VECCHIAIA |
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Diario / MERCOLEDÌ 10 GIUGNO 2015 |
Il Forum Internazionale "Longevity is what we eat, and…?" all'Expo di Milano ![]() |
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La vita lunga è una corsa a squadre Contano gli stili di vita, ma sono indispensabili relazioni sociali e familiari |
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![]() ![]() Sono tornato all'Expo per partecipare al Forum Internazionale "Longevity is what we eat, and…?" promosso dalla Regione Marche con il contributo scientifico ed organizzativo di Italia Longeva e in collaborazione con l'Irccs Inrca (Istituto nazionale per la ricerca e la cura dell'anziano). Il professor Roberto Bernabei è direttore del dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell'Università cattolica del Sacro Cuore di Roma ed è presidente di Italia Longeva. Fa quindi gli onori di casa. L'ospite è però la Regione Marche, che all'Expo di Milano porta in uno scenario universale un modello di longevità che, da tempo, le garantisce il primato dell'aspettativa di vita in Italia che, a sua volta, è il secondo paese per aspettativa di vita nel mondo. Per promuovere le abitudini alimentari e gli stili di vita che rappresentano le strategie ottimali per candidarsi a divenire centenari, la Regione Marche ha aperto all'Expo il Longevity Check-up, i articolato su sette parametri di salute cardiovascolare che sono alla base di una vita lunga e in salute: astensione dal fumo, regolare esercizio fisico, dieta equilibrata con adeguato apporto di frutta e verdura, lotta al sovrappeso, valori di colesterolemia sotto controllo e attenzione anche alla pressione arteriosa e alla glicemia. Ma non basta, come abbiamo visto. Qui al Forum internazionale sulla longevità partecipa anche Dan Buettnel, esploratore del National Geographic, che si è specializzato nelle "Blue Zones", cioè le aree del pianeta dove una percentuale più alta della popolazione vive incredibilmente a lungo. E anche dal suo punto di vista, l'elisir di lunga vita è più completo: "Gli studi mostrano chiaramente che il fumo, l'obesità, la felicità e persino la solitudine sono contagiosi. Il segreto, in fondo, è circondarsi di amici che seguano e ci incoraggino a seguire uno stile di vita salutare. Anche dal punto di vista dell'esercizio fisico, infatti, i popoli più longevi del mondo non passano la giornata a sollevare pesi in palestra, non sono maratoneti né assidui frequentatori di circoli sportivi: piuttosto, vivono in un ecosistema familiare, lavorativo, sociale e ambientale che li induce a muoversi in continuazione, senza neanche pensarci. La strategia ottimale per la longevità sembra quindi soprattutto combattere la pigrizia e la tristezza, andare a piedi a lavoro, fare le scale invece di prendere l'ascensore". Prima di lui interviene il professor Gianni Pes, del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Sassari, che cita un primato italiano: "Non tutti sanno che è italiana la prima zona del pianeta ormai ampiamente accreditata dalla scienza come vero osservatorio internazionale sulla longevità: la prima Blue Zone. Si tratta dell'Ogliastra, la zona montuosa centro-orientale della Sardegna nella quale si registrano gli indici di sopravvivenza media più elevati al mondo, soprattutto nella popolazione di sesso maschile, e ciò in controtendenza rispetto a quanto avviene nel resto del pianeta". Gianni Pes è il promotore degli studi demografici sulle Blu Zones: le analizza ormai da oltre un decennio, assieme a Michel Poulain. Il sociologo Aldo Bonomi rincara la "dose psico-sociale" dell'elisir dei centenari: "La parola chiave è prospettiva di vita. La longevità dipende anche dal contesto sociale e dalla bellezza del paesaggio. Nelle Marche si vive più a lungo perché i marchigiani hanno saputo tenere assieme la bellezza, il contesto sociale, il territorio agricolo e l'industria. La medietà operosa insomma, rispetto alla globalizzazione, ha consentito di tutelare la coesione sociale e mantenere quel senso di comunità ancora oggi più vivo che altrove". Cita la figura del metalmezzadro, tipica però non solo delle Marche ma anche della trasformazione del Veneto e qui forse la sociologia non basta a capire per poi spiegare. |
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ve-102 5 agosto 2015 |
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