| Caro Senatore, ieri sera era nel mio paese, a Battaglia Terme, dove altre  volte è già stato ed io ho avuto modo di apprezzarLa quale persona onesta,  competente e capace di farsi capire dalla gente.
 Ricevo, dagli amici della Margherita, le lettere  che scrive sui vari temi di attualità e politica. In quella n. 57 parla dell'Euro con  argomentazioni intelligenti; certo ora quella moneta ci unisce ma tanta strada  dobbiamo fare ancora per creare un comune sentire europeo.
 Personalmente mi sento in questo momento molto più  toccato dalle nuove ricette liberiste del governo italiano, che sembrano voler  di molto ridurre le conquiste dei lavoratori degli anni 60 e 70.
 Sono indignato dal modo strumentale in cui si  utilizza l'Europa per veicolare le tesi più diverse (l'UE chiede più  flessibilità nelle imprese ed allora l'UE va bene al governo, però se ci  sono le rogatorie da rivedere allora per Bossi &C l'UE diventa una  forcolandia stalinista).
 Io credo che grazie alla serietà del nostro popolo che  ha riposto fiducia nei governanti dell'Ulivo, in primis Romano Prodi, siamo  entrati a testa alta nella moneta unica, ma che ora si debbano dare contenuti  autentici, alti e condivisi alla parola Europa; sarebbe ben poca cosa spendere  la stessa moneta a Stoccolma, Lisbona ed Atene se in tutta l'Europa  non ci si muovesse in un piano di valori etici - soprattutto nell'economia - che  pongano l'uomo e non le finanze al centro della scena.
 Mi riferisco, prima ancora che alla nuova  Costituzione, ad una definizione di parametri di tutela sociale, sanitaria, di  diritto allo studio, di sostegno alle famiglie, di dignità del lavoro e dei  lavoratori, di rispetto di regole comuni per quanto attiene l'eleggibilità e le  incompatibilità per chi detiene la proprietà di strumenti di consenso; anche le  norme tributarie (aliquote IVA, etc) dovrebbero essere armonizzate se non  proprio uniformi; e così pure le modalità di ottenere autorizzazioni e servizi  della pubblica amministrazione; similitudine di norme negli appalti pubblici e  nei modi di approvazione e realizzazione delle infrastrutture indispensabili  alla circolazione di uomini e merci.
 Insomma vorrei che davvero cadessero i muri e  le discriminazioni ancora presenti tra i vari paesi, o per meglio dire, nelle  condizioni di vita dei cittadini dei vari stati europei.
 Troppo spesso invece i politici italiani di  problemi concreti non parlano, recitando ruoli incomprensibili di quel  teatrino della politica sempre più distante ed ermetico, anche nel linguaggio  dalla vita reale delle famiglie.
 Non sento chiare e dettagliate argomentazioni  del centrosinistra alle malefatte di questo governo confindustriale, che riduce  le tasse ai più ricchi e non aumenta le pensioni come aveva dichiarato in  campagna elettorale; un primo ministro fa le corna goliardicamente in un  alto consesso internazionale, si fa beffe dei suoi stessi ministri dicendo al  primo ministro tedesco di non prendere sul serio Bossi ed il suo linguaggio  "colorito" e non sento levarsi alta ed indignata la voce di  nessuno...
 Sono preoccupato  dall'insofferenza alla critica, anche quella non sgangherata, che mi pare  permeare molta parte dell'attuale maggioranza e le vicende della Rai ed anche  l'attesa per l'intervento di Benigni a Sanremo la dicono lunga sulla voglia di  restaurara la censura o, peggio, l'ostracismo di chi non è  allineato.
 Troppa carne al fuoco in questa mia  lettera, per cui è giusto mi fermi qui, chiedendoLe di farsi sentire di più, di  esserci vicino, per non farci provare l'amara sensazione di essere  ricordati solo nelle campagne elettorali e poi abbandonati.
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    | Risponde Tino Bedin Carissimo Massimo Momolo, la mia presenza a Battaglia Terme (dove ero stato pochissime settimane prima per preparare il passaggio dal Ppi alla Margherita), la mia Lettera dal Senato, l'importanza che do alla comunicazione internet con il sito www.euganeo.it, sono tutti modi per non far sentire "abbandonati" gli elettori dell'Ulivo. Forse non sono sufficienti; bisogna trovare anche altri modi: alcuni non dipendono solo da me. Un modo molto utile, ad esempio, è proprio la sua lettera.
 Essa aiuta a calibrare la nostra azione sulla base dei messaggi che essa produce nell'elettorato e non solo sulla base delle nostre convinzioni. Lei, ad esempio, dice di non aver sentito chiare e dettagliate argomentazioni del centrosinistra sulle malefatte di questo governo confindustriale. Eppure sia in Parlamento sia a livello politico il contrasto alle decisioni sovversive della Destra è stato ed è forte. Ma non è colto. Non è da solo. I "girotondini" sono altre, tante altre persone che non "sentono" la voce della loro rappresentanza politica. Occorre porvi rimedio, indipendentemente dalle nostre opinioni.
 Sui contenuti della sua lettera sono dunque d'accordo. Mi sembra utile far girare le sue idee anche al di là del dialogo fra noi due: per questo mi sono permesso di pubblicarle sul mio sito internet (trova la lettera all'indirizzo www.euganeo.it/dialogo). Voglio solo sottolineare quello che lei dice dell'Europa: ritengo anch'io essenziale il cammino che dia gli stessi diritti e le stesse opportunità a tutti i cittadini europei. Per questo nella mia recente attività parlamentare ho molto insistito nella preparazione del recente Consiglio europeo di Barcellona, che doveva fare il punto proprio sull'Europa sociale e del lavoro. Anche in questo caso c'è stato il silenzio del governo (del resto con Berlusconi nel doppio incarico il Parlamento aveva ancor meno interlocutori).
 Tuttavia non smetteremo. So che il futuro dell'Europa è nel consenso dei propri cittadini. Essi l'hanno amata e la amano perché ha costruito e difeso la pace sul continente; oggi le chiedono di costruire la giustizia e di estendere le libertà. È quello che vogliamo che avvenga.
 
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