CAMPOSAMPIERESE

RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
19 gennaio 2017
Giusy Andreoli

Camposampiero
"Medici in fuga dagli ospedali dell'Alta"
Operatori sanitari arrabbiati e delusi dopo l'accorpamento nell'Usl 6

CAMPOSAMPIERO - Un primo risultato la nuova Usl 6 Euganea lo ha già ottenuto: la fuga dei medici, la difficoltà dei rimpiazzi, il crollo della qualità. Non hanno usato giri di parole gli operatori dell'ex Usl 15, incoronata appena un anno fa la migliore d'Italia, nel descrivere la nuova situazione durante l'assemblea organizzata ieri in ospedale dalla Cgil sul futuro degli ospedalieri dopo l'accorpamento delle Usl. "Mancano 9 primari, non possiamo più sopportare che 9 primariati non vengano coperti", ha protestato il chirurgo senologo Angelo Giacomazzi, "piano piano la qualità andrà calando. Per non parlare di quello che sta succedendo: la ditta che ha vinto l'appalto per le protesi mammarie non ha i requisiti europei richiesti e così si è dovuta interrompere la fornitura. Gli apparecchi radiologici acquistati sono pessimi e ci troviamo a confrontarci con le attrezzature dei privati e ci perdiamo. Altri presìdi sono di infima qualità a causa delle gare a ribasso".
Siringhe che non funzionano, guanti da chirurgo che si rompono, dosatori di flebo che si bloccano: questo succede da quando c'è l'Azienda Zero per gli acquisti centralizzati. Per non parlare di pratiche in ritardo perché tutto deve passare per Padova.
"Al Cosma l'edicola è chiusa da prima di Natale, il bar è stato ridotto a un metro per due è dà solo alimenti freddi. Non è possibile che i 200 mila abitanti che fanno capo a Bassano abbiano una Usl al pari del Padovano, che ne ha oltre 900 mila. Andava fatta un'analisi dei bisogni e delle risorse e non spartizioni politiche, siamo stati scavalcati. Affidiamo il nostro lamento ai sindaci altrimenti non ci resta che andare in piazza perché la gente non sa cosa sta succedendo", ha concluso Giacomazzo.
"Al Centro trasfusionale siamo rimasti in 5 medici su 2 presìdi e facciamo fatica a gestire i turni", ha aggiunto il dottor Mauro Vanzelli. "In Radiologia sono andati via 5 medici, non vedono più un futuro e preferiscono altre Usl", spiega Raffaella Megna delle Rsu.
Lancia l'allarme sui reparti di neonatologia la sindaca Katia Maccarrone: "La Regione ha deliberato la classificazione dei punti nascita divisi per categorie in base ai parti e siamo stati inseriti in una fascia al di sotto delle caratteristiche reali. 1.500 parti a Camposampiero, 1.200 a Cittadella, eppure ci hanno messi nel gruppo dei 700 parti annui. Questo non consentirà più di trattare bambini sottopeso o in terapia intensiva". Maccarrone ha anche ricordato il blocco di Urt e ospedali di comunità: "Ricadute negative si avranno soprattutto sul sociale, sulla disabilità e sulle dipendenze", ha ipotizzato Alessandra Stivali, segretaria provinciale Cgil, "registriamo carenza di organico nelle aree consultoriali e materno-infantili, temiamo ci sia la volontà di destrutturarle. Daremo battaglia perché i temi socio-sanitari non rimangano confinati tra gli addetti ai lavori".

RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
19 gennaio 2017
Luca Marin

L'ospedale Pietro Cosma
"Mancano 9 primari e attrezzature adeguate"
La denuncia di un medico: "Lavoriamo ore straordinarie non pagate"

CAMPOSAMPIERO - I medici e gli operatori sanitari dell'ospedale di Camposampiero sono fortemente preoccupati del loro futuro occupazionale. La situazione presentata da un chirurgo, Angelo Giacomazzi, è al limite. "Nel nostro nosocomio mancano in organico 9 primari- spiega il medico - Inevitabilmente nei reparti interessati non esiste un adeguato controllo, con minore qualità del servizio. Disponiamo di attrezzature inadeguate e questo a vantaggio del privato. Noi tutti, medici e personale, facciamo il possibile: lavoriamo ore straordinarie non pagate ma non ce la facciamo più a supplire a delle carenze strutturali importanti. Inoltre, l'edicola è chiusa e il bar è un buco di un metro per due".
Gli stessi problemi sono stati evidenziati nel reparto Trasfusionale, dove lavorano 5 persone per i due ospedali dell'Alta, con turni massacranti, così pure in radiologia e pneumologia dove molti operatori hanno chiesto il trasferimento in altre Ulss.
La fotografia del Pietro Cosma alla luce della nascita della nuova Ulss 6 Euganea è stata scattata ieri in occasione dell'assemblea territoriale della Cgil dove hanno partecipato lavoratori, cittadini e pensionati.
Il sindaco Katia Maccarrone ha manifestato tutto il suo disappunto sulla classificazione dei punti nascita da parte della Regione che rischia di penalizzare lo storico reparto di Neonatologia. "Il nostro punto nascite è stato collocato in una fascia non adeguata - dice il sindaco- lancio un monito per rivedere la graduatoria e per non rischiare che una delle nostre eccellenze debba ridimensionarsi. E' da sempre stata una nostra specializzazione. Lo scorso anno ha registrato più di 1500 nascite. Rischia di non trattare più bambini sotto peso o con altre difficoltà".
Pragmatico il consigliere regionale Claudio Sinigaglia. "Il Cto doveva partire a novembre, il 5^ piano dell'ospedale è pronto ad accoglierlo ma il reparto non decolla - dice- La questione è seria. Ne va del destino dell'ospedale. Per quanto riguarda il futuro tante ombre. Nel 2017 l'Ulss 6 avrà 24 milioni di entrate in meno come previsto dal bilancio di previsione".
La Cgil, dal canto suo, farà il possibile per influire sulla nuova organizzazione dell'Ulss6 con alcune priorità. Tutelare i lavoratori che potrebbero essere spostati in un raggio di 50 km per mobilità; insistere sulla partenza effettiva della medicina di gruppo; potenziare le strutture intermedie come gli ospedali di comunità; insistere sul modello vincente delle deleghe dei servizi territoriali all'Ulss da parte dei Comuni e potenziare strutture consultoriali ora sotto organico.

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cs-rs-001
3 febbraio 2017
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Tino Bedin