SICUREZZA E DIFESA
Quattro monumenti sacrari della seconda guerra mondiale
Luoghi del suffragio popolare
e della riconoscente memoria repubblicana

Una preziosa eredità per il futuro, come il Tempio dell'Internato ignoto a Terranegra

La Commissione Difesa del Senato ha iniziato mercoledì 9 marzo 2005 l'esame in sede deliberante del disegno di legge "Equiparazione ai cimiteri di guerra di monumenti sacrari", già approvato dalla stessa Commissione e modificato dalla Camera dei deputati. In discussione generale sul disegno di legge ha parlato il senatore Tino Bedin, di cui riportiamo l'intervento.

di Tino Bedin capogruppo Margherita in Commissione Difesa

La proposta di legge prevede la equiparazione ai cimiteri di guerra del monumento sacrario di Leonessa (Rieti), dell'Ara Pacis Mundi di Medea (Gorizia), del sacrario nazionale Mater Captivorum di Melle in Valle Varaita (Cuneo) e del Tempio nazionale dell'Internato ignoto di Terranegra a Padova. Inserire questi monumenti sacrari tra le provvidenze previste dalla legge 9 gennaio 1951, n. 204, che definisce i compiti del commissario generale per le onoranze ai caduti, è doveroso, perché si dà maggiore decoro a luoghi che rappresentano l'Italia e la nostra storia, consegnandoli in questo modo alla memoria delle generazioni future.
Questa legge non farà, del resto, che prendere atto del sentimento popolare: nel linguaggio comune questi sacrari sono già "cimiteri", cioè luoghi del suffragio e della memoria sia di persone che di intere comunità.

Per chi non ha avuto la propria tomba. Qui si ricordano quelli che non hanno avuto una loro tomba, ma che sono stati tumulati nei cuori dei loro familiari, dei loro compagni, della loro gente. Questo è il legame tra il sacrario di Leonessa (Rieti) dedicato a vittime civili e gli altri tre sacrari considerati in questo disegno di legge. Questi ultimi tre sacrari hanno anche un altro legame tra loro: qui si ricordano i morti fuori confine, vittime dirette della guerra o vittime della prigionia.
Sul Colle di Medea (Gorizia) nell'urna di granito collocata al centro di un grandioso monumento sono deposte le cassette contenenti la terra raccolta nei cimiteri di guerra sparsi in ogni parte del mondo e l'acqua dei mari nei quali si inabissarono navi ed aerei distrutti nel corso dei conflitti che hanno coinvolto l'Italia durante il secolo scorso.
A Leonessa (Rieti) furono trucidati per rappresaglia dai tedeschi 23 cittadini. Sul luogo dell'eccidio rimasero numerosi frammenti umani, che furono pietosamente raccolti e custoditi in una cassetta di zinco. L'urna contenente i resti non identificati delle vittime venne inserita in una nicchia, appositamente predisposta nel monumento successivamente eretto sul luogo dell'eccidio.
Il Sacrario nazionale Mater Captivorum di Melle (Cuneo) è dedicato alla memoria di tutti i militari italiani caduti per la patria in terra straniera ed è ogni anno meta di pellegrinaggi e cerimonie commemorative.
Il Tempio nazionale dell'Internato ignoto, con l'annesso museo dell'internamento, è stato realizzato tra il 1949 e il 1953 a Terranegra, in comune di Padova, accogliendo il proposito di un superstite di Dachau, don Giovanni Fortin, dai militari superstiti dei lager nazisti, per non dimenticare il sacrificio di decine di migliaia di uomini che preferirono l'internamento ad una qualsiasi collaborazione con la dittatura nazifascista.

Eredità per il nostro futuro. Il provvedimento legislativo, considerati gli alti valori morali, umani, civili ed architettonici di cui sono espressione i monumenti, li equipara a tutti gli effetti ai cimiteri di guerra, anche allo scopo di garantirne una adeguata conservazione e protezione.
È, certo, un dovere custodire questi monumenti e preservarli dall'incuria del tempo. Ma questa legge preserverà migliaia di vite dall'oblio della memoria collettiva. In questo terzo millennio, iniziato con la terribile guerra non convenzionale del terrorismo, c'è il dovere pubblico di non dimenticare l'abisso morale ed il dolore fisico di ogni guerra. Leonessa, Medea, Melle, Terranegra sono luoghi e simboli della nostra storia. Sono anche eredità per il nostro futuro. Essi, infatti, custodiscono valori personali e civili soprattutto ad arricchimento delle nuove generazioni che fortunatamente nel nostro paese non hanno conosciuto la tragedia della guerra.
A valorizzare in particolare questa eredità si dedica il Tempio nazionale dell'Internato ignoto di Terranegra, un'istituzione attualmente curata grazie al volenteroso apporto della comunità padovana e dell'Associazione nazionale ex internati. Il Tempio sacrario di Terranegra è stato insignito della medaglia d'oro al valor militare, conferita il 13 settembre 1998, dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro con la seguente motivazione: "Uomini di cui non sempre si conosce il nome, ma di cui deve essere vivo il ricordo e soprattutto l'esempio". Una delle persone di cui si conosce il nome è don Giovanni Fortin, un prete padovano superstite di Dachau, a cui si deve la realizzazione del Tempio nazionale dell'Internato ignoto, che consente a centinaia e centinaia di ragazzi di visitare un importante luogo di memoria ed un museo, che tengono vivo il ricordo dell'internamento e del sacrificio estremo: tragedie su cui la stessa generazione di italiani ha saputo costruire due valori tra i più preziosi: la democrazia e la libertà.

Anno significativo per le persone che vogliamo onorare. La Commissione Difesa del Senato aveva approvato questo progetto di legge, in sede deliberante, già il 21 novembre 2001. Allora citava il monumento sacrario dei 51 martiri di Leonessa e il monumento sacrario "Ara Pacis Mundi" di Medea. Il testo di legge ci ritorna dalla Camera - a dire il vero dopo un periodo proprio lungo - più completo e significativo, comprendendo pochi casi simbolici. Prevede una spesa anche modesta. Ed è quindi immediatamente applicabile.
Ci sono nella nostra memoria e nelle nostre comunità altri sacrari che hanno le stesse caratteristiche? Certamente sì. Nel mio Veneto potrei enumerarne almeno altri quattro o cinque luoghi. Ma l'obiettivo di questo disegno di legge non è un censimento dei monumenti: è quello di indicare alcune memorie, di richiamare alcuni simboli che possono avere valore generale.
Ricordo che nella precedente legislatura un provvedimento analogo fu approvato dalla Commissione Difesa del Senato in sede deliberante e fu trasmesso alla Camera dei deputati. Poi la legislatura terminò ed ora ci troviamo ad esaminarlo nuovamente. Dobbiamo evitare questo rischio.
Siamo impegnati a farlo anche dalla particolarità del 2005: quest'anno costituisce il sessantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale; è quindi un anno significativo per le persone che vogliamo onorare anche attraverso questi sacrari. Noi dovremmo poter consentire che a Leonessa, Medea, Melle e Terranegra nel corso del 2005 possano svolgersi cerimonie speciali proprio in considerazione dell'approvazione di questa legge, cerimonie durante le quali poter in particolare onorare i superstiti ed i familiari; poter riconoscere insieme a loro che se per sessant'anni si è avuta pace in Europa, è anche merito di coloro che oggi noi vogliamo ricordare con questo provvedimento.

Senza modificare il testo al Senato. Questo obbligo morale che abbiamo nei confronti dei quattro sacrari, non ci esime tuttavia dall'indicare la strada per gli altri luoghi della riconoscente memoria.
Nel corso dell'esame della proposta di legge alla Camera è stato affrontato il problema di quanti e quali siano i monumenti sacrari da equiparare ai cimiteri di guerra. All'interno di questo dibattito, è stata anche valutata la possibilità di delegificare la materia dell'equiparazione, affidando il compito di provvedervi ad appositi decreti del ministro della Difesa. Questa soluzione è stata tuttavia accantonata, soprattutto in considerazione dei potenziali oneri finanziari che avrebbe potuto comportare l'introduzione di una categoria "aperta" di monumenti sacrari da equiparare. Si è, quindi, preferito prevedere una limitata estensione dei monumenti sacrari da equiparare con legge, tenendo conto delle risorse disponibili in bilancio.
Questa limitazione di bilancio resta anche ora ed il tentativo di superarla allungherebbe i tempi parlamentari oltre il 2005.
Dunque la questione non si supera modificando il testo qui al Senato e rinviandolo alla Camera con l'aggiunta di altri luoghi. Io propongo che il problema si superi con un atto di indirizzo proposto dal relatore, che la Commissione potrebbe approvare contestualmente al disegno di legge; questo atto di indirizzo contenga sia la prospettiva della delegificazione, sia un eventuale elenco dei monumenti sacrari da equiparare. Avremmo così sia raggiunto l'obiettivo della conclusione dell'iter qui in Senato per questi sacrari, sia indicata una via celere per gli altri.

Un atto di rispetto da parte della Repubblica. L'obiettivo comune del Parlamento è di non far dimenticare i luoghi ed i simboli della nostra storia. Per questo il gruppo Margherita-L'Ulivo è favorevole all'approvazione ora, subito, del provvedimento, perché ne condividiamo il contenuto e le finalità. Questa legge è fatta di poche parole; sono parole di testimonianze; la spesa è sotto molti aspetti simbolica, ma sarà anche significativa di un impegno nei confronti di coloro che sono scomparsi durante il periodo bellico. Sarà un segno di rispetto per loro da parte della Repubblica, in un momento in cui la memoria ritorna ad essere forte e vivificata da pubblicazioni, da libri, da trasmissioni televisive, da film. Non vogliamo dimenticare. Vogliamo dare al paese gli strumenti per farlo, strumenti che vengono dal cuore delle istituzioni e non solo dalla tv.

9 marzo 2005


9 marzo 2005
sd-134
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Tino Bedin