EUROPEI

Nazismo: le idee di un uomo mediocre
avevano fatto breccia nella progredita Mitteleuropa

Il nazionalismo di ritorno
non ci proteggerà

Una china pericolosa che abbiamo vissuto nel Novecento
e alla quale statisti illuminati hanno contrapposto l'integrazione europea

di Sergio Mattarella

(…) Il 27 gennaio di 71 anni fa l'esercito russo abbatteva i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz. (…)
Ad Auschwitz-Birkenau i soldati russi trovarono soltanto (se così si può dire) 7000 prigionieri, malati e ormai allo stremo, lasciati lì a morire dai nazisti in fuga. Ma all'interno di quel campo spettrale e sconfinato, delimitato da torrette e reticolati elettrificati, trovarono la più grande, moderna ed efficiente macchina di morte concepita nella storia dell'uomo. (…)
Subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, storici, scrittori, sociologi, filosofi, psicologi si sono interrogati a fondo - e ancora si continua a farlo - sulle cause, sui motivi, sulle coincidenze che hanno contribuito a creare il sistema Auschwitz e a scatenare in Europa le forze del male. Ogni elemento di approfondimento contiene, in sé, una parte di verità: ma quei quesiti sembrano destinati a restare sempre irrisolti, perché non esiste spiegazione possibile, per quanto si possano rincorrere quelle perverse logiche criminali. (…)
Ma, come scrisse Primo Levi, "se comprendere è impossibile, conoscere è necessario".

Uomini che continuavano a sorridere. Alle elezioni del 1928, in Germania, il partito nazionalsocialista di Hitler, costituito da un gruppuscolo di fanatici razzisti, raccolse solo il 2,6 per cento dei voti. Cinque anni dopo, alla fine del 1933, Hitler aveva conquistato un amplissimo consenso. Era ormai saldamente al potere e poteva inaugurare la stagione del terrore, culminata nelle fucilazioni di massa e nei campi di sterminio, nei quali perirono tra i cinque e i sei milioni di cittadini europei, ebrei soprattutto, ma anche rom e sinti, omosessuali, dissidenti politici, testimoni di Geova, disabili, malati di mente, prigionieri di guerra.
Le idee malsane - e, in verità, nemmeno particolarmente originali - professate da un uomo mediocre e perverso, che credeva nella superiorità razziale, avevano fatto breccia nel cuore della progredita Mitteleuropa.
Avevano permesso l'instaurazione di un regime sanguinario e violento, con molti simpatizzanti all'estero. Avevano, via via, tramutato tanti padri e madri di famiglia in spettatori indifferenti, in apostoli dell'odio, persino in "volenterosi carnefici di Hitler", per citare il titolo dell'illuminante libro di Daniel Jonah Goldhagen. Avevano trasformato persone inermi, cittadini esemplari, amici, vicini di casa, compagni di scuola e d'armi, colleghi di lavoro, professionisti e artisti affermati, in nemici della nazione, parassiti letali, esseri subumani, che non meritavano alcuna pietà e neppure di vivere. La loro colpa? Quella di appartenere a una minoranza religiosa, pacifica e integrata.
Il premio Nobel per la Pace, Elie Wiesel, sopravvissuto dai campi di sterminio, ci ha ricordato: "Mai prima di allora tanti bambini e tante famiglie sono stati uccisi da tanti uomini, uomini spesso istruiti, colti, che continuavano a manifestare la loro ammirazione per Goethe, Schiller, Bach, Beethoven, Hegel e Dante".
Possiamo aggiungere : uomini che continuavano a sorridere, a vivere, come se si trovassero in piena normalità, a giocare con i propri figli. Bambini uguali, in tutto e per tutto, tranne che nella fortuna, a quelli che, in braccio alle loro madri disperate, morivano asfissiati nel buio delle camere a gas. (…)

Difendendo, con gli ebrei, la nostra dignità. L'ossessione del diverso, dell'altro da sé, anche se, da secoli, pienamente e lealmente parte della propria comunità, aveva intossicato quasi interamente una nazione; e contagiava quelle vicine. (…)
Anche se la persecuzione degli ebrei in Italia non fu, per vastità, paragonabile a quella realizzata nella Germania nazista, bisogna sapere e ricordare che il tragico percorso delineato da Hilberg, nel nostro Paese, si è svolto per intero.
Gli ebrei, qui - in Italia - sono stati prima bollati come non italiani e, dunque, "diversi"; subito dopo hanno dovuto subire discriminazioni di carattere scolastico, professionale, economico e politico. Sono stati quindi arrestati e portati nei campi di concentramento. Infine deportati e, per usare la terribile espressione dei burocrati nazisti, liquidati.
Nei terribili mesi dell'occupazione nazista dell'Italia tante persone hanno nascosto, aiutato, salvato ebrei in fuga, a rischio della propria vita; difendendo, con loro, la nostra dignità.
Alcuni di loro, penso al questore Giovanni Palatucci e all'amministratore dell' "Avvenire d'Italia", ed esponente dell'Azione Cattolica, Odoardo Focherini, sono morti nei campi di concentramento, proprio per il loro appoggio agli ebrei perseguitati. Sono circa cinquecento gli italiani riconosciuti da Israele come "Giusti" tra le nazioni. Diverse migliaia si adoperarono in vari modi per la salvezza degli ebrei. (…)

Spartiacque della storia recente. Auschwitz, con tutto quel che racchiude e rappresenta, è un buco nero nella storia dell'umanità. Un buco nero che ha di colpo inghiottito - insieme a milioni di vittime innocenti - secolari conquiste nel campo del diritto, della scienza, del pensiero, dell'arte. (…)
Hannah Arendt ci ha ricordato che il male assoluto può prendere anche la forma della assoluta banalità; è un démone quotidiano che si può trovare annidato nel fondo più oscuro dell'animo umano, pronto a riaffiorare in determinate circostanze storiche o sociali e a diffondersi con la potenza di un virus, trasformandosi in fenomeno di massa. (…)
Auschwitz è la "Notte" descritta da Wiesel, il luogo senza luce raccontato Primo Levi, il sonno della ragione e del sentimento.
Rappresenta anche lo spartiacque della nostra storia recente. È stata l'apice, il punto più acuto e raccapricciante dei decenni del secolo scorso contrassegnati da guerre, da progetti di dominio sul continente, dal culto della potenza, da totalitarismi. La costruzione dell'Unione Europea - la nuova Europa della pace e della democrazia - rappresenta la risposta politica, storicamente più importante, a tutto questo e la coscienza del genocidio è stato uno dei motori fondamentali del processo di convergenza tra Paesi democratici.
Oggi l'Europa manifesta affanno di fronte a sfide nuove e impegnative. Ma la nostra storia, la storia d'Europa e la Shoah ci dicono che il nazionalismo di ritorno non ci proteggerà dalle nuove insidie. È un'illusione alzare muri e ricercare negli Stati nazionali un'inverosimile sovranità perduta. I nazionalismi generano diffidenza, rivalità crescenti, contrapposizioni, ostilità: una china pericolosa che abbiamo vissuto nel Novecento e alla quale statisti illuminati hanno contrapposto l'integrazione europea. È allarmante che tutto questo rischi di appannarsi, in Europa, nella sensibilità comune e nell'agenda di alcuni governi. (…)

Quirinaele, 27 gennaio 2016, Giorno della Memoria


17 febbraio 2016
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