EUROPEI

Diario / SABATO 9 MAGGIO 2015

Il film su uno dei Padri dell'unificazione europea
La Festa dell'Europa
nel "mondo nuovo" di Altiero Spinelli

Cineforum domestico supplisce al silenzio delle istituzioni padovane
   Il 9 maggio è la Festa dell'Europa. La data non ha molta eco nel Padova, a differenza di quanto avviene in altre città, a cominciare da Venezia. Anche per questo ho organizzato un appuntamento domestico con un gruppetto di amici, rispolverando giovanili esperienze di cineforum. Utilizzando il sito della Rai, ci ritroviamo attorno al film "Un mondo nuovo - Altiero Spinelli" di Alberto Negrin con Vinicio Marchioni, Isabella Ragonese, Peppino Mazotta e Orlando Cinque su Altiero Spinelli e la genesi del Manifesto di Ventotene. Il film tratta del periodo nazifascista nel 1941 a Ventotene, piccola isola del Mediterraneo, in cui Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, Ursula Hirshmann e Ada Rossi, lì confinati dal regime fascista, elaborano il Manifesto di Ventotene: pietra miliare per la costruzione di un'Europa libera, in pace e democratica, unita in uno stato federale.
Per l'occasione ho preparato - utilizzando documentazioni di varia fonte - una breve scheda, che metto a disposizione.

9 maggio 1950: giorno di nascita dell'Europa
L'Unione Europea ha scelto per la propria Festa annuale il 9 maggio. Con questa scelta si indica il 9 maggio 1950 come data di nascita della cooperazione politica ed istituzionale in Europa. In questo giorno il ministro degli Esteri francese Robert Schuman propose ufficialmente di creare un'istituzione europea che mettesse in comune e gestisse la produzione del carbone e dell'acciaio. Il progetto, elaborato insieme a Jean Monnet, riguardava i principali materiali per l'industria bellica. L'idea di fondo era che, non avendo il controllo sulla produzione di carbone e ferro, nessun paese sarebbe stato in grado di combattere una guerra.
Ecco alcune convinzioni espresse dal Schuman il 9 maggio 1950.
L'Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra.
L'Europa non potrà farsi un una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L'unione delle nazioni esige l'eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania: l'azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania.
La fusione della produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.

Le istituzioni europee
Un trattato che dava vita ad una simile istituzione è stato firmato appena un anno dopo, il 18 aprile 1951. Viene istituita la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio), che entrerà in vigore il 23 luglio 1952 e giunge a scadenza il 23 luglio 2002. La CECA (paesi fondatori: Francia, Germania occidentale, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) è la prima di una serie di istituzioni europee sovranazionali che hanno condotto a quella che si chiama oggi "Unione europea". Il Trattato crea tra i paesi membri un'interdipendenza nel settore del carbone e dell'acciaio e contribuisce a dissipare il clima di sfiducia e tensione successivo alla seconda Guerra mondiale.
Con i Trattati di Roma del 25 marzo 1957 vengono istituite la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea dell'energia atomica (Euratom). L'integrazione europea si estende alla cooperazione economica generale e viene messa in comune un'altra possibile fonte di conflitto, l'energia atomica. Con il Trattato di Bruxelles dell'8 aprile 1965 l'Europa prende forma: si decide infatti la creazione di un'unica Commissione e di un unico Consiglio per le tre Comunità europee (CEE, Euratom, CECA).
Tra il 17 e il 28 febbraio 1986, prima a Lussemburgo e poi a L'Aia, viene approvato l'Atto unico europeo: l'Europa si dà regole più democratiche di funzionamento in vista della realizzazione del mercato unico. Le principali novità sono l'estensione del voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio (rendendo più difficile per un singolo paese opporre il veto ad una proposta legislativa e la creazione delle procedure di cooperazione e di parere conforme, che accrescono l'influenza del Parlamento.
Il Trattato di Maastricht entra in vigore l'1 novembre 1993: nasce l'Unione Europea, si prepara la creazione dell'Unione monetaria europea e si gettano le basi per un'unione politica (cittadinanza, politica estera comune, affari interni).
I Trattati di Amsterdam (1 maggio 1999), di Nizza (1 febbraio 2003) e di Lisbona (1 dicembre 2009) consolidano e perfezionano i meccanismi istituzionali dell'Unione Europea sia al proprio interno sia nei rapporti con il resto del mondo.

1941 - Anteprima dell'Europa 1:
Il Manifesto di Ventotene

Il lungo percorso dell'integrazione politica ed istituzionale in Europa è stato accompagnato e spesso preceduto da intuizioni ed azioni di personalità singole e di movimenti. Il film "Un mondo nuovo - Altiero Spinelli" si sofferma sull'attività di Altiero Spinelli, ed in particolare su due "anteprime" dell'Europa.
Ha per titolo "Per un'Europa libera e unita. Progetto d'un manifesto" il documento passato alla storia come "Il Manifesto di Ventotene". La prima stesura del Manifesto fu scritta da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel giugno 1941, dopo un ampio dibattito con Eugenio Colorni (un professore di filosofia esponente del Partito Socialista Italiano), sua moglie Ursula Hirschmann (una militante antifascista tedesca) e un piccolo gruppo di altri militanti confinati nell'isola di Ventotene. Rossi è un professore di economia esponente del movimento liberal-socialista Giustizia e Libertà, che era stato allievo di Luigi Einaudi. In due articoli scritti nel 1918 Einaudi prediceva che la Lega delle Nazioni non avrebbe evitata un'altra guerra europea e proponeva una federazione europea. Partendo da Einaudi, Spinelli e Rossi studiano le opere degli autori federalisti britannici contemporanei e scrivono il Manifesto di Ventotene al fine di avviare un movimento per promuovere una federazione europea.
Una versione stampata del Manifesto è pubblicata nell'agosto 1943 a seguito della fondazione del Movimento Federalista Europeo a Milano. Questa versione è preceduta da una introduzione non attribuita ed è divisa in quattro sezioni, la terza delle quali è di Rossi. Nel gennaio del 1944 Colorni pubblica a Roma una nuova edizione del Manifesto in un libro intitolato "Problemi della Federazione Europea" contenente una sua nuova prefazione, una nuova versione del Manifesto divisa in tre sezioni e i due saggi scritti da Spinelli a Ventotene: "Gli Stati Uniti d'Europa e le varie tendenze politiche" e "Politica marxista e politica federalista".
Ridotta all'essenziale, la proposta nata a Ventotene contemplava in primo luogo "la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in Stati nazionali e sovrani". Ciò avrebbe cancellato "la linea di divisione fra i partiti progressisti e i partiti reazionari". Fine della politica non sarà più la conquista del potere in ambito nazionale, ma "la creazione di un solido stato internazionale". Un partito rivoluzionario federalista sostituirà i partiti tradizionalmente intesi.
All'epoca, il fervore avveniristico dei compilatori del Manifesto fa pochi proseliti. Al confino, sono scarse le adesioni fra i socialisti e i militanti di Giustizia e Libertà. Sandro Pertini, dopo aver sottoscritto il documento, ritira la firma per obbedienza di partito. Si rifiuta di aderire Alberto Jacometti, un altro socialista. Freddi si mostrarono i futuri "azionisti". L'unico a firmare è Dino Roberto. Gli altri, da Riccardo Bauer a Francesco Fancello, da Vincenzo Calace a Nello Traquandi, accusano l'amico Rossi di "leggerezza". L'economista ne soffre molto. S'incrinano antichi rapporti di fraternità intellettuale e carceraria. La "mensa uno", che riuniva per i pasti quelli di G.L., si rompe. I compilatori del Manifesto formano, insieme a Dino Roberto e ad altri, un nuovo circolo conviviale, che prende un nome lampante: "Mensa Europa".

1984- Anteprima dell'Europa 2:
Il Progetto di Trattato istitutivo dell'Unione europea

All'inizio degli anni Ottanta come parlamentare europeo, Altiero Spinelli lavora alla preparazione di un nuovo trattato dell'Unione europea, destinato ad essere in tutto, salvo che nel nome, una Costituzione europea. Il 14 febbraio 1984 il Parlamento europeo adotta la sua proposta ed approva a stragrande maggioranza il "Progetto di trattato istitutivo dell'Unione europea". I parlamenti nazionali non ratificarono il cosiddetto "Piano Spinelli", che però costituì la base per l'Atto unico europeo del 1986 e per il Trattato di Maastricht del 1992. Soprattutto è l'anteprima del Tratta Costituzionale europeo del 2004, che proprio come il Piano Spinelli non è stato ratificato dagli Stati membri.

Altiero Spinelli: uno dei "padri dell'Europa"
Altiero Spinelli nasce a Roma il 31 agosto 1907. La famiglia ha orientamenti socialisti ed egli si iscrive giovanissimo al Partito comunista italiano. Nel 1926 è condannato dal Tribunale speciale fascista a 16 anni e 8 mesi di reclusione: dieci scontati in prigione e sei al confino a Ventotene. L'evoluzione culturale avvenuta in carcere lo porta ad abbandonare i comunisti e a sposare la causa federalista.
Liberato dal confino, nel 1943 fonda il Movimento Federalista Europeo, cui si dedica nel resto degli anni Quaranta e negli anni Cinquanta. È consigliere politico del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, con il quale collabora all'idea di una Comunità europea di difesa (non accettata a livello continentale). Negli anni Sessanta continua l'attività di consigliere di governo.
Dal 1970 al 1976 è membro della Commissione esecutiva della Comunità europea, che tenta di trasformare nel vero motore politico dei processo di integrazione sovranazionale.
Eletto deputato al Parlamento italiano nel giugno 1976, come indipendente nelle liste del PCI, è presidente del gruppo misto alla Camera, e nello stesso anno viene nominato al Parlamento europeo. Nel 1979 gli è riconfermato sia il mandato al Parlamento italiano (dove è membro del gruppo misto), sia quello al Parlamento europeo (eletto per la prima volta a suffragio universale). Rieletto nel 1984 al Parlamento europeo - dopo l'affossamento dei progetto di trattato fatto dai Vertici di Milano e di Lussemburgo -, rilancia nella primavera dei 1986 una nuova iniziativa costituente, ma qualche giorno dopo, il 23 maggio 1986, muore in una clinica romana.

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13 maggio 2015
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Tino Bedin