta essere al 1995: agricoltura, 16%; industria, 34%; servizi, 50%.

Il debito estero nel 1996 era pari a 32.9 miliardi di dollari, pari al 48% del PIL.

L'Italia occupa il terzo posto tra i partner commerciali dell'Egitto, dopo USA e Germania. L'Italia esporta olii da gas e parti per autoveicoli; sono in diminuzione le vendite di materie plastiche. Gli investimenti italiani in Egitto fanno capo a imprese e gruppi di grandi dimensioni, quali IRI, Snamprogetti e Telecom; meno attiva è la presenza delle piccole e medie imprese.

L'Egitto è stato un attivo membro del GATT e nel giugno 1995 è entrato nel WTO. Benché sia un esportatore di petrolio, l'Egitto non è membro dell'OPEC.

Rapporti con l'Unione europea

 

Il primo accordo tra la Comunità Europea e l'Egitto firmato il 18 gennaio 1977 e tuttora in vigore, riguarda la cooperazione nei settori commerciale, tecnico-economico, e degli aiuti finanziari. A seguito della sua entrata in vigore i dazi sui beni industriali dell'Egitto sono stati aboliti a partire dal 1° luglio 1977.

Tra i paesi dell'area mediterranea, l'Egitto è stato il maggiore beneficiario dell'assistenza comunitaria, ricevendo il 31% totale dei fondi disponibili per l'intera regione. Inoltre l'Egitto ha beneficiato anche degli aiuti straordinari erogati in occasione della crisi del Golfo. L'assistenza comunitaria si è concentrata soprattutto nel settore dell'agricoltura, delle infrastrutture sociali ed ambientali e dei progetti di cooperazione in campo energetico, industriale, scientifico e sanitario.

La Conferenza di Barcellona ha creato le condizioni per negoziare un accordo di associazione tra l'UE e l'Egitto, in grado di recepire in modo più adeguato gli obiettivi alla base del partenariato euromediterraneo. Nel quadro di tale processo, i negoziati per un accordo euromediterraneo tra UE ed Egitto sono stati contraddistinti da una serie di difficoltà legate al problema dei diritti umani, all'eccessiva lentezza con cui il governo egiziano procede alla progressiva liberalizzazione dell'economia, e soprattutto a contrasti nel settore agricolo.

Il programma di assistenza dell’UE all’Egitto, nel quadro del partenariato euromediterraneo, si concentra principalmente su:

rafforzamento delle riforme economiche a favore di un’economia di mercato competitiva e liberale;

impegno per agevolare l’impianto del nuovo accordo di associazione e la partecipazione dell’Egitto all’area economica mediterranea;

sostegno alla bilancia socio-economica, in particolare attraverso l’assistenza all’Egitto per la valorizzazione delle sue risorse umane. L’assistenza si concentrerà soprattutto su istruzione, controllo demografico, e promozione di opportunità occupazionali.

Le autorità egiziane, in occasione della II Conferenza euromediterranea di Malta (15 e 16 aprile 1997) hanno rifiutato di siglare il progetto di accordo offerto dalla Commissione ritenendo nettamente insufficienti le offerte di concessioni comunitarie relative alle esportazioni egiziane di prodotti agricoli. Dopo un lungo silenzio, le due parti hanno ripreso contatto per valutare le possibilità di un compromesso e hanno constatato che le offerte egiziane sono sempre lontane dalle offerte dell’Unione.

Il Parlamento europeo, il 17 luglio 1997, ha adottato una risoluzione sulla mutilazione genitale delle donne in Egitto, nella quale, in considerazione del fatto che l’escissione costituisce una mutilazione sessuale contraria alla dignità umana, condanna sia la decisione del Consiglio di Stato egiziano di riconoscere come lecita tale pratica, sia la recente sentenza della Corte amministrativa del Cairo che ha annullato il decreto con cui il Governo vietava tale pratica nelle strutture sanitarie pubbliche. La risoluzione del Parlamento europeo sostiene invece la decisione del Governo egiziano e del suo Ministro della sanità di ricorrere contro tali sentenze.

Si segnala che, nel mese di dicembre 1997, la Corte suprema egiziana, con una sentenza inappellabile, ha risolto il contrasto stabilendo di vietare gli interventi di mutilazione sessuale femminile, poiché tale pratica "non è un diritto individuale previsto dalla legge coranica" e spetta dunque allo Stato legiferare in materia.

 


10/08/1998
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