Siamo Europei e Partito Democratico
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Roma, 3 aprile 2019

Dobbiamo lasciarci alle spalle le polemiche interne, il fuoco amico, i distinguo
L'Italia e l'Europa sono più forti di chi le vuole deboli!
Una campagna elettorale che per il NordEst vale il futuro: siamo geograficamente al centro dell'Europa
  

Tino,
la campagna elettorale per le elezioni europee è partita e SiamoEuropei sarà presente con il suo logo insieme a quello del PD in una lista aperta di forze europeiste. Avremmo voluto avere con noi anche +Europa e Italia in Comune. Purtroppo questi due partiti hanno fatto la scelta di andare da soli e di non aderire al Manifesto. Ho trovato incomprensibile il rifiuto di +Europa, motivato in un primo momento con la necessità di ribadire la loro identità, anche alla luce della successiva scelta di fare un accordo con Italia in Comune che ha posizioni ben più a sinistra del PD. Non ci resta che fargli gli auguri per il raggiungimento del quorum. Un traguardo non semplice. Speriamo che nessun voto venga sprecato.
A chi, in questi giorni, mi ha chiesto perché ho deciso di andare avanti comunque con il PD ho risposto che SiamoEuropei non è un movimento nato per dividere o per diventare un partito alle elezioni europee. Questi punti sono chiari ed espliciti fin dal momento del lancio del Manifesto. E per noi la coerenza dei comportamenti deve essere un principio irrinunciabile. Abbiamo sempre pensato che la sfida delle elezioni europee si debba fronteggiare prima di tutto con l'unità delle forze europeiste. Il PD ha scelto convintamente di aderire al Manifesto e di dare spazio al nostro simbolo. Andare da soli o, peggio, con chi non ha voluto aderire al nostro programma sarebbe stato incomprensibile.
Faremo grande attenzione alla composizione della lista. L'apertura a personalità esterne al PD sarà fondamentale così come la qualità dei candidati. Intanto nel Nord io e Giuliano Pisapia, uno dei primi firmatari di SiamoEuropei, saremo candidati come capolista. Ho scelto il Nord Est pur sapendo che non sarà una sfida semplice. Voglio convincere i cittadini, anche chi ha votato Lega e M5S, che questo Governo sta portando il paese a sbattere. Chi lavora, studia, produce e fatica non può trovare nella Lega e nel M5S una rappresentanza adeguata. L'Italia sta finendo ai margini dell'Europa e dell'Occidente, mentre la recessione colpisce chi è più debole e mina la sicurezza finanziaria della nazione.
Abbiamo anche deciso di darci una struttura stabile, aprendo un'associazione e dotandoci di uno staff. Dopo le elezioni SiamoEuropei rimarrà e continuerà a crescere anche sui territori. Vogliamo diventare il luogo dove i cittadini liberali, democratici e progressisti potranno trovare un punto di riferimento. Le elezioni nazionali non sono lontane e dobbiamo iniziare a prepararci.
E dunque si parte per la sfida elettorale più importante per l'Italia e per l'Europa. Dobbiamo lasciarci alle spalle le polemiche interne, il fuoco amico, i distinguo. Dobbiamo reagire compatti. Dobbiamo dimostrare che l'Italia è più forte di chi la vuole debole.

Carlo Calenda

Commenta Tino Bedin

Caro Calenda, grazie dell'aggiornamento e soprattutto grazie dei contenuti e dello spirito che lo anima. Mi auguro che per tutti nel Partito Democratico e attorno al Partito Democratico ci sia questo spirito.
A NordEst non sarà proprio una sfida semplice: in questa comunità, ricca di volontà e di coraggio, colgo infatti una certa resistenza ad "accettare" che i grandi limiti di questo governo dipendano oggettivamente dalla Lega di Salvini, che di questo governo è anche visivamente l'unico capo. C'è quasi sempre l'autoconsolazione che l'incapacità sia esclusivamente del partito dei Cinquestelle e che l'inconcludenza sul piano sociale, economico e internazionale derivi da… chi c'era prima. Quasi tutto viene "perdonato": ad esempio la sicumera del leghista Zaia sulla data dell'autonomia (15 febbraio 2019) non sembra lasciare traccia di disillusione.
Adesso però c'è una campagna elettorale che per il NordEst vale il futuro: siamo geograficamente al centro dell'Europa, senza la quale torneremmo ad essere periferia, non solo del continente ma anche di Roma.

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Tino Bedin