AGRICOLTURA

Modifiche al regolamento del vino nella Pac 2021-2027
Vino dealcolato non è vino annacquato
Il 25 e 26 maggio gli organismi europei decideranno se si potrà togliere parte o tutto l'alcol al vino con segnalazione in etichetta

di Mariangela Ballo

"Ognuno è libero di produrre ciò che vuole ma non deve chiamarlo vino. Quello con l'aggiunta di acqua non è vino. Questa è la posizione dell'Italia". È stato chiaro e perentorio il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, chiamato dalla Commissione Politiche europee del Senato il 13 maggio scorso a illustrare le prospettive del settore del vino nell'ambito del negoziato sulla riforma della PAC 2021-2027. La precisazione cade in un contesto di allarmismi sul vino annacquato, rimbalzato da dichiarazioni non documentate, su cui il ministro ha anche fornito una spiegazione tecnica: "… Tale processo non va confuso, come erroneamente riportato nei giorni scorsi da alcuni organi di stampa, con il processo di annacquamento che, lo ricordo, è sempre vietato".
Il processo a cui si riferiva il ministro è quello di dealcolazione, cioè di sottrazione di tutto o in parte dell'alcol dal vino. In questo processo si elimina, durante la centrifugazione, anche parte dell'acqua di vegetazione, che compone il vino per l'85 per cento, acqua che viene successivamente reintegrata. Chiarito che parlare di annacquamento del vino autorizzato dall'Unione europea è sbagliato, il ministro ha ripercorso il cammino della proposta di dealcolazione, questa sì vera, partita nel 2018 dalla Commissione europea nell'ambito della elaborazione della Pac 2021-2027, per armonizzare normative nazionali già vigenti in Francia, Spagna, Portogallo e Germania. La proposta era di introdurre una nuova categoria di prodotti dealcolati, denominandoli vino, ma con la caratteristica ben scritta in etichetta.

Si deciderà il 25 e 26 maggio
Durante il Comitato Speciale Agricoltura del mese di aprile è stato proposto un compromesso, in base al quale il vino potrà essere etichettato come "dealcolato" o "parzialmente dealcolato" mentre i vini con indicazioni geografiche (Dop e Igp) potranno utilizzare solo il termine "parzialmente dealcolato". Il 25 e 26 maggio prossimi si terrà un Consiglio dell'Unione europea e, contemporaneamente, un Trilogo, cioè un incontro tra Consiglio, Parlamento e Commissione, in cui si dovrebbe arrivare alla definizione complessiva dei regolamenti della nuova Pac. "L'Italia si è sempre dichiarata contraria a tale proposta - ha detto Patuanelli al Senato - dal momento che i trattamenti di dealcolazione privano il prodotto vino di gran parte delle sue caratteristiche organolettiche e ne modificano la composizione, compromettendo, tra l'altro, il legame con il territorio. Il prodotto finale così trattato, inoltre, non è più conforme alla definizione di 'vino', stabilita dal regolamento di base, con la seguente formulazione: 'prodotto ottenuto dalla fermentazione alcolica di uve o mosti avente un titolo alcolometrico non inferiore a 8,5% di volume'".
Il ministro ha ribadito che l'Italia continuerà ad opporsi all'utilizzo del termine "parzialmente dealcolato" per i vini Dop e Igp e anche all'utilizzo dell'acqua per il ripristino dei volumi, pur essendo consapevole della difficoltà della nostra battaglia politica, poiché gli altri grandi produttori vitivinicoli, e nostri principali competitor, quali Spagna e Francia, si sono dichiarati d'accordo.

Nessuna imposizione ai viticoltori
Sulla dealcolazione è intervenuto Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo Socialisti e Democratici alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
"Noi, come Parlamento europeo, abbiamo un mandato preciso: siamo pronti a valutarne la convenienza, ma solo per i vini da tavola, non certo per quelli a Indicazione geografica. Occorre però sottolineare che nessuna norma potrà essere imposta ai viticoltori, perché la scelta finale su un'eventuale modifica del proprio prodotto rimarrà nelle loro mani, con i necessari cambiamenti dei rigidi disciplinari interni di produzione".
Inoltre si constata che produrre vino con poco o zero alcol non dispiace ad alcune associazioni di produttori, perché si aprirebbe loro un mercato ora precluso, quello di chi non beve bevande alcoliche per motivi religiosi o per scelte personali.

19 maggio 2021



20 maggio 2021
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