Il Wall Street Journal denuncia le Costituzioni antifasciste europee
Il 27 settembre il Wall Street Journal ha titolato "le Costituzioni frenano gli sforzi per liberarsi dei lavoratori in Europa". L'autrice, Patricia Kowsmann, nota che le decisioni delle Corti costituzionali in Portogallo, Spagna e Grecia, nel rispetto delle rispettive Costituzioni, mettono i bastoni tra le ruote alle "riforme economiche" imposte dalla Troika. Le Costituzioni, scrive, "scritte all'indomani della guerra e delle dittatura, puntellano le tutele sociali in quasi tutta Europa".
L'idea non è certo nuova. Un rapporto della J.P. Morgan Chase del 28 maggio 2013 dal titolo The Euro Area Adjustment: About Halfway There, sentenziava: "Le Costituzioni e gli ordinamenti politici nella periferia meridionale, nati all'indomani della caduta del fascismo, presentano alcuni aspetti che non sono adatti all'ulteriore integrazione della regione".
In effetti, il 26 settembre la Corte Costituzionale portoghese ha deliberato che il tentativo del governo di cambiare il codice del lavoro per consentire alle imprese di licenziare era illegale, perché la Costituzione esige una giusta causa. Il 25 settembre i pensionati hanno marciato a Lisbona per protestare contro la riduzione del 10% delle pensioni pubbliche. Negli ultimi cinque mesi, prosegue l'articolo, la Corte costituzionale ha annullato quattro misure prese dal governo, incluse le tasse sulla cassa integrazione e la riduzione dei salari e delle pensioni.
L'ex ministro delle Finanze portoghese Medina Carreira ha protestato dicendo che "per poter attuare quello che dicono i giudici dobbiamo lasciare l'Euro". Secondo la Kowsmann, le delibere della Corte costituzionale sollevano la questione se il Portogallo "possa guadagnare nuovamente la fiducia degli investitori in titoli ed evitare altri aiuti". Concorda Alex White, economista della J.P. Morgan Chase: "In molti casi le norme politiche sono incompatibili con l'appartenenza all'Euro a lungo termine".
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