Germania e Unione Europea
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Berlino, 31 marzo 2020

Se non dimostrerà di esistere, l'Europa cesserà di esistere
Cari amici tedeschi,
la memoria aiuta a prendere le decisioni giuste

L'Unione Europea ha come pilastri la solidarietà e la scelta di un "destino comune": se si segano questi pilastri viene giù l'intera costruzione

Cari amici tedeschi,
con il Coronavirus la storia è tornata in Occidente. Dopo trent'anni in cui l'unica cosa rilevante è stata l'economia, oggi la sfida torna ad essere, come in passato, politica, culturale e umana. La prima sfida riguarda l'esistenza stessa dell'Unione Europea. Oggi l'Unione europea non ha i mezzi per reagire alla crisi in modo unitario. E se non dimostrerà di esistere, cesserà di esistere.
Per questo 9 stati europei (tra cui Italia, Francia, Spagna e Belgio) hanno proposto l'emissione di Eurobond per far fronte alla crisi. Non si chiede la mutualizzazione dei debiti pubblici pregressi, ma di dotare l'Unione Europea di risorse sufficienti per un grande "rescue plan" europeo, sanitario, economico e sociale, gestito dalle istituzioni europee.
L'Olanda capeggia un gruppo di Paesi che si oppone a questa strategia e la Germania sembra volerla seguire. L'Olanda è il Paese che attraverso un regime fiscale "agevolato", sta sottraendo da anni risorse fiscali da tutti i grandi Paesi Europei. A farne le spese sono i nostri sistemi di welfare e dunque i nostri cittadini più deboli. Quelli che oggi sono più colpiti dalla crisi. L'atteggiamento dell'Olanda è a tutti gli effetti un esempio di mancanza di etica e solidarietà. Solidarietà che molti Paesi europei vi hanno dimostrato dopo la guerra e fino alla riunificazione.
Il debito della Germania dopo il 1945, era di 29,7 miliardi di marchi di allora. La Germania non avrebbe mai potuto pagare. Nel 1953 a Londra, ventuno Paesi (tra cui Francia, Italia, Spagna e Belgio) consentirono alla Germania di dimezzare il debito e di dilazionare i pagamenti del debito restante. In questo modo, la Germania poté evitare il default.
Di quella decisione dell'Italia, siamo ancora oggi convinti e orgogliosi. Lo ripetiamo: in questo caso, con gli "Eurobond" dedicati al Coronavirus, non si cancelleranno o mutualizzeranno i debiti pregressi.
Cari amici tedeschi, la memoria aiuta a prendere le decisioni giuste.
Il vostro posto è con i grandi paesi europei. Il vostro posto è con l'Europa delle Istituzioni, dei valori di libertà e solidarietà. Non al seguito di piccoli egoismi nazionali.
Dimostriamo insieme che l'Europa è più forte di chi la vuole debole.

Carlo Calenda, eurodeputato
Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia-Romagna
Giovanni Toti, governatore della Liguria - Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia
Marco Bucci, sindaco di Genova - Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona
Virginio Merola, sindaco di Bologna - Giuseppe Sala, sindaco di Milano
Emilio del Bono, sindaco di Brescia - Sergio Giordani, sindaco di Padova
Giorgio Gori, sindaco di Bergamo - Francesco Italia, sindaco di Siracusa

Commenta Tino Bedin

Nell'inviarci il testo della lettera, Carlo Calenda ha annotato che "voglio condividere con te il testo della lettera ai cittadini tedeschi, firmata da Beppe Sala, Giorgio Gori, Stefano Bonaccini, Giovanni Toti e altri sindaci in prima linea per fronteggiare l'emergenza Coronavirus, che abbiamo pubblicato stamattina sul principale quotidiano tedesco per ricordare alla Germania come dovrebbe comportarsi un grande Paese durante un'emergenza".
Si tratta di una iniziativa europea nel contenuto, nazionale nei firmatari e indovinata dei contenuti. Mi auguro che serva. Anzi, credo che servirà. Nel 2008, con la grande crisi finanziaria, non fu possibile vincere le resistenze agli eurobond. Fu una grave sconfitta, che produsse molte ferite a cui nel 2012 fu necessario porre rimedio almeno con il "cerotto" dello "scudo anti-spread", che l'Eurogruppo non ha mai attivato ma che è ha consentito alla Bce di Mario Draghi si adottare il famoso "whateler it takes", cioè gli interventi necessari "ad ogni costo" per bloccare la speculazione sull'euro.
Se quelle resistenze del 2008 continueranno oggi, con l'intero continente in sofferenza per la pandemia, non produrranno solo merite: saranno micidiali per l'Europa: la Comunità Europea, l'Unione Europea ha come pilastri la solidarietà e la scelta di un "destino comune": se si segano questi pilastri viene giù l'intera costruzione.

    Partecipa al dialogo su questo argomento

20-di-08
31 marzo 2020
scrivi al senatore
Tino Bedin