COLLI EUGANEI
Fax urgente del senatore Tino Bedin dopo la decisione del Tar
Matteoli e Urbani fermino subito l'Enel
Rischi per l'ambiente e per i soldi dei cittadini

Il senatore Tino Bedin, parlamentare dei Colli Euganei, ha inviato un fax al ministro dell'Ambiente Matteoli e a quello dei Beni culturali Urbani per richiamare urgentemente la loro attenzione sul fatto che una formalità giuridica rischia di far riprendere l'installazione dei tralicci dell'Enel nel Parco dei Colli Euganei e di creare danni irreparabili nell'ambiente. Si tratta di un sito di "importanza comunitaria", come proprio il ministro Matteoli hai ricordato poco più di un mese fa; proprio per questo il progettato elettrodotto in quest'area ha bisogno di rispettare le procedure della Direttiva 92/43/Cee, con una adeguata valutazione di incidenza: valutazione che non c'è nel progetto.
All'inizio di giugno la Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio del Veneto orientale, ha coerentemente annullato l'autorizzazione all'Enel a realizzare l'elettrodotto. Ora però il Tar del Veneto ha accordato all'Enel la sospensiva dell'annullamento, dopo che la società elettrica ha presentato ricorso contro la decisione della soprintendenza.
Il fax del senatore Bedin ai due ministri così proseguente: "Adesso l'Enel può riprendere ad innalzare i tralicci nell'area dei Colli Euganei. Credo che proprio sulla base delle convinzioni del Governo, autorevolmente espresse dai ministeri dell'Ambiente e da quello dei Beni culturali, occorre impedire questa eventualità. Il danno sarebbe gravissimo e per ripararlo poi dovrebbe intervenire la comunità a proprie spese. Sarebbe oltre che un'offesa all'ambiente, uno schiaffo ai contribuenti. La regione del Veneto si appresta a stanziare due milioni di euro per l'interramento dell'elettrodotto, ma se i lavori vanno avanti, quel finanziamento servirà solo ad abbattere tralicci già piantati. C'è anche il rischio che - visto che si viola una Direttiva europea - un ricorso a Bruxelles non solo faccia vincere chi difende l'ambiente ma costringa l'Italia a pagare".
"L'Enel - conclude il senatore Bedin - ha nel ministero del Tesoro il suo azionista di riferimento, al quale ha recentemente procurato una importante plusvalenza con la collocazione in borsa di Terna, cioè proprio della rete elettrica. Credo che l'Enel non possa disattendere la volontà del suo azionista e quindi del governo. Se qualche dirigente intende farlo, credo che il governo - sulla base delle leggi italiane e di quelle europee - abbia la possibilità di farlo recedere. Importante è farlo subito".

3 luglio 2004


4 luglio 2004
col-023
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Tino Bedin