COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Mozione al Senato sulla Conferenza di Cancun
Garantire al Sud del mondo
il diritto ai farmaci indispensabili

L'Italia deve onorare l'impegno ad accrescere il contributo finaziario alla cooperazione allo sviluppo

Il Senato,
considerando che il prossimo 10-14 settembre si terrà a Cancun (Messico) la quinta Conferenza Ministeriale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (in seguito OMC), tappa intermedia del cosiddetto Development Round iniziato nel 2001 a Doha;

ricordando:
- il ruolo importante del Governo italiano in quanto prossimo presidente di turno dell'Unione Europea e paese ospite dell'incontro informale del Consiglio dei Ministri del commercio dell'Unione Europea, in programma a Palermo il 6 luglio 2003, che definirà la posizione negoziale dell'Unione Europea in vista del vertice di Cancun;
- che nel corso della V Conferenza Ministeriale i paesi membri dell'OMC dovranno discutere temi di fondamentale importanza, tra i quali l'agricoltura, le tariffe per i prodotti industriali, l'accesso ai farmaci, il trattamento speciale e differenziato per i paesi in via di sviluppo, i servizi essenziali a partire dalla gestione dell'acqua, l'eventuale avvio di nuovi negoziati su investimenti, concorrenza e trasparenza negli appalti pubblici, ed infine la valutazione dell'attuazione degli accordi esistenti in sede OMC e l'eventuale riforma del meccanismo di risoluzione delle dispute di questa istituzione;

ribadendo la centralità dell'approccio multilaterale nei temi relativi a pace, sicurezza, sviluppo e lotta alla povertà ed il ruolo centrale ed imprescindibile delle Nazioni Unite a tal riguardo;

ricordando inoltre:
- gli impegni presi dalla comunità internazionale e dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel corso del Summit del Millennio del 2000 e dei vertici di Johannesburg e Monterrey, rispettivamente sullo sviluppo sostenibile e sulla finanza per lo sviluppo, impegni che si concretizzano nei cosiddetti Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals o MDG);
- che tra i Millennium Development Goals vi è quello di eliminare la povertà estrema e la fame dimezzando entro il 2015 la percentuale di persone con reddito inferiore ad un dollaro al giorno e di quanti soffrono la fame ed il numero di persone che non hanno accesso ad acqua potabile e sistemi sanitari, assicurare entro il 2015 che tutti i bambini e le bambine del mondo possano accedere ad istruzione elementare, migliorare la salute materna, combattere l'HIV/AIDS e sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo espandendo un sistema finanziario e commerciale aperto, equo, basato su regole e non discriminatorio ed assicurando la sostenibilità ambientale, integrando i principi dello sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi nazionali;

sottolineando l'urgenza che i Paesi membri dell'Unione Europea tengano fede all'impegno che hanno assunto alla Conferenza su Finanza e Sviluppo che si è tenuta nel marzo 2002 a Monterrey e al successivo Vertice di Barcellona. In tali incontri i Paesi membri si sono impegnati a destinare entro il 2006 lo 0,39% del prodotto interno lordo alla cooperazione allo sviluppo nel quadro del raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e in tale contesto, per l'Italia, vi è l'impegno di tener fede agli accordi di Barcellona che contemplano, per il nostro paese, il raggiungimento dello 0,3% del prodotto interno lordo da destinare alla cooperazione allo sviluppo entro il 2006;

notando il lavoro svolto in ambito delle Nazioni Unite, specificamente nel Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC), per garantire coerenza tra le politiche delle istituzioni finanziarie internazionali, l'Organizzazione Mondiale del Commercio e le priorità programmatiche delle agenzie ONU;

sollecitando un impegno del Governo italiano nel promuovere un dibattito aperto sulla proposta francese per la creazione di un Consiglio di Sicurezza Economico e Sociale in ambito ONU volto ad assicurare coerenza delle politiche economiche, finanziarie e di sviluppo a livello multilaterale;

auspicando il contributo del Governo italiano nell'approfondire la fattibilità della proposta inglese per la creazione di una temporanea International Finance Facility volta ad assicurare il raddoppio dei fondi per l'aiuto allo sviluppo per sostenere l'attuazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio entro l'anno 2015;

ricordando alcuni dei problemi strutturali e macroeconomici che aggravano la condizione dei paesi in via di sviluppo o di quelli poveri maggiormente indebitati quali la volatilità dei prezzi delle materie prime, l'impatto relativamente benevolo dei programmi di liberalizzazione attuati nel corso dell'Uruguay Round a livello locale e globale, le asimmetrie ed i gap esistenti tra le richieste fatte dai paesi ricchi ai paesi in via di sviluppo e le offerte dei primi, come, ad esempio, nel caso dell'apertura dei mercati o della liberalizzazione dei servizi pubblici essenziali quali l'acqua, che - in quanto diritto umano fondamentale - non può essere incluso in tali accordi;

notando:
- con preoccupazione come alcune richieste avanzate dall'Unione Europea nei confronti dei paesi in via di sviluppo nel negoziato sull'accordo generale sulla commercializzazione dei servizi (GATS) potrebbero pregiudicare il perseguimento dei Millennium Development Goals, visto che in molti casi una liberalizzazione ed una apertura affrettata alla competizione internazionale non sarebbero il modo migliore per perseguire gli obiettivi degli MDG, tra cui l'MDG2 sull'accesso all'istruzione, gli MDG 4, 5, e 6 sulla sanità pubblica e l'MDG 7 sull'accesso all'acqua, e che gli stessi MDG non indicano una strategia univoca di perseguimento di questi obiettivi;
- con interesse la proposta presentata dal governo francese al G8 di Evian di una moratoria sui crediti alle esportazioni di prodotti agricoli per i paesi africani fino al termine del round negoziale di Doha, come primo passo per arrestare il fenomeno del "dumping" che compromette seriamente le possibilità di crescita e sviluppo dei paesi del sud del mondo e dei loro mercati agricoli in particolare, come denunciato dalla stessa OMC nell'accordo Anti-Dumping per il rafforzamento dell'art. 4 del GATT e nell'Accordo sui Sussidi e le Misure antisovvenzioni che riconoscono come "sleali" tali pratiche commerciali che distorcono le condizioni di libera concorrenza;

rilevando come, al fine di assicurare la sovranità alimentare dei paesi in via di sviluppo, sarebbe auspicabile l'esenzione del cibo prodotto per il consumo locale da piccoli agricoltori dalla disciplina dell'Accordo sull'Agricoltura sui sussidi e le liberalizzazioni;

prendendo atto che la richiesta del Governo italiano di ottenere un valido riconoscimento delle denominazioni geografiche per numerosi prodotti agricoli in sede OMC trova la forte opposizione degli Stati Uniti e potrebbe essere accettata dai paesi membri dell'OMC soltanto se altre significative concessioni nel settore agricolo fossero avanzate dall'Unione Europea;

sottolineando i rischi connaturati, al momento attuale, ad un allargamento dell'agenda negoziale a questioni quali gli investimenti, che creerebbe - nelle condizioni attuali - una situazione di svantaggio per quei paesi che ne dovrebbero invece beneficiare, e che tale eventualità è molto criticata dalle organizzazioni sindacali e della società civile e trova l'opposizione di paesi chiave del sud del mondo, quali India e Cina;

riconoscendo la necessità di tutelare la facoltà dei governi dei paesi in via di sviluppo di mantenere strumenti di controllo pubblico sui flussi di investimenti diretti esteri al fine di orientarli verso il perseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio;

notando con preoccupazione un arretramento su alcuni impegni acquisiti a Doha, quali quello relativo all'accesso ai farmaci ed in particolare relativamente al paragrafo 6 della "Dichiarazione di Doha sull'Accordo dei TRIPS e la Salute Pubblica", che riconosce la facoltà per i paesi con insufficienti o inesistenti capacità produttive e tecnologiche nel settore farmaceutico di avvalersi delle norme di salvaguardia della salute pubblica, utilizzando le eccezioni ai diritti di proprietà intellettuale contemplate nell'accordo TRIPS, volte a garantire un approvvigionamento sicuro dei farmaci ad un prezzo equo;

sottolineando con preoccupazione la poca importanza attribuita nell'agenda negoziale del vertice di Cancun alla questione cruciale della relazione tra OMC ed accordi multilaterali sull'ambiente (MEAs) e l'esclusione dall'agenda di Doha di questioni cruciali quali l'integrazione dei diritti sociali ed umani e delle norme fondamentali del lavoro nelle politiche commerciali;

ricordando come con la ratifica del cinquantesimo stato (Palau, lo scorso 15 giugno) il protocollo sulla biosicurezza di Cartagena sarà ufficialmente adottato dalle Nazioni Unite nei prossimi 90 giorni e che questo protocollo definisce regole per l'uso di Organismi Geneticamente Modificati, nonché ha come obiettivo quello di aumentare la trasparenza sul commercio internazionale di OGM introducendo misure per la protezione dell'ambiente e della salute umana;

prendendo a tal riguardo atto dell'intento annunciato da paesi quali gli Stati Uniti d'America di chiedere la rimozione della moratoria dell'Unione Europea sugli OGM dietro minaccia di una azione legale in sede OMC;

sostenendo l'opportunità di integrare nelle politiche commerciali e di cooperazione anche le questioni relative alla sicurezza ed alla prevenzione dei conflitti, quali quelli generati dal commercio illegale di materie prime come previsto dagli articoli XX (a) e XXI (c) del GATT sulle "conflict exclusion" e riconoscendo l'importanza del lavoro svolto dall'Unione Europea a tal riguardo, ed in particolare sulla certificazione;

ritenendo inderogabile una riforma dei meccanismi decisionali del WTO che permetta trasparenza, partecipazione e accesso all'informazione a tutte le delegazioni dei paesi membri, abolendo pratiche esclusive quali le cosiddette "Green Rooms";

sottolineando l'urgenza di un impegno forte per assicurare ai paesi in via di sviluppo strumenti e capacità tecniche per mettere in atto le politiche commerciali approvate, la cosiddetta "implementation",

impegna il Governo:
- a sostenere la moratoria de facto proclamata nell'ottobre 1998 tesa a sospendere il processo di autorizzazione di nuovi OGM fino a quando non sia portato a compimento un quadro legislativo appropriato per regolamentare l'insieme delle questioni inerenti alla coltivazione e commercializzazione di prodotti geneticamente modificati, facendo in modo che il principio di precauzione, già adottato nel Protocollo di Cartagena sulla Biodiversità, venga adottato in via prioritaria anche in riferimento a vertenze di carattere commerciale;
- a sostenere la piena ed effettiva attuazione delle eccezioni sanitarie previste dagli accordi TRIPS, affinché i paesi del sud del mondo possano produrre ed importare i farmaci generici, necessari a garantire il diritto alla salute delle popolazioni, secondo quanto già deciso nel corso della scorsa Conferenza Ministeriale di Doha e seguendo l'art. 30 del negoziato TRIPS, secondo quanto raccomandato dall'OMS il 17 settembre 2002;
- a riconoscere il diritto alla sovranità ed alla sicurezza alimentare di tutti i paesi come sollecitato dal Vertice FAO del giugno 2002 attraverso l'abolizione di tutte quelle pratiche che favoriscono il "dumping" e la creazione di meccanismi adeguati che assicurino la massima trasparenza nelle forme di sostegno alla produzione e tutelino le colture tradizionali e di sussistenza nei paesi in via di sviluppo;
- a sostenere l'esclusione dell'acqua dal negoziato GATS alla pari degli altri beni pubblici essenziali quali i trasporti, la sanità e l'istruzione;
- ad adoperarsi per il rinvio dell'inizio di nuovi negoziati OMC sui "Temi di Singapore" fin tanto che non si valutino gli impatti economici e di sviluppo della liberalizzazione degli investimenti esteri nei paesi in via di sviluppo;
- ad adoperarsi perché l'Italia tenga fede agli accordi di Barcellona che prevedono per il nostro paese lo 0,3% del prodotto interno lordo entro il 2006 per la cooperazione allo sviluppo come primo passo per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio;
- a riaffermare la prevalenza dei trattati ONU e delle sue agenzie, gli standard fondamentali del lavoro definiti dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e gli Accordi Multilaterali sull'Ambiente rispetto alle regole del commercio, aggiornando pertanto l'art. XX, allegato 1a, dell'OMC sulle Eccezioni generali a partire dall'inserimento dei diritti umani;
- a contribuire al perseguimento del Partenariato per lo Sviluppo (MDG8) sostenendo la democratizzazione delle istituzioni finanziarie internazionali e la revisione delle loro condizionalità e criteri di concessione dei crediti, la revisione dell'accordo sui servizi finanziari in ambito OMC, la messa a punto di misure di regolamentazione degli "hedge fund" e dei flussi finanziari a carattere speculativo e, per quanto concerne il target 15 dell'MDG8 sul debito estero, proponendo strumenti innovativi rispetto alla iniziativa HIPC, tra cui processi di arbitrato internazionale indipendente ed equo e la democratizzazione dell'OMC;
- a rafforzare la collaborazione tra OMC, UNEP e principali accordi multilaterali sull'ambiente promuovendo tra l'altro la costituzione di un gruppo di lavoro congiunto tra agenzie ONU, ECOSOC, OMC ed OCSE per studiare strumenti di controllo e prevenzione del commercio internazionale di risorse provenienti da aree di conflitto.

MARTONE, BEDIN e altri

25 giugno 2003


2 agosto 2003
ci-026
scrivi al senatore
Tino Bedin