1. JUGOSLAVIA Violenti bombardamenti in Voivodina.
Nuova notte di bombardamenti, in particolare nella regione kossovara e in
Vojvodina. Colpite infrastrutture. Nottata relativamente tranquilla invece a Belgrado, che
appare ormai quasi completamente al buio e con grosse difficoltà di approvvigionamento
idrico: comincerebbero a scarseggiare anche beni alimentari. Si accelerano i tempi per il
dispiegamento di truppe alla frontiera con il Kossovo: il Consiglio politico della NATO
approva i piani del Comitato militare per portare a 50.000 uomini l'entità della forza
d'intervento nella regione.
Sul fronte diplomatico continua l'opera di mediazione di Mosca. Oggi nuovo vertice a tre
nella capitale russa tra l'inviato del Presidente Eltsin per il Kossovo, Victor
Cernomyrdin, il Vice Segretario di Stato USA Strobe Talbott ed il Presidente finlandese e
mediatore UE Martti Ahtisaari: Cernomyrdin e lo stesso Ahtisaari potrebbero domani recarsi
a Belgrado.
Prosegue incessante la pulizia etnica nella regione: ieri nuovi arrivi di profughi in
Macedonia ed Albania.
I raid della NATO hanno questa notte colpito pesantemente soprattutto nel Kossovo e nella
regione settentrionale della Vojvodina, al confine con l'Ungheria. Colpite in particolare
infrastrutture dell'acquedotto vicino Djakovica e la sede della televisione serba a Novi
Sad. Relativamente risparmiata, invece, Belgrado che soffrirebbe però ormai pesantemente
degli effetti dei bombardamenti dei giorni scorsi: la capitale serba avrebbe gravissimi
problemi di rifornimento elettrico ed approvvigionamento idrico, mentre inizierebbero a
scarseggiare anche i prodotti alimentari. Si diffondono notizie, peraltro scarsamente
verificabili, di crescente dissenso verso la linea di Milosevic e di evidenti
manifestazioni di stanchezza tra la popolazione. L'Alleanza atlantica, comunque, non
sembra voler allentare la presa: per bocca del gen. Clark è stato sottolineato che
"entro l'inverno" le operazioni belliche dovrebbero cessare con la "piena
vittoria su Milosevic". Nel frattempo il Consiglio politico a Bruxelles avrebbe
approvato i piani del Comitato militare per un sollecito invio ai confini albanesi e
macedoni con il Kossovo di una forza militare di circa 50.000 uomini. Si parla di tempi di
mobilitazione ed operatività estremamente rapidi, non oltre le tre settimane.
Sul fronte diplomatico da segnalare la ripresa dell'azione mediatrice russa. Oggi a Mosca
sono in corsi nuovi colloqui a tre tra l'inviato del Presidente Eltsin per il Kossovo
Cernomyrdin, il Vice Segretario di Stato Usa Talbott ed il Presidente finlandese e
mediatore UE Ahtisaari. In vista vi sarebbe una nuova missione, probabilmente domani, di
Cernomyrdin a Belgrado accompagnato da Ahtisaari, anche se da parte statunitense si cerca
di smorzare i toni. Il nodo principale da sciogliere sarebbe quello relativo ad
un'eventuale presenza serba nel Kossovo una volta raggiunta l'intesa: gli Stati Uniti
sarebbero estremamente contrari. Resta comunque significativo che, dopo vari giorni di
colloqui la settimana scorsa, i tre abbiano deciso di riavviare consultazioni. Sempre oggi
il Ministro degli Esteri russo Ivanov incontrerà a Stoccolma il Segretario Generale delle
Nazioni Unite Kofi Annan.
Sarebbe di nuovo grave l'emergenza profughi. Gli arrivi degli ultimi giorni in Macedonia
supererebbero ormai le 20.000 unità, in quel che l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite
per i rifugiati definisce "probabilmente l'ultima e definitiva ondata di pulizia
etnica attuata dalla polizia e dai militari serbi". Pressanti e ripetute richieste di
aiuto da parte di Skopje.
2. RUSSIA Fatto il nuovo governo. Praticamente definito il nuovo governo russo: il riformista Aleksander Zhukov,
capo della commissione bilancio della Duma russa, non entrerà nell'esecutivo guidato da
Stepashin. Primo Vice Premier, accanto all'ex Ministro delle ferrovie Nikolai Aksyonenko,
e' stato nominato il Ministro delle Finanze Mikhail Zadornov.
Dopo le riconferme dei giorni scorsi dei titolari di alcuni dicasteri chiave - Esteri,
Difesa, Giustizia - restava in effetti da risolvere il nodo dell'economia, concluso con la
nomina di Zadornov alla carica di Primo Vice Premier con la supervisione delle questioni
economico-finanziarie. Al posto di quest'ultimo alle finanze dovrebbe andare Michail
Kasyanov, già viceministro dello stesso dicastero dal 1995 ed esperto negoziatore del
debito russo al Club di Parigi ed a quello di Londra. Restano da assegnare soltanto alcuni
ministeri minori, mentre è alto il numero di ministri confermati nella carica (14 su 24).
3. TURCHIA Verso il governo Ecevit. Il nuovo governo turco di Bulent Ecevit dovrebbe essere pronto venerdì,
secondo quanto ha annunciato l'ex primo ministro Mesut Yilmaz.
Il nuovo Governo dovrebbe essere formato dal Partito della Sinistra Democratica (Dsp,
nazionalista) di Ecevit, dal Partito del Movimento Nazionale (Mhp, estrema destra) di
Devlet Bahceli e dal Partito della Madrepatria (Anap, destra moderata) di Yilmaz.
Attualmente, dopo un vertice fra i tre leader dei partiti di Governo, sono in corso
negoziati per la distribuzione dei Ministeri e la redazione del protocollo di Governo.
''Contiamo di finalizzare la formazione del Governo entro venerdì'" avrebbe detto
Yilmaz aggiungendo che ''venerdì mattina, la lista dei Ministri sarà presentata al
Presidente Demirel. Se il Presidente l'approverà, ha aggiunto Yilmaz, il nuovo Governo
entrerà subito in carica e potrà partecipare alla riunione del Consiglio di Sicurezza
Nazionale che si riunirà lo stesso venerdì pomeriggio". Yilmaz ha indicato nei
giorni scorsi che non pensa di entrare a far parte del governo.
4. CONSIGLIO ECOFIN Deficit elastico. Un invito ad evitare slittamenti dall'obiettivo di un deficit del 2% del PIL
nel 1999, temperato da una tolleranza fino al 2,4% in ragione della debolezza del ciclo
economico, principale raccomandazione del Consiglio dei Ministri economici e finanziari
dei Quindici tenutosi ieri a Bruxelles.
I possibili riflessi sui conti pubblici della bassa crescita in taluni paesi europei
(Italia, ma anche Francia e Germania) sono stati al centro di un lungo dibattito in seno
all'Ecofin di ieri a Bruxelles, il primo dove ha partecipato il Ministro Amato nelle sue
nuove vesti di Ministro del Tesoro in sostituzione di Ciampi nominato alla suprema
magistratura dello stato.
Dopo una prima fase nella quale sembrava prevalere la linea dura della Commissione europea
(che insisteva per un chiaro richiamo al rispetto del disavanzo del 2% del PIL nel 1999
così come indicato nel programma di stabilità), le osservazioni del Ministro Amato sul
rallentato ritmo di crescita e sulle ragioni di credibilità hanno smorzato i toni. Nelle
conclusioni del Consiglio si legge quindi che la politica di bilancio dell'Italia nel
corso del corrente anno dovrebbe puntare a limitare ogni slittamento dell'obiettivo del 2%
deficit "che comunque in ogni caso resterà al di sotto del 2,4%". La
flessibilità su questo punto del programma di stabilità non attenua, però, un altro
obiettivo, che resta imprescindibile: quello di un deficit dell'1% del PIL nel 2001, da
centrare anche con "misure aggiuntive di entità più vasta di quelle oggi
ipotizzabili".
Nel documento finale del Consiglio sono indicate anche altre priorità per l'Italia:
obiettivo di un surplus primario del 5,5% del PIL da raggiungere con la finanziaria del
2000, così come indicato nel programma di stabilità per assicurare un rapido declino nel
rapporto debito-PIL; rispetto del piano di privatizzazioni, con gli introiti da utilizzare
per ridurre ulteriormente l'indebitamento pubblico; ulteriori misure da applicare contro
la disoccupazione, fra le quali lo spostamento degli oneri fiscali dal lavoro ad altre
risorse, la revisione delle leggi e nuovi elementi di flessibilità salariale.
5. CONSIGLIO EUROPEO LAVORO E AFFARI SOCIALI - Si lavora alla
Società europea. Ancora nessun progresso nella discussione sulla definizione dello statuto della
società europea. Il progetto di creare uno statuto-tipo per la costituzione di una
società europea, che si trascina sotto varie forme sin dal 1970, non è riuscito neanche
questa volta a superare l'ostacolo del Consiglio. Anche la Presidenza tedesca non è
riuscita nel tentativo di far approvare un compromesso che consentisse la fine della
discussione sul dossier che da più lungo tempo è presente sui tavoli della Commissione.
L'ostacolo è sempre quello che da anni blocca una felice conclusione delle discussioni:
la partecipazione dei lavoratori nei negoziati per eventuali fusioni con compagnie di
altri Stati membri. Il compromesso avanzato dalla Presidenza tedesca ha raccolto
l'approvazione di quattordici delegazioni, ma la resistenza spagnola - decisiva per
l'unanimità necessaria per l'approvazione - ha nuovamente rinviato la conclusione del
dossier.
6. REGNO UNITO In Italia il ministro degli Esteri. Incontro di lavoro questa mattina alla Farnesina tra il Ministro Dini ed il
Ministro degli Esteri britannico Cook. La situazione in Kossovo, nei suoi aspetti politici
e militari, i risultati del vertice NATO di Washington e le questioni umanitarie oggetto
dei colloqui.