SICUREZZA E DIFESA

Anche con una pausa dei bombardamenti prima dell'inverno
Far arrivare cibo e medicine
alle popolazioni afghane

La mozione di una quarantina di senatori di vari gruppi parlamentari

Il senatore Tino Bedin è tra i firmatari della mozione promossa dalla senatrice Tana de Zulueta sul sostegno ai profughi afgani. La mozione ha raccolto oltre una quarantina di adesioni di fari gruppi parlamentari. Ora è in corso in seno all'Ulivo, sia al Senato che alla Camera, un approfondimento per arrivare ad un documento concordato sul tema delle garanzie per fare giungere alla popolazione civile afgana gli aiuti di cui hanno urgente bisogno.
Questo il testo della mozione.

Il Senato della Repubblica

Considerato che:
- sono in corso attacchi militari americani e inglesi sul territorio afgano con lo scopo di combattere il terrorismo internazionale;
- l'emergenza alimentare in Afganistan riguarda circa sette milioni e mezzo di persone di cui un milione e mezzo in condizione di sfollati, nuovi profughi in fuga dalle città e dai villaggi bombardati. L'emergenza alimentare che affligge un quarto della popolazione afgana è la conseguenza diretta di tre anni di siccità e di oltre dieci di guerra che hanno causato ulteriori cinque milioni di profughi: si stimano tre milioni in Pakistan e 2 milioni in Iran;
- dall'inizio dell'azione militare in Afganistan, le autorità pakistane stimano già cinquantamila ingressi sul loro territorio, mentre tra le dieci e le quindicimila persone sarebbero intrappolate ai confini della frontiera afgana di Chaman e altre decine di migliaia di persone risultano essere in marcia verso un esodo forzato, lontano dagli scenari di guerra;
- lo stesso Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, in epoca antecedente il conflitto, aveva richiamato la comunità internazionale ad una più forte azione in favore dei profughi descrivendo la situazione afgana come la più catastrofica crisi umanitaria del nuovo millennio;
- l'alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Mary Robinson, ha fatto un appello in favore di una pausa dei bombardamenti prima dell'inizio dell'inverno per consentire l'invio di aiuti alimentari. L'inverno, in quei luoghi è particolarmente duro, con escursioni termiche altissime che giungono anche ai -20, -30 gradi C° e che rendono impossibile raggiungere con aiuti di prima necessità le popolazioni dei molti villaggi delle montagne. Se non si farà questo - ha avvertito la Robinson - assisteremo alla morte di centinaia di migliaia, forse milioni di persone quest'inverno per non aver sfruttato l'ultima opportunità o "finestra temporale" per portare cibo e aiuti al popolo afgano. Ha paragonato la situazione a quella del Rwanda, dove morirono oltre ottocentomila persone;
- l'Afganistan era già prima dell'attuale azione militare il paese con il maggior numero di mine inesplose (oltre 10 milioni); da oltre un mese ogni attività di sminamento è interrotta, gli incidenti sono cresciuti, le vie di fuga non sono state bonificate, le organizzazioni incaricate dello sminamento hanno mezzi, guide e personale utili anche al sostegno umanitario;
- le maggiori organizzazioni non governative internazionali e l'agenzia dell'ONU WFP (Word Food Programme), che pure hanno proseguito la loro azione umanitaria, hanno denunciato difficoltà crescenti nel far pervenire gli aiuti alimentari, in particolare, alle popolazioni delle montagne e dei centri periferici. I continui bombardamenti e il generale stato di guerra espone i convogli ad azione di predazione e pedaggio e gli operatori a continui rischi per la loro incolumità fisica. Gli aiuti riescono a giungere solo in pochi centri da cui, però, non avviene lo smistamento verso le altre zone. Una ong italiana, INTERSOS - solo per fare un esempio - qualora cessassero i bombardamenti e venissero riaperte le frontiere, con l'aiuto di alcune organizzazioni umanitarie afgane, in grado di organizzare il trasporto su muli, sarebbe immediatamente pronto a muovere le proprie riserve alimentari stoccate nel Turkmenistan verso le popolazioni delle montagne;
- le maggiori ong inglesi già impegnate nell'azione umanitarie in Afganistan del denunciare l'impossibilità di proseguire nel proprio lavoro hanno lanciato un appello per una pausa dei bombardamenti prima dell'inizio dell'inverno per consentire la distribuzione degli aiuti nelle zone interne;
- i tempi e le modalità dell'azione militare in corso in Afganistan non possono prescindere dalla crisi umanitaria già in atto e della necessaria tutela della popolazione civile;
- il nostro Governo si è impegnato per uno stanziamento di sette milioni di dollari a favore dell'ACNUR. Lo stesso ministro Renato Ruggiero, nel corso della riunione dei ministri degli esteri d'Europa tenutosi recentemente a Lussemburgo, ha sottolineato l'importanza che le operazioni militari sull'Afganistan finiscano al più presto raggiungendo i loro obiettivi evidenziando, peraltro, il costo politico che i bombardamenti e le inevitabili vittime civili producono sulle opinioni pubbliche dei paesi arabi e occidentali e ha auspicato che si passi al più presto alla parte politica.

Impegna il Governo italiano:
a chiedere una pausa dei bombardamenti prima dell'arrivo dell'inverno e prima del 17 novembre (inizio del Ramadam) per consentire di far giungere alle popolazioni martoriate dalla fame e dalla guerra tutti gli aiuti alimentari e i medicinali possibili per scongiurare una catastrofe umanitaria di proporzioni enormi e conseguenze devastanti per la vita di milioni di persone.

25 ottobre 2001

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27 ottobre 2001
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