COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Una mozione chiede la guida della Corte di giustizia
Trasparenza nella cancellazione
del debito dei paesi impoveriti

Salvaguardare l'uso sociale delle risorse

Il Senato ha al proprio esame il disegno di legge 3285 relativo alla partecipazione italiana ai fondi internazionali di sviluppo. Sui temi in discussione il senatore Francesco Martone si è fatto promotore di un ordine del giorno, che è stata sottoscritta anche dal senatore Tino Bedin.

Il Senato, considerato che:
- il disegno di legge 3285 reca tra le varie disposizioni relative alla partecipazione finanziaria italiana a Fondi internazionali di sviluppo, il rifinanziamento della quota italiana al HIPC Trust Fund, fondo fiduciario per il finanziamento dei programmi HIPC per la riduzione e cancellazione del debito estero dei paesi poveri maggiormente indebitati;
- il debito estero impedisce il raggiungimento di fondamentali obiettivi di sviluppo e soddisfacimento dei diritti umani più elementari, sui quali pure si registra il consenso formale della totalità dei governi e delle organizzazioni internazionali, ivi incluso il governo italiano e le organizzazioni internazionali delle quali l¹Italia fa parte;
- i meccanismi di negoziazione del debito estero finora attuati nell'ambito dell'iniziativa HIPC , senza un piano unitario di approccio al problema, si sono rivelati soluzioni tampone destinate a fallire nel giro di pochi anni;
- nonostante le aspettative il prossimo vertice del G8 di Edimburgo rischia di concludersi con impegni generici di cancellazione "fino al 100% del debito dei paesi poveri" , ma su base individuale, caso per caso;
- l'Italia dispone di una legge sul debito, la 209/2000 che pone il paese all'avanguardia a livello mondiale;

impegna il Governo a:
- sostenere ai sensi della legge 209/2000 in ambito Onu la richiesta di un parere non vincolante della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja sul debito estero, le sue fonti e i suoi meccanismi che possa costituire una linea guida internazionale condivisa e autorevole cui uniformare anche la condotta del governo italiano;
- riferire in Parlamento sullo stato di attuazione della legge 209/2000; - avviare unilateralmente, coinvolgendo attivamente il Parlamento, l'esame approfondito di tutti i crediti italiani verso paesi indebitati, per studiare processi trasparenti, equi e partecipati per il negoziato e l'eventuale cancellazione dei crediti stessi in modo da salvaguardare la destinazione sociale dei fondi e delle risorse liberate con la riduzione e la cancellazione del debito estero;
- coinvolgere nell'insieme di queste azioni e in ciascuna di essere le reti e le organizzazioni non governative e della società civile che da anni lavorano sulla questione del debito estero dei paesi poveri e ne hanno approfondito meccanismi e impatto sociale ed economico.

Martone, Bedin e altri

17 febbraio 2005


19 febbraio 2005
ci-042
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Tino Bedin