Guerra in Afghanistan

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Cadoneghe (Padova), 11 ottobre 2002

Questo non vuol dire essere dalla parte di Saddam
Il "no" per gli alpini
è anche un "no" alla guerra preventiva

La risposta europea alla globalizzazione è opposta a quella di Bush


Senatore, lei ha votato no alla nuova missione in Afganistan e quindi devo presumere che lei sia contrario alla guerra preventiva (io la chiamo di aggressione) all'Iraq, senza per questo essere dalla parte del dittatore Saddam.
Forse le mie motivazioni sono diverse, perché io mantengo la mia contrarietà anche sulla missione iniziale visto quanto ha prodotto. Comunque apprezzo e mi congratulo del suo no, anzi la ringrazio. Lo ritengo politicamente molto importante!

Lucio Costa
Risponde Tino Bedin
Egregio Signor Costa, ieri mattina nella Giunta per gli Affari europei del Senato per sottolineare l'importanza della decisione di Prodi di chiedere ai governi dell'Unione di approvare l'ampliamento dell'Europa ho fatto rilevare che questa risposta alle sfide della globabilizzazione e della competizione è l'esatto contrario della risposta americana; l'Europa ha scelto la strata della pace e della integrazione; gli Usa sembrano voler imboccare quella della guerra preventiva e della contrapposizione.
Contro questa scelta di Bush sono intervenuto subito, con un editoriale sul mio sito internet e con un articolo che è stato pubblicato dai settimanali cattolici del Veneto.
Alla base del mio voto contrario all'utilizzo degli alpini in questa fase della missione "Libertà duratura", oltre alle ragioni che ho illustrate nella mia Lettera dal Senato, c'è anche la consapevolezza che la "rotazione" dei reparti impegnati può essere parte della preparazione all'attacco all'Iraq da parte degli angloamericani.
Quanto all'inizio di "Libertà duratura", conservo la mia convinzione che sia stata una risposta che ha portato a dei risultati. Ma non ho la pretesa di convincerla.

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12 ottobre 2002
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Tino Bedin