RASSEGNA STAMPA

EIR Executive Intelligence Review
6 gennaio 2011


Leader religiosi europei condannano i salvataggi bancari

L'austerità brutale messa in atto per salvare le banche a scapito della popolazione è insostenibile politicamente ed economicamente se l'Europa dovrà sopravvivere. Questa politica ha provocato delle forti reazioni da alcuni leader religiosi.
In Austria, il cardinale Christoph Schoenborn di Vienna ha dichiarato nel suo messaggio di fine anno: "Se da una parte miliardi devono andare a salvare le banche, mentre dall'altra i fondi per l'istruzione e il sostegno alle famiglie non ci sono o devono essere ridotti in modo sensibile, si pone la questione della proporzionalità". Ha aggiunto che "la dignità dell'uomo è indivisibile, dal primo momento della sua esistenza fino alla morte naturale", sottolineando la parola "naturale." "Occorre chiamare le cose con il proprio nome, e l'eutanasia è una forma di omicidio, l'uccisione dell'essere umano".
In Grecia, il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Greca ha pubblicato una dichiarazione il 19 dicembre che è stata letta durante i servizi religiosi in tutto il paese, attaccando la "classe dirigente" per aver messo la Grecia "sotto l'occupazione" dei suoi creditori. La dichiarazione critica i leader politici che eseguono gli ordini dei creditori che provengono dal FMI e dall'UE, e "che non ha saputo parlare la lingua della verità". È significativo che il Sinodo ricordi che secondo molti economisti la crisi globale "è uno strumento artificiale e strumentale che mira a sottoporre il mondo al controllo di forze non-filantropiche".
L'intervento avviene in un momento di diffuse paure in Grecia che il sistema socioeconomico e politico sia sull'orlo di implodere. Il 15 dicembre 80.000 persone sono scese in strada durante uno sciopero generale di 24 ore per protestare le riforme richieste dall'UE che obbligano al taglio dei salari dei camionisti, lavoratori dei trasporti e altri settori. Questi tagli fanno seguito al calo del 20% nel tenore di vita dei lavoratori del settore pubblico. La situazione politica è talmente volatile che potrebbero esserci delle elezioni anticipate nella prima parte del nuovo anno.
Secondo una fonte di intelligence greca, l'impoverimento della popolazione generale è stata così drammatica che la Chiesa è stata inondata di decine di migliaia di disoccupati, pensionati e immigrati clandestini che non trovano cibo e riparo. Con 1,5 milioni di disoccupati e 1,5 milioni di immigrati illegali, la situazione è "esplosiva" e il prossimo passo sarà la violenza accompagnata dalla xenofobia. La fonte ha aggiunto che le politiche richieste dall'UE sono talmente brutali e ingiuste che potrebbero portare il paese alla guerra civile, facendo notare che la destabilizzazione della Grecia destabilizzerebbe l'intera Unione Europea.

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8 febbraio 2011
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