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COOPERAZIONE INTERNAZIONALE |
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Mozione al Senato sulla Conferenza di Cancun Garantire al Sud del mondo il diritto ai farmaci indispensabili L'Italia deve onorare l'impegno ad accrescere il contributo finaziario alla cooperazione allo sviluppo |
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ricordando: ribadendo la centralità dell'approccio multilaterale nei temi relativi a pace, sicurezza, sviluppo e lotta alla povertà ed il ruolo centrale ed imprescindibile delle Nazioni Unite a tal riguardo;
ricordando inoltre: sottolineando l'urgenza che i Paesi membri dell'Unione Europea tengano fede all'impegno che hanno assunto alla Conferenza su Finanza e Sviluppo che si è tenuta nel marzo 2002 a Monterrey e al successivo Vertice di Barcellona. In tali incontri i Paesi membri si sono impegnati a destinare entro il 2006 lo 0,39% del prodotto interno lordo alla cooperazione allo sviluppo nel quadro del raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e in tale contesto, per l'Italia, vi è l'impegno di tener fede agli accordi di Barcellona che contemplano, per il nostro paese, il raggiungimento dello 0,3% del prodotto interno lordo da destinare alla cooperazione allo sviluppo entro il 2006; notando il lavoro svolto in ambito delle Nazioni Unite, specificamente nel Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC), per garantire coerenza tra le politiche delle istituzioni finanziarie internazionali, l'Organizzazione Mondiale del Commercio e le priorità programmatiche delle agenzie ONU; sollecitando un impegno del Governo italiano nel promuovere un dibattito aperto sulla proposta francese per la creazione di un Consiglio di Sicurezza Economico e Sociale in ambito ONU volto ad assicurare coerenza delle politiche economiche, finanziarie e di sviluppo a livello multilaterale; auspicando il contributo del Governo italiano nell'approfondire la fattibilità della proposta inglese per la creazione di una temporanea International Finance Facility volta ad assicurare il raddoppio dei fondi per l'aiuto allo sviluppo per sostenere l'attuazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio entro l'anno 2015; ricordando alcuni dei problemi strutturali e macroeconomici che aggravano la condizione dei paesi in via di sviluppo o di quelli poveri maggiormente indebitati quali la volatilità dei prezzi delle materie prime, l'impatto relativamente benevolo dei programmi di liberalizzazione attuati nel corso dell'Uruguay Round a livello locale e globale, le asimmetrie ed i gap esistenti tra le richieste fatte dai paesi ricchi ai paesi in via di sviluppo e le offerte dei primi, come, ad esempio, nel caso dell'apertura dei mercati o della liberalizzazione dei servizi pubblici essenziali quali l'acqua, che - in quanto diritto umano fondamentale - non può essere incluso in tali accordi;
notando: rilevando come, al fine di assicurare la sovranità alimentare dei paesi in via di sviluppo, sarebbe auspicabile l'esenzione del cibo prodotto per il consumo locale da piccoli agricoltori dalla disciplina dell'Accordo sull'Agricoltura sui sussidi e le liberalizzazioni; prendendo atto che la richiesta del Governo italiano di ottenere un valido riconoscimento delle denominazioni geografiche per numerosi prodotti agricoli in sede OMC trova la forte opposizione degli Stati Uniti e potrebbe essere accettata dai paesi membri dell'OMC soltanto se altre significative concessioni nel settore agricolo fossero avanzate dall'Unione Europea; sottolineando i rischi connaturati, al momento attuale, ad un allargamento dell'agenda negoziale a questioni quali gli investimenti, che creerebbe - nelle condizioni attuali - una situazione di svantaggio per quei paesi che ne dovrebbero invece beneficiare, e che tale eventualità è molto criticata dalle organizzazioni sindacali e della società civile e trova l'opposizione di paesi chiave del sud del mondo, quali India e Cina; riconoscendo la necessità di tutelare la facoltà dei governi dei paesi in via di sviluppo di mantenere strumenti di controllo pubblico sui flussi di investimenti diretti esteri al fine di orientarli verso il perseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio; notando con preoccupazione un arretramento su alcuni impegni acquisiti a Doha, quali quello relativo all'accesso ai farmaci ed in particolare relativamente al paragrafo 6 della "Dichiarazione di Doha sull'Accordo dei TRIPS e la Salute Pubblica", che riconosce la facoltà per i paesi con insufficienti o inesistenti capacità produttive e tecnologiche nel settore farmaceutico di avvalersi delle norme di salvaguardia della salute pubblica, utilizzando le eccezioni ai diritti di proprietà intellettuale contemplate nell'accordo TRIPS, volte a garantire un approvvigionamento sicuro dei farmaci ad un prezzo equo; sottolineando con preoccupazione la poca importanza attribuita nell'agenda negoziale del vertice di Cancun alla questione cruciale della relazione tra OMC ed accordi multilaterali sull'ambiente (MEAs) e l'esclusione dall'agenda di Doha di questioni cruciali quali l'integrazione dei diritti sociali ed umani e delle norme fondamentali del lavoro nelle politiche commerciali; ricordando come con la ratifica del cinquantesimo stato (Palau, lo scorso 15 giugno) il protocollo sulla biosicurezza di Cartagena sarà ufficialmente adottato dalle Nazioni Unite nei prossimi 90 giorni e che questo protocollo definisce regole per l'uso di Organismi Geneticamente Modificati, nonché ha come obiettivo quello di aumentare la trasparenza sul commercio internazionale di OGM introducendo misure per la protezione dell'ambiente e della salute umana; prendendo a tal riguardo atto dell'intento annunciato da paesi quali gli Stati Uniti d'America di chiedere la rimozione della moratoria dell'Unione Europea sugli OGM dietro minaccia di una azione legale in sede OMC; sostenendo l'opportunità di integrare nelle politiche commerciali e di cooperazione anche le questioni relative alla sicurezza ed alla prevenzione dei conflitti, quali quelli generati dal commercio illegale di materie prime come previsto dagli articoli XX (a) e XXI (c) del GATT sulle "conflict exclusion" e riconoscendo l'importanza del lavoro svolto dall'Unione Europea a tal riguardo, ed in particolare sulla certificazione; ritenendo inderogabile una riforma dei meccanismi decisionali del WTO che permetta trasparenza, partecipazione e accesso all'informazione a tutte le delegazioni dei paesi membri, abolendo pratiche esclusive quali le cosiddette "Green Rooms"; sottolineando l'urgenza di un impegno forte per assicurare ai paesi in via di sviluppo strumenti e capacità tecniche per mettere in atto le politiche commerciali approvate, la cosiddetta "implementation",
impegna il Governo: MARTONE, BEDIN e altri
25 giugno 2003 |
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2 agosto 2003 ci-026 |
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al senatore Tino Bedin |