"Troppi segreti e poca Europa nel regolamento per gli appalti di lavori pubblici della Difesa, che il governo ha presentato in Parlamento", questo il giudizio del senatore Tino Bedin su un atto atteso da 11 anni. Il capogruppo della Margherita in commissione Difesa così spiega: "I segreti diventano trasferimento completo di sovranità quando si tratta dell'Alleanza Atlantica. Non c'è invece traccia delle procedure da seguire per gli interventi della Difesa europea. Vengono poi formalmente non applicate direttive europee in materia di appalti pubblici. Il risultato di queste scelte è la sottrazione di un'altra fetta di investimenti alla concorrenza e al mercato. Ad esempio il governo prevede che il Genio militare possa procedere a trattativa privata per lavori il cui importo ecceda la soglia comunitaria dei trecentomila euro. A queste gare informali di notevole rilievo economico il Genio militare può invitare anche solo cinque imprese, mentre la legge generale sui lavori pubblici prevede che gli invitati siano almeno quindici".
Il senatore Tino Bedin richiama l'attenzione su un aspetto che potrebbe essere oggetto di censura da parte dell'Unione Europea: "La scelta della trattativa privata è poi autoreferenziale, decisa dallo stesso Ministero della Difesa. Occorre invece ricercare una procedura trasparente volta ad accertare l'effettivo carattere militare dell'opera sottoposta a segreto, ad esempio con una comunicazione all'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici nel caso di lavori sottoposti a segreto militare. L'esigenza appare dal testo stesso del decreto: vengono considerate strutture da sottoporre a segreto militare, e quindi a possibile trattativa privata indipendentemente dall'importo delle opere, anche appartamenti per personale militare realizzati al di fuori delle caserme e quindi con le caratteristiche dell'edilizia residenziale pubblica".

1 marzo 2005