i-ab02
Quale futuro per Abano Terme? Idee per il governo della città
Lamministrazione comunale di Abano Terme ha organizzato venerdì 19 febbraio 1999 presso il Kursaal una tavola rotonda dal titolo "Quale futuro per Abano Terme? Idee per il governo della città". Tra i relatori il senatore Tino Bedin, parlamentare del collegio di Abano. Pubblichiamo il testo della sua relazione.
di Tino Bedin
Parlando di Abano, dobbiamo parlare di terme: inevitabilmente, ma non esclusivamente.
Voglio dire che la realtà termale è certamente la condizione di partenza, ma non è
l'unica. E' la base progettuale, ma non è l'unico progetto. Lo sottolineo perché serve a
circoscrivere la mia comunicazione, che - per la qualità ed il numero degli interlocutori
che l'amministrazione comunale di Abano Terme ha oggi riuniti - non può che limitarsi
schematicamente ad alcuni aspetti, che a me sembrano rilevanti ma che non sono certamente
esclusivi.
Lo sottolineo anche come metodo per la ricerca complessiva di cui questo convegno fa
parte. Il "tavolo" di partenza di questo convegno è economico: è - come ho
detto- questa la base, questa - è stato detto - è anche la novità..
Una scelta di governo. Il sottotitolo di questo convegno parla infatti di
"idee per il governo" della città. Quasi dovunque, quasi sempre, si parla di
"sviluppo" o di tutti i suoi sinonimi, lasciando intendere che il futuro di un
territorio più o meno vasto risiede principalmente nella creazione delle condizioni
economiche che consentono una crescente distribuzione di reddito. Questa è certamente una
parte del futuro al quale diversi soggetti sono chiamati a collaborare. Ma non è lo
specifico compito delle istituzioni.
Aver qui coniugato "futuro" con "governo" esprime la consapevolezza
che la condizione nella quale Abano Terme, le famiglie e le imprese, i residenti e gli
ospiti, i bambini e i loro nonni, si troveranno a vivere è certo il risultato di adeguate
scelte economiche ed infrastrutturali, ma è soprattutto il frutto della sintesi che i
"governanti" riescono e riusciranno a progettare e a realizzare. Sintesi che,
partendo da esigenze più o meno espresse, sappia trasformare queste esigenze in
opportunità.
L'offerta culturale. In questa ottica di governo mi pare di poter dire che una
delle esigenze da trasformare in opportunità per il futuro di Abano Terme è la cultura.
La cultura è oggi per Abano Terme una esigenza complessiva: dei suoi abitanti, degli
ospiti termali; è avvalorata dal ruolo che Abano è chiamata a svolgere nel territorio
provinciale e veneto.
In anni ormai lontani, nella seconda metà degli anni Sessanta, ricordo una inchiesta del
settimanale diocesano "La Difesa del Popolo" in quest'area già allora diversa e
più ricca di lavoro rispetto al resto della provincia. In quegli anni la scolarità era
bassa, le opportunità immediate di occupazione esercitavano una forte attrazione nei
ragazzi rispetto alla scuola. Certo oggi non è più così: anzi l'offerta scolastica si
è arricchita e le famiglie comprendono il valore della formazione scolastica. Ma la
trasformazione deve coinvolgere lintera popolazione. E poi la scuola, la scuola
com'è ora, risulta insufficiente, soprattutto se è sola.
Ecco un primo elemento da governare. Con la realizzazione, nell'ambito del federalismo
possibile, dell'autonomia scolastica i governanti locali hanno nuove opportunità di
interazione con la struttura formativa pubblica: nell'individuazione di percorsi formativi
certo finalizzati alle offerte di occupazione, ma anche - proprio per non limitare il
governo al solo sviluppo - destinati al complesso della popolazione.
Mi pare che Abano sia oggi in provincia di Padova fra le città che possano puntare su una
Istituzione culturale, che faccia sintesi del progetto culturale per il territorio e che
costituisca lo strumento con il quale il governo locale interagisce anche con la Scuola.
Ecco dunque come una esigenza di arricchimento culturale diventa un'opportunità di
governo complessivo. Consente infatti si partecipare da protagonisti ad una delle
innovazioni tendenzialmente più rivoluzionarie di questo periodo riformatore, quale è
l'autonomia scolastica.
Vale la pena ricordare che proprio in questo settore Abano Terme ha avuto un ruolo di
primo piano. Il Sistema bibliotecario di Abano non è stato solo il primo in ordine di
tempo, ma anche quello che ha compiuto le più interessanti sperimentazioni sia
organizzative che culturali. E poi recente laccordo di un piano culturale
comune con Montegrotto Terme: percorso questo che oltre a portare diritto al cuore
dellesigenza di cui sto parlando, ci conduce ad un altro degli aspetti sui quali
intendo brevemente trattenermi.
Questa Istituzione Culturale è poi lo strumento con il quale Abano Terme potrà
soddisfare anche esigenze peculiari della sua natura fondamentale, cioè la natura
termale. La cultura è sempre più una componente essenziale del turismo, in particolare
dell'offerta termale, proprio per le caratteristiche che questo tipo di fruitori ha
rispetto a quelli di altri settori e per la specifica organizzazione della giornata
dell'ospite.
Il bacino termale euganeo ha potuto e può godere, da questo punto di vista, di proposte
culturali esterne, sia nell'area prossima (penso all'abbazia di Praglia), sia in quella
rapidamente raggiungibile (Venezia, per tutte). Si tratta di una condizione certamente
interessante ed importante, dalla quale non solo non è opportuno uscire, ma con la quale
è utile stabilire rapporti più stretti.
Questi nuovi rapporti evidentemente si stringono se ci si limita a usufruire di proposte
altrui, dando in cambio fruitori ed ospitalità alberghiera. Sia per le sue dimensioni,
sia per il pubblico che ha potenzialmente a disposizione, Abano Terme è oggi in grado di
essere centro produttore in proprio di cultura. La dotazione di strutture, la stessa
riqualificazione urbana realizzata e progettata sono la premessa per un governo culturale
in grado sia di arricchire l'offerta termale, sia di ampliare le occasioni di incontro fra
Abano ed altri ospiti. La vicinanza a Padova, da questo punto di vista, non solo non
costituisce un ostacolo, ma addirittura rappresenta una opportunità, potendo la città
termale fare riferimento su un rilevante bacino di utenza molto prossimo.
Si tratta ovviamente di individuare lo spazio culturale più confacente con la natura e il
futuro di Abano e dell'intero bacino termale euganeo. La dimensione internazionale
dell'offerta termale euganea può essere il punto di partenza per questa ricerca, anche
nella realtà dell'Unione Europea, che sempre più costituisce una delle condizioni con le
quali confrontarsi per costruirle. Una proposta culturale centrata sulla diffusione delle
opportunità e degli strumenti per l'aggregazione popolare europea (dalla lingua, alla
multimedialità) potrebbe essere oggi la risposta ad una esigenza non solo aponense in
grado di diventare opportunità
La salvaguardia del territorio. Come per la cultura, anche per il secondo elemento
del "governo" sul quale mi soffermerò rapidamente, si tratta di far diventare
Abano sempre più protagonista attiva. Mi riferisco all'esigenza cruciale della
salvaguardia del territorio. Anche in questo caso lo stretto collegamento fra area termale
ed area euganea ha giocato e gioca un ruolo non secondario. Il Parco Colli costituisce
oggi e costituirà domani uno strumento di governo che direttamente incide nella vita di
Abano: ad esso quindi la città termale è chiamata a dare un apporto competente,
convinto, continuativo; soprattutto partecipativo, nel senso di farsi carico anche delle
limitazioni che la salvaguardia ambientale determina al di fuori del territorio comunale
aponense.
Questa idea della corresponsabilità di un'area più vasta rispetto al proprio territorio
abbisogna ovviamente di strumenti anche istituzionali aggiornati; richiede di acquisire
accanto al principio della sussidiarietà anche quello della proporzionalità, cioè
quello dell'utilizzo della dimensione più adeguata al raggiungimento di un obiettivo. E'
quest'ultimo un principio di comportamento europeo del quale, in tempi di riappropriazione
di poteri finora delegati verso l'alto, poco si parla, ma che non può andare disgiunto
dal più popolare principio di sussidiarietà se non si vuole che proprio la
sussidiarietà diventi un limite invece che una risorsa. In molte questioni ambientali il
Parco Colli appare la dimensione proporzionata al raggiungimento del fine di tutela attiva
del territorio.
Insieme con le istituzioni interessate, a cominciare dalla Regione, occorre continuare su
questa strada. Contemporaneamente però va costruita la mentalità comprensoriale tra i
cittadini, la consapevolezza della condivisione e della compartecipazione. Questa
mentalità sarà utile anche per il terzo punto sul quale intendo soffermarmi.
Resto ancora un poco sulla esigenza ambientale. Uno specifico ruolo attuale ed innovato
attraverso il Parco Colli non esaurisce comunque il "governo del territorio" da
parte del comune di Abano. C'è il territorio della città in senso stretto da
salvaguardare.
Ho ricordato, in tema di progetto culturale e lo ripeto anche per questo secondo elemento,
il ruolo che la riqualificazione del centro di Abano Terme sta svolgendo.
Pedonalizzazioni, arredo urbano, progettazioni di comparti innovativi nell'ambito di un
tessuto preesistente, costituiscono elementi destinati a riverberare il loro influsso sul
resto del territorio comunale. Meglio: occorre progressivamente rendere possibile questo
riverbero di salvaguardia, di valorizzazione per le funzioni proprie e storiche, di
riduzione delle occasioni di impoverimento ambientale sull'intero territorio di Abano
Terme. E' lo strumento perché la condizione urbana diventi la condizione prevalente del
territorio comunale: condizione urbana intesa non solo come risposta residenziale, ma
anche come capacità di attrarre i giovani a restare, gli ospiti a tornare. Il territorio
di Abano, per le sue espressioni abitative, storiche, architettoniche, religiose, di
comunicazione (penso alla ferrovia con la sua stazione), di cui è complessivamente
dotato, ha davanti a sé una esigenza di salvaguardia attiva, in grado di trasformare
tutte queste risorse in una serie di nuove opportunità. E' noto che questa consapevolezza
esiste: ad esempio, il contenzioso con l'Anas per la delimitazione del "centro
abitato" va oltre le pur giuste esigenze di organizzazione del traffico. Questa
consapevolezza potrà tradursi in un progetto complessivo, in linee-guida condivise che
evitino risposte puntuali e non coordinate.
Quali "confini" comunali? Il governo del territorio richiama
immediatamente una terza esigenza sulla quale l'approfondimento è indispensabile ed
attuale: i "confini" di questo territorio. L'esigenza di dare unità di governo
al bacino termale euganeo è avvertita da molte parti. L'idea della fusione fra i comuni
di Montegrotto e di Abano Terme è una delle risposte a questa esigenza.
Il tema è vivo in tutta la provincia di Padova, solo per restare nell'ambito che ci è
più prossimo. Il federalismo possibile, il ruolo dei sindaci, il cambiamento dei compiti
delle amministrazioni comunali stanno rendendo inadeguata la dimensione della gran parte
delle amministrazioni comunali. In prospettiva c'è il rischio che le innovazioni
apportate dalle leggi nazionali e quelle sperimentalmente vissute dai sindaci finiscano
per creare più delusioni che consensi, proprio per l'inadeguatezza dei confini comunali.
Sono personalmente convinto che uno dei temi politicamente veri che le prossime elezioni
municipali generali (che tuttavia non coinvolgeranno né Abano né Montegrotto) dovrà
essere proprio questo: il confronto con i cittadini sulle soluzioni da dare al tema della
dimensione municipale.
Si tratta infatti di costruire in tutto il territorio provinciale, e quindi anche nel
territorio termale, un percorso coerente ma sufficientemente partecipato che consenta di
soddisfare le esigenze espresse dal governo del territorio e contemporaneamente rassicuri
i cittadini sui possibili sbocchi delle fusioni o di altre soluzione sovracomunali. Anche
per quanto riguarda il bacino termale euganeo, senza ovviamente sposare una tesi
attendista ma proprio con l'intento di creare condizioni di opinione pubblica le più
favorevoli possibile, credo che le due amministrazioni comunali di Montegrotto e di Abano
siano oggi impegnate a studiare e a realizzare progressivamente il massimo possibile di
integrazione nell'offerta di servizi, ma non solo: anche la progettazione territoriale, la
partecipazione ad istituzioni sovracomunali (come il Parco Colli), dovrebbero essere
occasioni per soluzioni trovate e proposte insieme.
In questo percorso contano indubbiamente le amministrazioni comunali, ma farei torto al
principio di sussidiarietà se non ricordassi che esso deve avere molti concorrenti. Al
torneo per il governo del futuro sono chiamate a partecipare molte squadre. Comincio da
quelle che più direttamente incidono nella formazione della volontà democratica
popolare, cioè i partiti: anche per loro il punto di partenza potrebbe essere la
costituzione di rappresentanze intercomunali stabili, non a livello federativo ma
immediatamente uniche. Continuo con le associazioni professionali, con quelle sindacali,
con quelle culturali. Insomma quanti ritengono che il governo del futuro sia più adeguato
con dimensioni municipali più ampie, sono oggi chiamati a darsi organizzazione,
struttura, contenuti secondo le nuove dimensioni.
A conclusione di questo percorso: comuni e associazioni insieme sapranno individuare la
soluzione certamente più corrispondente al governo delle Terme euganee e
contemporaneamente più condivisa dai concittadini.
Il termalismo in Europa. La quarta ed ultima esigenza che mi sento di sottolineare
è collegata all'impegno prevalente che svolgo come parlamentare, cioè quello di
presidente della Commissione Europea del Senato. E' anche collegata al progetto culturale
(o ad una parte di esso) che ho messo al primo punto. Si tratta della esigenza di
governare Abano come città europea, anzi come Città termale europea.
Il termalismo non è attualmente tema comunitario. Anche il nuovo Trattato dell'Unione,
quello di Amsterdam, che entrerà in vigore nelle prossime settimane, lascia infatti la
sanità pubblica fra le materie nazionali; così come fra le materie nazionali è il
turismo.
La realizzazione dellUnione Monetaria con il suo strumento, l'euro, la competenza
crescente che in materia di scambi commerciali, di politiche fiscali, di concorrenza,
l'Unione ha assunto ed assumerà progressivamente, anche al di là della lettera del
Trattato di Amsterdam fanno però ritenere che direttamente o indirettamente le scelte
politiche, programmatiche, organizzative che Bruxelles prenderà, incideranno con sempre
maggiore profondità anche nell'organizzazione del sistema termale, sia sotto l'aspetto
curativo che sotto l'aspetto turistico-economico.
A ciò si aggiunga che l'offerta termale è oggi diffusa e contemporaneamente variegata
all'interno dell'Unione Europea. Le due condizioni, la diffusione e la varietà, esigono
da parte nostra (come parlamentare, ma anche come amministratori locali) una costante
attenzione perché le decisioni che vengono prese in Europa siano adeguate alle situazioni
prevalenti nella nostra area e non rispondano invece ad esigenze contrastanti.
Gli esempi della sottovalutazione normativa delle peculiarità italiane in decisioni
europee poi vincolanti per noi sono così numerosi e noti che non occorre farne un elenco.
Parte non secondaria dell'attività comunitaria dell'attuale parlamento e dei governi
Prodi e D'Alema è rivolta a "rimediare" per quanto possibile a quelle
sottovalutazioni.
Mi pare che oggi siamo in tempo perché il Comune di Abano e quello di Montegrotto (già
da subito insieme, come ho detto prima) individuino e realizzino gli strumenti per fare
del termalismo un tema europeo. Per far conoscere meglio il termalismo, per monitorare le
iniziative decisionali comunitarie fin dal loro affacciarsi, perché nell'ambito della
prevenzione (questa sì materia già presente nel Trattato di Amsterdam) il termalismo
diventi una risorsa per tutti i cittadini dell'Unione Europea.
Per i cittadini di oggi e per quelli che lo diventeranno nei prossimi anni. All'interno
dell'allargamento dell'Unione Europea, il cui percorso istituzionale è già iniziato, ci
incontreremo infatti anche con altre interessanti realtà termali, quelle di Budapest, ad
esempio. Anche di questo storico processo che trasformerà l'Europa, il bacino termale
euganeo può oggi cogliere l'aspetto che direttamente lo riguarda per esserne
protagonista. Anche in questo caso un'esigenza di salvaguardia, una sfida internazionali
possono trasformarsi in opportunità.
Essa sarà tanto più produttiva quanto più la prima esigenza che ho sottolineato, quella
culturale, saprà darsi contenuti e prospettive europee.
A confermare come tutto: le sottolineature che ho fatte (dalla salvaguardia del territorio
alla dimensione municipale ed europea), e le altre, certo importanti e determinanti, che
abbiamo ascoltato e che ascolteremo, tutto si lega in un governo vero, cioè in quel
metodo che fa del futuro lo spazio della persona e della sua vita, non solo l'orizzonte
della crescita economica.
19/2/1999 webmaster@euganeo.it |
![]() |
il
collegio senatoriale di Tino Bedin |