CADONEGHE

Contributo del Partito Democratico di Cadoneghe per sostenere l'insegnamento a distanza
La lezione della diseguaglianza digitale
La scuola come comunità è indispensabile per chi ha meno opportunità: il riavvio ne dovrà tenere conto

di Tino Bedin

I consiglieri comunali di Cadoneghe del Partito Democratico e il locale Circolo del PD hanno devoluto all'Istituto comprensivo di Cadoneghe mille euro come contributo all'acquisto di dispositivi elettronici per l'insegnamento a distanza. "Auspichiamo che questa azione, oltre ad essere utile, possa essere ripresa anche da altre realtà/associazioni, ugualmente sensibili al ruolo fondamentale della scuola per la crescita delle nuove generazioni e indirettamente anche a sostegno delle famiglie più disagiate", commentano i protagonisti di questo bel segno di socialità.

La lettera agli iscritti. Ne dà notizia il segretario del Circolo Emanuele Lovato, con una lettera agli iscritti.
Tutti ci troviamo purtroppo a subire gli effetti drammatici dovuti al perdurare dell'emergenza coronavirus.
Come consiglieri comunali e come circolo del Partito Democratico di Cadoneghe ci siamo interrogati su come poter realizzare qualche azione benefica per fronteggiare le difficoltà dei nostri concittadini più deboli.
Interventi diretti a fronteggiare l'emergenza economica vengono già realizzati dal Comune, con varie azioni sia di carattere spontaneo rese possibili da donazioni e generosità private, sia di carattere istituzionale come i buoni spesa finanziati dallo Stato (€ 85.816,42), ecc.
Altre forme di sostegno a favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, e delle varie categorie sono in corso di attuazione da parte dello Stato. Abbiamo quindi pensato ai bambini e ragazzi che si trovano in difficoltà (o del tutto impossibilitati) a seguire le attività scolastiche a distanza per la mancanza di dispositivi che consentano loro collegamenti online con gli insegnanti.
Sappiamo che l'Istituto Comprensivo di Cadoneghe, oltre a fornire agli insegnanti strumenti, programmi e idonea formazione, sta provvedendo a fornire agli alunni che ne sono sprovvisti questi dispositivi in comodato d'uso (che poi vengono restituiti alla scuola).
Le necessità sono tuttavia maggiori delle disponibilità, tanto che la scuola ha in previsione di effettuare la fornitura di un consistente numero di nuovi dispostivi, necessari per la circostanza attuale, ma utili anche in futuro alla scuola per insegnare a tutti le competenze digitali di base.
Abbiamo quindi devoluto al nostro Istituto Comprensivo un contributo di 1000 euro, costituito da donazioni liberali di noi consiglieri PD, attivisti del Partito e integrato con risorse del Circolo del Partito Democratico.

Salute, economia e scuola. Ha fatto bene il Partito Democratico di Cadoneghe a scegliere la scuola quale terreno di iniziativa solidale. Il passo successivo sarà sul terreno politico, che è quello proprio dei partiti.
Pur coinvolgendo probabilmente il maggior numero di italiani (tra allievi, personale scolastico, famiglie, trasporti, mense, cartolibrerie), il tema della scuola e della sua salvaguardia durante e soprattutto dopo la pandemia viene sempre dopo quello della salute e quello dell'economia. È probabilmente inevitabile dal punto di vista delle urgenze, anche se - ad esempio - il presidente francese Emanuel Macron nell'ultimo discorso alla nazione ha insistito sulla riapertura di scuole e università, perché altrimenti il diritto allo studio non sarebbe uguale per tutti.
Su questo diritto va mantenuta alta l'attenzione e soprattutto i partiti e le istituzioni devono farsi urgentemente un quadro delle conseguenze della pandemia sul sistema formativo, perché non basterà segnare una data per la riapertura e fissare le regole per la sicurezza sanitaria. Certo, sarà un problema come mettere studenti in classi in cui la distanza dovrà essere rispettata. Si faranno turni? Quindi le scuole saranno aperte più a lungo? Quanto personale in più servirà? I costi chi li sostiene? Insomma, una prospettiva molto complicata: non la sola, però, e nemmeno la prioritaria.
L'agenda scolastica è infatti densa di incombenze: attuali, prossime e programmabili. E sono incombenze proprie, specifiche, non legate ad esigenze di altri settori. Ridurre - ad esempio - la scuola a luogo di supporto alle famiglie, quando finalmente il lavoro riprende, è un ulteriore svilimento del ruolo della funzione docente, che è la funzione essenziale della scuola: non per la scuola in sé, ma per la comunità e le persone.

I primi a tornare in classe. La lodevole scelta del Partito Democratico di Cadoneghe, ad esempio, contribuisce ad appianare una diseguaglianza, quella digitale, che la pandemia con l'istruzione a distanza ha fatto emergere. Il distanziamento sociale sta rendendo più isolati gli alunni che nella comunità fisica della scuola giorno dopo giorno trovavano supporto e risposte a situazioni di disagio familiare, sociale, di quartiere. Senza la comunità fisica questi disagi non vengono neppure incontrati e quindi non accompagnati. Le diseguaglianze sono destinate ad aumentare, fino a diventare un fossato incolmabile, tra i ragazzi che in questi mesi possono contare su una famiglia che studia con loro e i ragazzi che sono vissuti e vivono affidandosi solo alla scuola: il ricorso al digitale non li può aiutare, e non solo perché non hanno la strumentazione adeguata, ma perché il loro isolamento è più forte.
Il digitale si sta rivelando una opportunità per chi ha già opportunità. Allora si può immaginare che il riavvio fisico della formazione scolastica avvenga prioritariamente per gli allievi che hanno più bisogno, sia dal punto di vista comunitario sia dal punto di vista formativo. Se non sarà possibile avere classi di trenta studenti, bisognerà fare delle scelte: ci guida in questo la Costituzione repubblicana: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana" (articolo 3); "La scuola è aperta a tutti. (…) I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto" (articolo 34).
È questo il tempo in cui l'ascensore sociale della scuola può riprendere a funzionare. Il Partito Democratico sta dimostrando di voler premere il pulsante.

17 aprile 2020


26 aprile 2020
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Tino Bedin