EUROPEI

Un valore che grazie al Cristianesimo è diventato patrimonio di tutti gli europei
Nella "persona" il fondamento
di giustizia e democrazia

Ritenere che alcuni esseri umani siano persone e altri no è introdurre discriminazioni

L'ingegner Ubaldo Camilotti partecipa con questo articolo alla riflessione proposta da Tino Bedin con la Lettera dal Senato sul rapporto tra Europa e Chiese.

di Ubaldo Camilotti
Movimento per la Vita di Padova

Considerando i molti fattori di divisione tra i popoli del nostro Continente (basti pensare alla storia, alle guerre, alle tradizioni, alle lingue diverse), si deve puntare soprattutto su ciò che unisce. Ed a mio avviso ciò che unisce realmente tutti i popoli dell'Europa, ciò che ne costituisce le vere radici comuni sono: la cultura greca, la cultura latina ed il Cristianesimo.
L'unità dell'Europa si deve quindi fondare sui principi fondamentali che grazie a queste culture sono divenuti patrimonio di tutti.
Dalla cultura greca l'Europa ha imparato che la verità trova il suo fondamento nella ragione. Dalla cultura latina che la democrazia trova il suo fondamento nella giustizia.
Dal Cristianesimo l'Europa ha appreso che ragione e verità, democrazia e giustizia devono essere messi a servizio dell'uomo definito come "persona".
Quando si dice che a questa radici si deve fare riferimento per creare unità non significa certo, con riferimento in particolare alla "comune radice cristiana", voler realizzare un'Europa "confessionale", ma fondare l'unità sui valori che grazie al Cristianesimo sono divenuti patrimonio di tutti.
Il valore della "persona", è particolarmente importante perché su tale valore trova fondamento il rifiuto di ogni forma di discriminazione e quindi la giustizia e la democrazia.
Ci sono due modi per discriminare.
Un modo è quello di non riconoscere pari dignità ad ogni essere umano; e poiché la storia ci ha insegnato che questo grave errore è stato ripetutamente commesso dagli uomini con conseguenze tragiche, è la stessa Dichiarazione Universale dei Diritti degli Uomini a proclamarlo. Questo straordinario documento nato a metà del secolo scorso sulle ceneri di un mondo sconvolto da violenze inaudite, vera e propria "profezia laica", pone infatti "il riconoscimento della dignità di ogni essere appartenente alla famiglia umana ed i suoi uguali ed inalienabili diritti" come "fondamento della libertà, della giustizia e della pace".
Ma vi è un altro modo per introdurre discriminazioni, per non far valere il principio di uguaglianza : usare male il concetto di persona e ritenere che alcuni esseri umani siano persone altri no. Merita ripercorrere brevemente la storia di questa parola misteriosa: persona. Lo faccio ricorrendo ad una bella riflessione di Carlo Casini Presidente del Movimento per la Vita Italiano.
Nel mondo greco persona era la maschera che l'attore metteva davanti al volto per recitare e che esprimeva le caratteristiche del personaggio. Oggi noi attribuiamo alla parola persona un significato diverso; non è una questione di apparenza, ma di sostanza. Il significato di questa parola è cambiato grazie al pensiero cristiano che, con questa parola, vuole esprimere non l'apparenza, ma la profondità della sostanza di Dio. E da Dio ricade sull'uomo per dire che anche l' uomo è persona, cioè reca in sé un mistero che lo rende differente da qualsiasi altro elemento creato nella natura, che lo rende simile al suo Creatore. Persona, è quindi l'altro nome dell'uomo, ed indica la sua grandezza, la sua nobiltà, il suo misterioso spessore.
Tutti gli uomini hanno pari dignità, ogni uomo è persona. Non c'è quindi contrasto tra visione laica e religiosa dell'uomo, anzi l'una completa l'altra ed insieme diventano la pietra miliare di una società veramente civile.
Mi auguro veramente che la Convenzione Europea lavori in questa direzione.

29 agosto 2002

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1 settembre 2002
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