EUROPEI

Un ruolo specifico all'interno di Europol
L'Italia coordini la lotta
agli euro-falsari nei Balcani

Anche il contrasto al terrorismo deve diventare operativamente più europeo

Il Comitato parlamentare di controllo sullo Spazio Schengen e su Europol ha in corso un'indagine conoscitiva sul potenzialità e prospettive di Europol. In questo ambito ha ascoltato mercoledì 10 luglio il generale Antonio Gagliardo, direttore dell'Unità nazionale Europol italiana.
Nel successivo dibattito ha posto alcune questioni il senatore Tino Bedin. Ne riportiamo l'intervento.

intervento di Tino Bedin
capogruppo nel Comitato di controllo Schengen-Europol

Pongo alcune questioni che emergono sia dalle decisioni assunte in occasione del Consiglio europeo di Siviglia alla fine di giugno, quindi a conclusione della Presidenza spagnola, sia dal programma della attuale Presidenza danese dell'Unione Europea.
La lotta al terrorismo. A Siviglia è stata approvata una raccomandazione dei governi volta ad affidare a servizi di polizia specifici il controllo sulle attività terroristiche. Questo appare in contraddizione con i compiti di Europol e con la sua competenza. Invece di fare riferimento ad un organismo già funzionante sulla base di decisioni già assunte all'indomani degli avvenimenti dell'11 settembre scorso, il Consiglio europeo sembra aver proceduto in direzione di una rinazionalizzazione - per così dire - dell'attività di contrasto al terrorismo.
La protezione dell'euro nei Balcani. Sempre a Siviglia il Consiglio europeo ha approvato una relazione presentata dalla Presidenza spagnola riguardante la protezione dell'euro. La raccomandazione riguarda, in particolare, il controllo della moneta unica nei paesi candidati ad entrare nell'Unione europea e anche i paesi europei che hanno già assunto o assumeranno l'euro come moneta di riferimento. In particolare tra questi ultimi, sono citati l'Albania, la Bosnia Erzegovina, la Croazia, la Iugoslavia e la Macedonia, cioè paesi con i quali l'Italia ha - attraverso l'Onu, la Nato e l'Unione Europea - stretti rapporti di cooperazione militare. Sembrerebbe interessante ed utile che, in un quadro di divisione dei compiti anche territoriali, l'Unità nazionale italiana di Europol fosse interessata più direttamente a questo tipo di attività, dato che riguarda Stati con i quali abbiamo stretti contatti. Si tratterebbe del resto di partecipare - anche attraverso Europol - a quell'azione di tutela delle frontiere esterne che è oggi una delle esigenze che con maggiore determinazioni le opinioni pubbliche europee pongono ai loro governi e all'Unione.
Si tratterebbe di rendere stabile un'esperienza già compiuta. Ci è stato infatti riferito che l'Unità nazionale Europol italiana ha promosso un'attività specifica come elemento di contatto fra Europol ed i servizi sul territorio, durante la fase critica del change over dalla lira all'euro, per combattere la contraffazione dell'euro ed il crimine organizzato. Tali minacce non hanno interessato solo i paesi aderenti all'Unione europea, ma anche quelli dell'est europeo, dove, ancora prima della messa in circolazione dell'euro, esistevano iniziative della criminalità organizzata su questo fronte.
La nuova convenzione di Europol. C'è infine un'iniziativa della Presidenza danese dell'Unione Europea per una della convenzione con cui è stata istituita Europol in una decisione del Consiglio. L'orientamento nasce dal fatto che la convenzione è assoggettata ai vincoli imposti dal titolo VI del trattato istitutivo dell'Unione europea, in particolare per quanto riguarda il voto all'unanimità e la procedura di ratifica da parte dei singoli parlamenti nazionali, mentre per la decisione si segue una procedura intergovernativa più agile. Tuttavia, è sempre necessario quel controllo democratico cui facevo riferimento in precedenza e di cui si occuperà anche la convenzione Europol. Se ciò può essere necessario per rendere sempre attuale e operativa l'attività di Europol, va ribadito che qualsiasi cambiamento della convenzione Europol dovrà prevederne il controllo democratico, da parte dei parlamenti nazionali e da parte del parlamento europeo. L'esperienza italiana con la costituzione del Comitato parlamentare di controllo su Schengen e su Europol va non sono conservata ma estesa. La possibile trasformazione della convenzione su Europol in decisione comporta, come è noto, che non ci sarebbe più un passaggio attraverso il Parlamento per la ratifica. Basta questo per dire che il controllo che non si farebbe più preliminarmente a livello nazionale, dovrà essere sostituito da un'attività di controllo e di indirizzo permanente dell'attività.

10 luglio 2002

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25 luglio 2002
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