Le riflessioni del filosofo tedesco nel giorno in cui compie 85 anni
Habermas: la mia proposta per una Unione più democratica
«L'austerità a spese dei più deboli rischia di aumentare i populismi»
Professor Habermas, uno dei grandi temi di suo interesse è la legittimazione democratica dell'unificazione europea. Alla sua proposta di far diventare il Consiglio dei Ministri il secondo organo legislativo, a fianco del Parlamento dell'Unione, di fatto una rappresentanza dei singoli Stati membri, è stato obiettato che il progetto di unificazione europea mira al superamento delle unioni di stati nazionali e non a cementarle in una «Camera degli Stati»...
«Questa obiezione non coglie la situazione politica. La questione è: l'Assemblea dei capi di governo, che oggi in Europa detiene una posizione semicostituzionale, quanto potere deve cedere al Parlamento Europeo perché il deficit di democrazia perlomeno non gridi più vendetta al cielo? Nella prospettiva di una democrazia transnazionale, che non assuma carattere statale, uno stato democratico federale come gli attuali Stati Uniti è un modello errato. Basta invece una completa uguaglianza giuridica tra il Parlamento Europeo e il Consiglio in qualità di rappresentante degli Stati membri. Per il necessario consenso tra queste due istituzioni legislative occorre inoltre istituire delle apposite procedure».
Lei ha criticato il separatismo. Perché?
«Il cosiddetto principio di nazionalità anziché portare la pace non ha fatto che fomentare nuovi conflitti. Il motivo è ovvio: non esistono popoli etnicamente omogenei. Quando si traccia un nuovo confine, nella migliore delle ipotesi si ottiene il rovesciamento dei rapporti esistenti tra maggioranze e minoranze. Il balzo in avanti compiuto da Genscher con il riconoscimento internazionale della Croazia come stato sovrano e il successivo smantellamento della Jugoslavia ha provocato gli eccidi più sanguinosi cui si sia assistito sul suolo europeo dopo la Seconda guerra mondiale; un errore ripetutosi con il riconoscimento internazionale del Kosovo. È stata l'ultima ombra che il XIX secolo nazionalista ha gettato sul XX. E ora questi spettri nazionalisti rumoreggiano nel cuore di un'Ue che non è nemmeno in grado di trovare la volontà politica di intervenire contro l'autoritarismo soft del governo Orban».
Lei ha anche rivolto un'aspra critica alla politica europea di Angela Merkel. Ma parecchi Paesi indebitati vogliono uscire dal piano di salvataggio. La politica di austerità della Merkel è meglio di come lei l'ha rappresentata?
«Gli squilibri strutturali tra le economie nazionali all'interno dell'Eurozona sono in costante crescita; e nei Paesi in crisi non si può continuare ad attuare la politica della "svalutazione interna" a spese dei ceti socialmente più deboli, delle giovani generazioni, dei servizi pubblici e delle infrastrutture. Altrimenti i populismi di destra diventeranno ancora più forti, i conflitti tra popolazioni europee ancora più profondi e la rabbia contro i tedeschi, ritenuti non solidali, in definitiva aumenterà. Angela Merkel è restia a dire la verità ai suoi elettori. L'errore di costituire una comunità monetaria senza compiere i passi necessari in direzione di un'unione politica è stato fatto da tutti gli Stati coinvolti. Ma ci rifiutiamo di fare i conti insieme con un pasticcio combinato da tutti».
(traduzione di Franca Elegante)© BERLINER ZEITUNG Citazione parziale
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