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Intervista al senatore Tino Bedin sulla legge sul Termalismo
Meglio caratterizzato
il prodotto termale
Il settore aspettava la normativa non tanto per sostegni economici, ma per definire con più precisione cosa è il termalismo e quali sono le finalità di queste pratiche di prevenzione e cura

Il senatore Tino Bedin ha risposto ad alcune domande del giornalista Paolo Emilio Iacovelli sulla legge di riordino del settore termale. Il testo dell'intervista è pubblicato sul numero di dicembre del mensile "Le scelte del consumatore".

"Da ora in poi la parola "terme" e quelle ad essa collegate potranno essere utilizzate solo con riferimento alla salute. Questo perché le prestazioni termali hanno il "fine di assicurare il mantenimento ed il ripristino dello stato di benessere psicofisico". Questa citazione è tratta dal comma 1 dell'articolo 1 della nuova legge sul riordino del settore termale e costituisce il perno della legge", spiega il senatore Tino Bedin. Bedin è il parlamentare del Collegio Termale dei Colli Euganei, in Veneto, e il presentatore di un articolato disegno di legge sul Termalismo, che proprio per queste due ragioni ha seguito con attenzione il percorso del provvedimento. Il Senato ha approvato il testo votato dalla Camera. "È un buon testo - sottolinea il parlamentare - anche se non ha alcuni degli elementi presenti nella mia proposta: tuttavia mi sono battuto al Senato perché si arrivasse finalmente ad avere una legge".
Gentile senatore, dopo anni di indubbia difficoltà, il settore termale cerca un rilancio. Il provvedimento è, secondo lei, in grado di favorire un recupero di imprenditorialità delle gestioni e di qualità del prodotto?
"La nuova legge nei suoi14 articoli disciplina la parte terapeutica e contemporaneamente promuove "la tutela e la valorizzazione del patrimonio idrotermale anche ai fini dello sviluppo dei territori termali". Lo spirito ed il contento della legge insomma vanno nella direzione di meglio caratterizzare il prodotto termale e conseguentemente di rendere più confrontabile la qualità dell'offerta, rendendo indispensabile un accrescimento di imprenditorialità dove questa è carente. Lungo il cammino parlamentare della nuova legge ho avuto la sensazione che proprio gli imprenditori più preparati ed avveduti sentissero l'esigenza di un quadro che li riguardasse ma che contemporaneamente offrisse garanzia agli utenti. In altre parole: è una legge che il settore termale aspettava non per aiuti economici, ma per definire con più precisione che cosa è il termalismo e quali sono le finalità di questa pratica di prevenzione e di cura. Mi pare che la legge raggiunga, per questo aspetto, l'obiettivo".
Come la nuova legge combatte il termalismo assistito, fenomeno che si è sviluppato negli anni precedenti con danno per le casse del Servizio sanitario nazionale e che ha favorito la nascita di imprese di dubbia validità scientifica?
"Certo le finalità di una legge sono importanti, ma io credo che il vero punto di forza sia l'articolo 2, quello con il quale si codificano le definizioni delle parole collegate al termalismo: esse devono da ora riferirsi a pratiche di comprovata efficacia terapeutica. In questa maniera una legge che gli operatori del Bacino Termale Euganeo, che conosco direttamente, e tutti gli altri operatori validi aspettavano da decenni, diventa non solo un riconoscimento della loro professionalità ma anche uno strumento in mano ai cittadini per evitare prestazioni inadeguate. Sotto questo profilo il vantaggio per il termalismo italiano è duplice: se ne valorizza il ruolo e contemporaneamente si evitano concorrenti scorretti.
"La conferma di questa linea si ha proprio all'ultimo articolo della legge che riguarda la pubblicità termale. Dice l'articolo: "L’autorizzazione ad effettuare la pubblicità delle terme e degli stabilimenti termali nonché delle relative acque termali e dei prodotti derivanti dalle stesse, limitatamente a quanto attiene alle cure termali, alle patologie, alle indicazioni e alle controindicazioni di natura clinico-sanitaria, è rilasciata dall’autorità sanitaria competente per territorio, sentito il parere del servizio di igiene". Ho voluto richiamarlo integralmente perché è il segnale dell'attenzione che la legge dà alla terme come terapia e della volontà che la legge esprime di qualificare definitivamente in questo settore il nostro termalismo".
Si stimano in Italia circa 320 aziende termali. Quali caratteristiche uno stabilimento deve possedere per erogare le cure? E tutte sono idonee dal punto di vista professionale per venire incontro alle esigenze dei "consumatori" delle terme?
"Come ho detto poco fa, il "cuore" della legge non è l'articolo 1 che ne indica le "finalità", ma l'articolo 2, quello delle "definizioni". Dopo aver fatto chiarezza sui termini, la legge non a caso nel successivo articolo 3 definisce gli "stabilimenti termali": questi non devono essere in regola solo dal punto di vista amministrativo, ma devono essere organizzativi in funzione della terapia. Insomma per vedersi riconosciuto, uno stabilimento termale non deve avere solo "le carte" in regola, ma deve "utilizzare, per finalità terapeutiche, acque minerali e termali, nonché fanghi, sia naturali sia artificialmente preparati, muffe e simili, vapori e nebulizzazioni, stufe naturali e artificiali", di cui siano state riconosciute "le proprietà terapeutiche", specifica una delle condizioni
"Certo non si esclude l'erogazione di prestazioni non terapeutiche: queste però, secondo la legge, devono essere praticate in locali distinti da quelli delle cure termali. Insomma se in qualche occasioni è stata posta a cura del Servizio sanitario nazionale qualche cura di bellezza, adesso sarà più difficile. Devo anche dire che questi fenomeni non possono essere generalizzati. Le imprese termali serie comunque hanno tutto da guadagnare. Anche i cittadini ne possono guadagnare e non solo per la garanzia della cura: infatti il ricorso alle cure termali, soprattutto in funzione preventiva potrà essere maggiormente esteso, dopo che si sono eliminati gli abusi".
Riqualificazione dal punto di vista sanitario: questa è una delle principali richieste degli utenti. Sorvolando sulla bontà della richiesta, come il provvedimento affronta il problema della specializzazione medica e, più in generale, dei profili professionali degli operatori termali?
"Parlando di cura termale, la nuova legge tiene conto ovviamente conto che si tratta di un tema nel quale la competenza delle Regioni non deve essere messa in discussione, proprio perché si tratta di materia collegata alla salute. Una parte importante spetta dunque proprio alle regioni e le disposizioni attuative della legge saranno emanate in collaborazione con loro.
"Per la parte di sua competenza lo Stato intende promuove la ricerca scientifica e sanitaria sul termalismo, tanto che con l'articolo 7 si prevede l'istituzione della scuola in medicina termale. Questa prospettiva potrebbe essere assai interessante per la riqualificazione di strutture pubbliche oggi scarsamente o per nulla utilizzate. E' una prospettiva che va collegata con la previsione, contenuta nell'articolo 5 della nuova legge, del trasferimento degli stabilimenti Inps alle regioni e agli enti locali. Nel territorio termale euganeo, a Battaglia Terme, ad esempio c'è un complesso dell'Inps che in un quadro di utilizzazione plurifunzionale e di gestioni associate potrebbe candidarsi come sede di questa scuola. Ricordo che proprio questo trasferimento degli stabilimenti Inps ha costituito fino all'ultimo la "mina" che poteva far saltare la legge. Siamo per ora riusciti a disinnescarla.
Sempre per quanto riguarda le competenze dello Stato, la legge prevede che entro sessanta giorni dalla sua entrata in vigore sia "disciplinato l'ordinamento didattico della scuola di specializzazione in medicina termale. Ma assai più importante è la previsione del successivo articolo 8 che equipara il servizio medico prestato presso le aziende termali accreditate al servizio presso il servizio sanitario nazionale: è una spinta formidabile alla presenza dei medici nelle strutture termali. Cito anche l'articolo 9 consolida il profilo professionale di operatore termale".
Qualità del servizio: chi garantisce, chi controlla?
"L'articolo 2 prevede che "le cure termali sono erogate a cura del Servizio sanitario nazionale". Le cure termali sono cioè parte del sistema sanitario e sulla qualità del servizio devono controllare le regioni e le aziende sanitarie locali. Va tuttavia segnalato che la legge, all'articolo 4, garantisce una qualificazione nazionale del sistema termale, attraverso accordi cui partecipano il ministero della Sanità, le regioni e le aziende termali. Mi sembra una previsione utile perché cittadino sia garantito sull'intero territorio nazionale".
Infine, senatore, turismo e salute o meglio, turismo delle zone termali. Sarà un binomio vincente?
"Mi sembra importante sottolineare nella nuova legge la definizione dei "territori termali" e l'introduzione del "marchio di qualità termale". Queste due ulteriori novità sono collegate al legame fra termalismo e turismo: anche questo legame è valorizzato dalla legge. E non si tratta solo di ragioni economiche: al fondo c'è la filosofia della qualità della vita alla quale territori come il Bacino termale euganeo, ma direi come la totalità delle zone termali italiane, stanno dando e daranno un contributo ineguagliabile.
"Il binomio fra cura termale (così come assicurata dalla nuova legge) e turismo è indispensabile anche in vista della crescente integrazione europea nel settore della prevenzione ed in generale della circolazione delle persone. E' un capitolo che meriterà un approfondimento specifico. Voglio solo ricordare che l'ormai prossimo allargamento dell'Unione Europea allargherà l'offerta termale: basti pensare alle tradizioni ungheresi in proposito. L'ambiente sarà l'offerta in più che il nostro termalismo potrà mettere sul piatto".

31 dicembre 2000


10 gennaio 2001
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