EUROPEI

Risoluzione nella Commissione Europa del Senato
Deludente il ruolo della Presidenza inglese dell'Unione europea
Serve anche un'iniziativa della Commissione per la Costituzione

di Tino Bedin segretario Commissione Europa del Senato

La Commissione Europa del Senato conclude l'esame del Programma di lavoro della Commissione europea per l'anno e del Programma operativo del Consiglio dell'Unione Europea per l'anno 2005 presentato dalle Presidenze del Lussemburgo e del Regno Unito. Si tratta di un'iniziativa utile, anche se i tempi in cui giunge ad esprimere una valutazione riducono l'iniziativa del Senato ad una presa d'atto della situazione più che consentire al Parlamento di fornire al proprio governo indicazioni utili e politicamente vincolanti sulla sua attività in seno al Consiglio europeo e nei confronti della Commissione europea.
Il documento conclusivo dell'esame in commissione Europa è dunque necessariamente la "fotografia" delle aspettative che sia il Parlamento che l'opinione pubblica hanno nei confronti delle istituzioni europee e delle politiche che gli Stati membri affidano all'attività comune in Europa.
Voteremo quindi a favore della proposta di risoluzione che il presidente ci ha proposto, proprio per questo suo carattere di "compendio" e "promemoria" delle esigenze che affidiamo all'Unione Europea.

Non è solo una questione di vacche
Proprio in relazione alle attese che abbiamo nei confronti dell'Europa non possiamo limitarci a prendere atto delle battute d'arresto rappresentate dal mancato raggiungimento di un accordo politico sulle prospettive finanziarie 2007-2013, e dall'esito negativo delle consultazioni popolari svoltesi in Francia e nei Paesi Bassi in relazione al processo di ratifica del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa. In coerenza con la posizione espressa dal Parlamento italiano occorre sottolineare che si tratta di episodi negativi, di cui siamo rammaricati.
Il richiamo a queste battute d'arresto mi porta poi a valutare negativamente non tanto il programma della Commissione e della Presidenza inglese dell'Unione, quanto gli atti compiuti negli ultimi mesi. La Commissione non ha messo in campo una strategia che consenta di superare i risultati dei referendum francese ed olandese, lasciando intendere alle opinioni pubbliche europee che il Trattato costituzionale sia definitivamente affossato. So che non è facile individuare un percorso, ma dal "motore dell'Unione", quale dovrebbe essere la Commissione ci aspettiamo che non si rassegni. Il voto negativo dei cittadini irlandesi sul precedente Trattato di Nizza fu superato con l'iniziativa della Commissione allora presieduta da Romano Prodi. Certo ogni voto ha una storia ed ogni momento dell'Unione non è riconducibile ai precedenti, ma mi auguro che la Commissione Barroso non rinunci a tutto il lavoro che la Convenzione prima e la Conferenza intergovernativa poi hanno fatto per arrivare alla prima Costituzione dell'Unione.
Una deludente assenza abbiamo notato da parte della Presidenza di turno dell'Unione sulla questione del bilancio comunitario. La Gran Bretagna che è stata tra i protagonisti del mancato accordo di giugno, una volta assunta la guida dell'Europa non ne ha tratto motivo per svolgere un ruolo di proposta e di mediazione. Al contrario in queste settimane assistiamo al deludente ruolo dell'Unione Europea in vista della riunione dell'Organizzazione mondiale del Commercio ad Hong Kong. Sembra che tutto il dibattito tra europei si riduca a vacche e sementi.

I cittadini con i loro parlamenti
Dobbiamo invece far riavvicinare gli europei alla "loro" Europa ed un ruolo importante lo hanno i parlamenti. Per questo nella risoluzione della commissione Europa del Senato è opportuno richiamare anche l'originalità del rapporto tra le istituzioni europee (la Commissione, il Parlamento e il Consiglio), in modo da contrastare la tentazione che spesso riaffiora di un'Europa solo intergovernativa. E fra le istituzioni europee fanno ormai messi i parlamenti nazionali, sia singolarmente sia organizzati nella loro Conferenza, la Cosac. Si tratta di una esigenza che è contenuta proprio nel programma della Commissione che abbiamo esaminato. Proprio il presidente Barroso ha infatti richiamato la necessità di un maggior concerto istituzionale, a fronte della progressiva accentuazione dei poteri dei Governi degli Stati membri, ed in particolare del Consiglio. Solo con la presenza dei parlamenti sarà possibile assumere finalmente assunta un'iniziativa concreta per stimolare l'opinione pubblica e coinvolgerla nelle scelte politiche dell'Unione.

8 novembre 2005


9 novembre 2005
eu-075
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Tino Bedin