SICUREZZA E DIFESA
Dichiarazione di Alex Zanotelli
Addio alla 185/90: "Vergogna Italia"
Definitivo sì della Camera dei deputati alle modifiche della legge sul commercio delle armi

Nella seduta del 3 giugno 2003 la Camera ha definitivamente approvato la modifica alla legge sul commercio delle armi. Pubblichiamo la dichiarazione di padre Alex Zanotelli.

dichiarazione di Alex Zanotelli con Nigrizia e la Campagna in difesa della legge 185

L'approvazione della riforma della legge 185 sull'esportazione di armamenti italiani all'estero è una vera e propria vergogna nazionale. Dopo avere tanto lottato negli anni '80, quand'ero direttore a Nigrizia, su questo problema, e dopo aver dato vita - insieme a tanti altri - alla campagna che porterà alla legge 185 del 1990, oggi mi sento tradito.
Mi sono sentito tradito prima di tutto quando, la scorsa settimana, in Commissione Esteri-Difesa questa riforma della legge è passata per 16 voti contro 15: abbiamo perso per un solo voto. Mi sento tradito perché solo uno della Margherita (uno su dieci) si è presentato in Commissione. Gli altri erano assenti perché la Margherita era spaccata sulla 185. Questo è di una gravità estrema, perché la Margherita durante la guerra all'Iraq aveva promesso, specialmente attraverso il suo segretario Castagnetti, che avrebbe tenuto duro nella sua opposizione alla guerra. Non può ora venire a tradirci in questa maniera proprio sul commercio delle armi. Lo ritengo un tradimento, da parte sia del segretario sia della Margherita.
Secondo, mi addolora profondamente il voto di ieri alla Camera, di 222 per il sì e di 115 no, con 209 tra astenuti e non votanti. Di nuovo sento come tradimento il fatto che la Margherita si sia astenuta in massa e che lo Sdi e l'ex ministro della difesa Mattarella abbiano votato sì. Sarebbe importante sapere al più presto come ognuno abbia votato, e chiedo che questa lista venga diffusa in internet.

Trovo gravissime due cose in questa riforma:
1) il fatto che la modifica alla legge 185 toglie l'end use, cioè sapere dove le armi vadano davvero a finire, permettendo le cosiddette triangolazioni, che ho personalmente testimoniato quando ero direttore a Nigrizia, e che tante morti hanno causato;
2) trovo altrettanto grave che non ci sia più l'obbligo per il governo di presentare la relazione annuale sulle esportazioni autorizzate. Questa è un'altra botta al movimento pacifista ed è soprattutto un'altra maniera per nascondere i loschi traffici di armi.
È altrettanto grave il fatto che le armi potranno essere esportate in paesi dove ci siano violazioni dei diritti umani, purché non "gravi".
Tutto questo ci fa apparire ancora più chiaro come alla Camera non ci sia alcuna idea di etica in questo campo; penso che il Senato si sia comportato con molta più dignità e con molto più senso etico. Rimango esterrefatto da questo comportamento dei deputati. Rimango addolorato al vedere come anche i partiti di opposizione hanno votato. I Comunisti italiani: su 10, 8 si sono astenuti; dei 136 Ds, 36 astenuti; di Rifondazione, su 11, 5 astenuti, tra i quali Bertinotti; dei Verdi, 2 astenuti su 6. È incredibile che 189 deputati non fossero presenti. È una vergogna.

Ora dobbiamo ammettere, da parte di questo movimento che c'è alla base, che abbiamo fatto ultimamente troppa poca pressione a questo livello. Tutto il movimento che si è mosso contro la guerra in Iraq doveva con altrettanta forza muoversi contro le modifiche alla 185: questo non è avvenuto. Un grazie va ai sindacati, in particolare alla Cgil, perché sono rimasti fermi nella loro opposizione alle modifiche.
Ecco perché ritengo importante, a questo punto, ripartire dalla società civile organizzata: davanti al tradimento da parte dei partiti italiani la società civile organizzata dovrà diventare sempre più soggetto politico e fare politica con la P maiuscola. Dobbiamo rilanciare una campagna per ritornare alla 185 e dobbiamo rilanciarla soprattutto in campo europeo, perché con le joint ventures molte armi verranno prodotte con capitali e industrie europee, e sfuggiranno a qualsiasi controllo.
Non basta più l'indignazione, dobbiamo impegnarci. E chiedo a tutti di scrivere ai propri deputati che hanno votato per il sì o che si sono astenuti, dicendo la propria rabbia per questo voto, che significherà più esportazioni di armi italiane, più triangolazioni, più segretume, e sempre più morti fra i poveracci del mondo. Abbiamo le mani macchiate di sangue. Dobbiamo reagire come cittadini in tutte le maniere che possiamo. E chiedo che anche ufficialmente la Conferenza episcopale italiana dica il suo disappunto per quanto è avvenuto, perché la Cei si era data da fare perché queste modifiche non avvenissero; penso sia importante che ora esprima pubblicamente il suo sconcerto.

4 giugno 2003


6 giugno 2003
sd-102
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Tino Bedin