EUROPEI

Dichiarazione di voto sulla Ratifica del Trattato di Nizza
È iniziato il passaggio
dall'Unione Europea all'Europa Unita

È anche l'ultima volta che i parlamenti nazionali si limitano solo alla ratifica

di Tino Bedin
a nome del gruppo Margherita-L'Ulivo del Senato

Il Trattato di Nizza non ha dato i risultati da tutti sperati, ma ha in ogni caso aperto la strada ad un ulteriore processo di riforma e ad un ampio dibattito pubblico sul futuro dell'Europa.
Soprattutto, l'entrata in vigore del Trattato di Nizza consentirà ad un numero elevato di persone di partecipare all'elezione del Parlamento europeo nel 2004 e quindi di diventare, non solo per scelte diplomatiche ma con un gesto democratico e personale, nostri concittadini.
Il Trattato di Nizza, dunque, come condizione di una delle più complesse e coinvolgenti rivoluzioni della storia continentale. La sua ratifica - e quindi anche il nostro voto di oggi - come strumento per renderla possibile. In questa ottica il voto odierno è tutto tranne che un atto formale. E' tutto tranne che una presa d'atto.
Nizza è un passo avanti nella costruzione europea, è anche un passo nella direzione giusta, ma non è sufficiente; è uno dei tanti piccoli, coraggiosi passi con cui, finora, si è costruita l'Europa. Oggi i cittadini sono consapevoli che questa politica dei piccoli passi non basta. Il Trattato di Nizza del resto lo conferma.
Ratifichiamo dunque il Trattato di Nizza per quello che contiene, ma soprattutto per quello che "apre" verso il futuro dell'Unione: il passaggio dall'Unione Europea all'Europa Unita; la evoluzione ora dell'Unione Europea e poi dell'Europa Unita verso la condizione di attore globale, in tema di sicurezza e in tema di democrazia e giustizia.
Ratifichiamo il Trattato di Nizza per quello che proclama, al di là del compromesso diplomatico: cioè la Carta dei diritti fondamentali e la Dichiarazione sul futuro dell'Unione. La prima come censimento di valori condivisi cui adeguare le istituzioni; la seconda come cammino davvero diverso dell'essere dell'Europa in rapporto ai propri cittadini.
Ratifichiamo il Trattato di Nizza come impegno ad accettare le sfide che la Carta dei diritti e la Dichiarazione propongono all'Europa ed in particolare ai Parlamenti nazionali.
Il ruolo dei Parlamenti nazionali nell'architettura dell'Unione è esplicitamente richiamato dalla Dichiarazione annessa al Trattato di Nizza. In un quadro di reciproca sussidiarietà e di complementarietà con il Parlamento Europeo, riteniamo che i Parlamenti nazionali debbano essere elementi dell'architettura istituzionale europea.
L'integrazione della Pesd, il possibile - ed auspicabile - allargamento della Pesd alla lotta al terrorismo; i conseguenti nuovi compiti che potrebbero essere affidati ad Europol e ad Eurojust, richiedono che sia a livello nazionale che in seno alla Convenzione si individuino meccanismi che vadano oltre le valida esperienze che in questi anni sono state condotte nella Cosac, che pure nel Trattato di Nizza ha avuto un ulteriore ed apprezzabile riconoscimento.
La centralità della parlamentarizzazione dell'Unione potrà probabilmente individuare soluzioni innovative per il punto più delicato del dibattito nel quale si colloca la nostra ratifica: il rapporto tra il metodo comunitario ed il metodo intergovernativo.
Il punto è delicato soprattutto in funzione del futuro della Commissione Europea. Ratifichiamo Nizza perché il Trattato innova positivamente anche questa Istituzione, dando maggiori poteri al presidente. E' una condizione che consentirà di affrontare con realismo il problema del numero dei membri, studiando una composizione che deve assicurare la rappresentanza in essa di tutti gli Stati membri.
Ratifichiamo il Trattato di Nizza per l'innovazione più significativa che vi è prevista per l'attività del Consiglio, quella delle cooperazione rafforzate: è questa una grande occasione che eviterà la tentazione di creare assi bilaterali o trilaterali ed anche assi tra grandi paesi.
Tra l'altro questo strumento rafforzato è importante per l'euro, la moneta che è ormai una carta d'identità e che per questo ha bisogno di un governo istituzionalizzato, economico ed anche politico, in modo che spendendola possiamo non solo vivere meglio il presente, ma anche acquistare il nostro futuro. Ho già sostenuto infatti che la sfida più impegnativa che ci è chiesto di affrontare come cittadini e come rappresentanti dei cittadini è il controllo democratico dei nuovi luoghi e dei nuovi strumenti della cittadinanza e della sovranità.
E' una sfida che il Trattato di Nizza, con quello che esso ha già reso possibile, non solo riconosce come reale ed urgente, ma consente di affrontare.
C'è un emblema di questa risposta alla sfida della sovranità: ed è la Convenzione per la revisione dei Trattati.
Lo è in questo anche per noi senatori e costituisce una motivazione ulteriore nel nostro voto favorevole alla ratifica del Trattato: l'avvio dei lavori della Convenzione ci conferma che il Trattato di Nizza sarà l'ultimo per il quale la funzione del Parlamento italiano sarà esclusivamente di ratifica. Il superamento del metodo intergovernativo che la Dichiarazione annessa al Trattato ha prefigurata e la Convenzione sta realizzando è appunto uno degli strumenti della nuova partecipazione democratica alla crescita dell'Unione.
E' il segnale formale che definitivamente l'Europa non è più una questione di diplomazia ma di cittadinanza.

7 maggio 2002

VAI ALLA PAGINA PRECEDENTE | STAMPA LA PAGINA | VAI A INIZIO PAGINA

10 maggio 2002
eu-031
home page
scrivi al senatore
Tino Bedin