Tino Bedin è tra i firmatari dell'appello per l'Europa politica assieme ad altri senatori tra i quali Oscar Luigi Scalfaro, Nicola Mancino, Tana De Zulueta, Patrizia Toia, Lamberto Dini.
L'Europa è giunta a un bivio. Dopo l'unione monetaria, serve l'unione politica. Per contare davvero occorre essere forti e uniti. Forti perché uniti e in sintonia con le aspirazioni di giustizia di larga parte dell'umanità.
Per la prima volta un'assemblea che rappresenta i cittadini europei è stata incaricata di progettare la futura costituzione dell'Unione europea. La Convenzione europea è giunta al suo passaggio decisivo: sta per concludere i suoi lavori e per consegnarli ai governi che dovranno trasformarli in legge fondamentale. L'Europa di domani dipenderà dalla qualità del progetto di Costituzione predisposto dalla Convenzione e dalle decisioni che assumeranno i governi europei attraverso la Conferenza Intergovernativa.
La scelta di fondo deve essere semplice e chiara. Un'unione di popoli e di stati che operi con incisività a livello europeo, là dove il livello nazionale non è adeguato a risolvere i problemi, un'unione politica fondata sulla sovranità popolare, sull'equilibrio dei poteri, sulla libertà politica ed economica, culturale e scientifica, sulla sussidiarietà, sulla solidarietà sociale, sul diritto ad una cittadinanza piena, su un nuovo equilibrio Nord-Sud del mondo, sul diritto alla pace, sulla tutela internazionale dei diritti umani.
Il discrimine, però, non sta nelle dichiarazioni di intenti, ma nel sistema delle istituzioni che si progettano per l'Europa di domani. La differenza tra una fragile unione intergovernativa e una vera unione politica europea si riassume nella capacità di decidere, nella capacità di operare per rendere effettive le decisioni assunte e nella garanzia di democraticità del processo legislativo e di governo.
Per assicurare lo spessore democratico, la governabilità e per accrescere la credibilità dell'Unione nella sua azione esterna, occorre in particolare che:
- la Carta dei diritti sia inserita nel testo della Costituzione e non in allegato;
- sia istituito un Consiglio legislativo, che abbia la veste di una Camera degli Stati;
- tutti gli atti aventi carattere legislativo siano approvati dal Parlamento e dal Consiglio europei;
- il Presidente della Commissione sia eletto dal Parlamento europeo e confermato dal Consiglio Europeo;
- si elegga un Presidente del Consiglio europeo, con competenze limitate, che siano essenzialmente d'impulso, orientamento, preparazione ed organizzazione dei Consigli e che non alterino l'equilibrio istituzionale, anche nei rapporti con il futuro Ministro degli esteri dell'Unione e si fissi una data perché i compiti del Presidente del Consiglio europeo e della Commissione siano assunti da una sola persona;
- sia istituito un Ministro degli Affari Esteri, Vice Presidente della Commissione, che disponga di un proprio servizio diplomatico per la preparazione ed esecuzione della politica estera dell'Unione;
- si adotti la maggioranza qualificata in Consiglio, espressa attraverso la maggioranza degli Stati e della popolazione;
- sia generalizzato il voto a maggioranza in Consiglio europeo;
- si governi l'economia, attraverso un rafforzamento dei poteri di coordinamento della Commissione;
- si voti a maggioranza nel Consiglio europeo per la politica estera, con possibili meccanismi di salvaguardia;
- si promuova e si adotti la cooperazione rafforzata in materia di difesa, ispirata ai principi di sicurezza collettiva sanciti dalla carta dell'ONU e dalla Costituzione italiana, inclusa la possibilità, attraverso di essa, di una garanzia reciproca;
- ci sia l'avallo del Parlamento europeo su ogni rilevante decisione di governo nei settori della politica estera e di difesa;
- il potere di bilancio e il potere di imposizione a livello europeo debbano essere esercitati dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo, cioè dalle due fonti della legittimità dell'Unione;
- ci sia una rappresentanza unica nelle istituzioni finanziarie internazionali e una voce unica nell'ambito delle Nazioni Unite, in particolare nel Consiglio di Sicurezza.
Se si vuole che queste esigenze siano soddisfatte, occorre che la Convenzione eserciti tutta la sua autorità - che ha la sua fonte nella legittimazione democratica dei suoi componenti - senza timidezze nei confronti di nessuno.
Mantenere il potere di veto significa semplicemente negare l'unione.
Nessuno può imporre a uno Stato dell'Unione di accettare la futura costituzione europea. Ma nessuno può impedire agli Stati che la vogliono di porla in atto. La nuova costituzione deve entrare in vigore, per chi l'abbia approvata, al raggiungimento di una determinata soglia di ratifiche. Per gli altri la porta resterà aperta, se e quando decideranno di varcarla.
Le grandi opportunità della storia debbono essere colte in tempo. Oggi vi è la possibilità di far raggiungere all'Unione europea, dopo mezzo secolo, la fase della irreversibilità.
Non si lasci trascorrere invano l'ora che passa. L'Europa politica va creata oggi.
4 giugno 2003
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