EUROPEI
R E T I N O P E R A: Appello alla Conferenza Intergovernativa

EUROPA:
non dimenticare le tue radici,
non smarrire la rotta,
non avere paura del tuo destino,
rinnova il tuo impegno
per la pace, la libertà, la solidarietà
e la democrazia

Retinopera è un Manifesto promosso da cattolici italiani, impegnati nell'associazionismo, nel sindacato, nel volontariato, nella cooperazione e in altre istituzioni sociali, civili ed economiche. E' la proposta di dare vita ad una diffusa "Opera delle Reti", significativa di una esplicita autonomia del sociale, fondata sulla Dottrina Sociale della Chiesa, per una nuova stagione del movimento cattolico in Italia, per offrire un servizio "bello e utile" alla vita del nostro paese. Retinoperea ha diffuso un appello alla presidenza italiana della Conferenza intergovernativa e a tutte le autorità eistituzioni italiane ed europee sui temi della Conferenza intergovernativa e del Trattato costituzionale europeo.Primi firmatari: Pino Acocella, Giuseppe Barbaro, Giovanni Bastianini, Paolo Bedoni, Luigi Bobba, Riccardo Bonacina, Lino Bosio, Luigi Campiglio, Carlo Casini, Michele Colasanto, Carlo Costalli, Edio Costantini, Giuseppe De Rita, Maria Grazia Fasoli, Lucia Fronza Crepaz, Franco Garelli, Claudio Gentili, Maurizio Giordano, Luca Jahier, Lino Lacagnina, Agostino Mantovani, Mario Marazziti, Sergio Marelli, Franco Marzocchi, Giulio Mauri, Edo Patriarca, Savino Pezzotta, Ernesto Preziosi, Pino Quartana, Giorgio Salina, Luisa Santolini, Felice Sscalvini, Paola Soave, Andrea Speciale, Natalino Stringhini, Giorgio Vittadini. Il senatore Tino Bedein ha aderito all'appello.

Siamo grati per il lavoro realizzato dalla Convenzione per stabilire un progetto di Costituzione per l'Europa. Pur con i limiti di un testo che non corrisponde ancora pienamente a tutte le attese, accogliamo con favore il progetto nel suo complesso, poiché esso segna un indubbio passo avanti nella costruzione europea. Ci auguriamo pertanto che la Conferenza Intergovernativa possa raggiungere il suo pieno successo, entro i tempi stabiliti.
Vogliamo ricordare che l'Unione Europea è il più grande e inedito progetto di costruzione pacifica di un nuovo assetto istituzionale nelle relazioni tra Stati sovrani, mai realizzato nella storia dell'umanità. Un progetto basato sulla condivisione delle risorse, del potere, della moneta, delle politiche commerciali e speriamo anche presto delle politiche estere e di difesa. La stessa adesione di 10 paesi e le prossime adesioni già definite segnano una tappa fondamentale per la riunificazione europea e indicano ad altre aree del mondo un modello positivo e politicamente possibile di governo solidale e cooperativo dei processi di globalizzazione.
Crediamo si debba rinnovare la memoria delle troppe guerre che hanno insanguinato il nostro continente, la devastante esperienza dei totalitarismi e le incredibili negazioni della dignità umana, fino alla devastazione dei genocidi e delle pulizie etniche.
Per questo non si deve mai smarrire la rotta di un progetto che è di ordine etico: si tratta di perdono e di riconciliazione, di pace e di libertà, di diritto e di giustizia, di solidarietà dei più ricchi e dei più forti con i più deboli, sia in seno all'Unione che nei confronti del mondo intero.

Per tutte queste ragioni e sottolineando la nostra sintonia con il "Manifesto di Bruxelles" del 3 aprile 2003, che ha già raccolto oltre 3 milioni di adesioni in tutta Europa, facciamo oggi appello alla Conferenza Intergovernativa perché si proceda con coraggio a migliorare il progetto di Costituzione nei seguenti punti:
1. La Costituzione europea riconosca nel Preambolo le radici cristiane della costruzione europea. L'Europa è senza dubbio debitrice verso il cristianesimo, perché esso le ha dato forma, significato e valori. Rifiutare tutto ciò significherebbe negare la stessa idea di Europa. Infatti, il sofferto fondamento della nostra civiltà risiede nel fatto che più nessuno può considerarsi padrone della vita di un altro uomo; anzi, ciascuno è chiamato a dare il proprio contributo perché ogni altro uomo possa realizzare pienamente e con più libertà la propria vita. E tutto questo rappresenta lo scopo primario dei nostri ordinamenti e fonda la possibilità stessa dell'incontro e del dialogo. E' proprio da questa matrice originaria che, attraverso un complesso e spesso travagliato percorso storico, siamo riusciti a dare il migliore compimento al principio originario della distinzione tra Stato e Chiesa, derivante dal "date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio", riconoscendo in ogni modo che proprio grazie a questa distinzione la dignità della persona resta bene indisponibile, trascendente e dunque sempre valore assoluto, fine e mai strumento di qualunque costruzione sociale o politica.
2. In un mondo che continua ad essere dilaniato dalle guerre, dal terrorismo, dalla devastante illusione che le armi possano rappresentare una via per risolvere i conflitti tra i popoli, la Costituzione europea deve affermare in modo esplicito i principi del ripudio della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali e della pace come diritto fondamentale delle persone e dei popoli. Su questi deve fondarsi la politica estera e di difesa dell'Unione, per contribuire alla costruzione di un ordine internazionale pacifico e democratico, rafforzando l'ONU e promuovendo la cooperazione internazionale.
3. Il grande obiettivo costituzionale di una Europa sociale e del buon lavoro per tutti deve darsi gli strumenti decisionali, finanziari e operativi adeguati, per evitare che le politiche sociali, della lotta contro la povertà, per la piena occupazione, per la modernizzazione dei sistemi di protezione e promozione sociale passino in secondo piano o siano subordinate agli obiettivi della crescita economica e della riduzione dei deficit pubblici. Per questo, bisogna ampliare lo strumento dei Grandi Orientamenti di Politica Economica (GOPE) dell'Unione, includendovi anche obiettivi per l'occupazione, l'inclusione sociale e la tutela ambientale.
4. Ci è cara l'autonomia delle organizzazioni della società civile e il loro importante ruolo nel buon funzionamento della società in generale. Così come ci è cara una precisa garanzia istituzionale per il ruolo delle Chiese e delle comunità religiose. A quanto di già positivo è previsto oggi nel progetto di Costituzione e che deve essere mantenuto - in particolare negli articoli 46, 47 e 51 inerenti la democrazia partecipativa, il dialogo sociale e lo status delle Chiese - riteniamo che si debba aggiungere un riconoscimento più esplicito del principio di sussidiarietà, soprattutto orizzontale. Il pieno rispetto della dignità umana, inviolabile e indivisibile, deve contemplare tra i suoi obiettivi primari il rispetto della vita, la promozione della famiglia fondata sul matrimonio e considerata come cellula base della società, la valorizzazione del ruolo dei corpi intermedi della società.

Oggi abbiamo la possibilità di modificare insieme il corso delle relazioni internazionali, verso la giustizia, la solidarietà e la pace. Dobbiamo favorire il definitivo passaggio dalla diplomazia alla democrazia, quale principio politico primario dell'Unione.
La Costituzione rappresenta un passaggio di grande rilievo per consentire lo sviluppo del modello sociale europeo. L'avvenire sociale del mondo si gioca oggi soprattutto in Europa: prima potenza commerciale del mondo, se riuscirà a mantenere ed espandere la proprio economia sociale di mercato, sarà un chiaro segno di speranza per il mondo intero.
Oggi e domani, noi cristiani confermiamo che sentiamo come nostro dovere dare il nostro convinto contributo per fare dell'Unione di Stati anche una comunione di popoli e cittadini di una multiforme e unica Europa.

Roma, 27 novembre 2003


27 novembre 2003
eu-051
scrivi al senatore
Tino Bedin