L'UMANITÀ

Diario / DOMENICA 19 OTTOBRE 2014

Roma, Piazza San Pietro - In settantamila per la sua la beatificazione
Paolo VI torna ad accompagnare i cristiani incontro al mondo
La definizione di Papa Francesco: il grande timoniere del Concilio
   In settantamila in Piazza San Pietro a Roma. Ognuno ha la sua ragione per essere qui domenica mattina ad attendere che Papa Paolo VI si affacci di nuovo dalla loggia centrate della basilica di San Pietro. Ci sono quelli che vengono dai luoghi della vita di Giovanni Battista Montini, dalla Lombardia soprattutto. Ma ci sono anche bandiere spagnole sulla piazza. Le portano persone della mia età. Una di loro racconta ad un cronista: "È stato il Papa della nostra gioventù, ma soprattutto un simbolo. Negli anni Settanta in Spagna c'era una campagna sistematica contro Paolo VI e per noi cristiani lui divenne un simbolo. È stato una della menti più brillanti della Chiesa del secolo scorso".
Sono le 10.45 quando Paolo VI "riappare".
Papa Francesco pronuncia, in latino la formula ufficiale della beatificazione: "Noi, accogliendo il desiderio del nostro fratello Luciano Monari, vescovo di Brescia, di molti fratelli nell'Episcopato e di molti fedeli, dopo aver avuto il parere della Congregazione delle Cause dei Santi, con la nostra Autorità Apostolica concediamo che il Venerabile Servo di Dio Paolo VI, papa, d'ora in poi sia chiamato Beato e che si possa celebrare la sua festa, nei luoghi e secondo le regole stabilite dai diritto, ogni anno il 26 settembre. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo".
Dalla loggia si solleva un bianco ed appare l'arazzo sul quale Paolo VI è raffigurato con le braccia aperte al mondo e con il sorriso che gli era proprio. Mancava da quel balcone da 36 anni. È mancato anche alla Chiesa, è mancato anche al mondo. Messo nell'archivio della storia, ora ritorna ad accompagnare gli uomini di allora e quelli di oggi a braccia aperte nel mondo.
Papa Francesco nell'omelia della santa messa di beatificazione trova la parola giusta per sintetizzare le molteplici esperienze di rapporto con Paolo VI di chi partecipa al rito: timoniere. "Il grande timoniere del Concilio, mentre si profilava una società secolarizzata e ostile, ha saputo condurre con saggezza lungimirante - e talvolta in solitudine - il timone della barca di Pietro senza mai perdere la gioia e la fiducia nel Signore".
Papa Francesco ha voluto che la santa messa di beatificazione di Paolo VI sia anche la santa messa conclusiva del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia. È il segno che Paolo VI è tornato: il Sinodo dei vescovi è una sua innovazione nella Chiesa e Papa Francesco non manca di ricordarlo ai fratelli vescovi presenti alla beatificazione, non come citazione storica, ma come guida all'attività sinodale: "Scrutando attentamente i segni dei tempi, cerchiamo di adattare le vie e i metodi alle accresciute necessità dei nostri giorni e alle mutate condizioni della società". Sono le parole di Papa Paolo VI nel 1965 all'avvio del Sinodo e Papa Francesco le ripete identiche nel 2014. È per lui una ragione in più per essere in piazza San Pietro.
Qui c'è anche un altro Papa, è Benedetto XVI: non ha voluto mancare il Papa emerito alla beatificazione del suo predecessore, con il quale aveva lavorato al Concilio Vaticano II, e che nel 1977 l'aveva inviato a Monaco come arcivescovo, quando aveva appena cinquant'anni e che nel giugno di quello stesso anno l'aveva nominato cardinale. Anche Joseph Ratzinger ha una ragione tutta sua di essere in qui in questa domenica mattina d'ottobre.
La mattina si conclude con l'Angelus, guidato da Papa Francesco. Anche nella preghiera mariana il Santo Padre ritorna al Beato Paolo VI. Tra l'omelia e l'Angelus conserviamo un'antologia di Papa Francesco su Paolo VI questa mattina in Piazza San Pietro. "Nei confronti di questo grande Papa, di questo instancabile apostolo, davanti a Dio oggi non possiamo che dire una parola tanto semplice quanto sincera e importante: grazie. Grazie nostro caro e amato Papa Paolo VI! Grazie per la tua umile e profetica testimonianza di amare a Cristo e alla sua Chiesa".
"Paolo VI ha saputo davvero dare a Dio quel che è di Dio dedicando tutta la propria vita all'impegno sacro, solenne e gravissimo: quello di continuare nel tempo e di dilatare sulla terra la missione di Cristo - e qui cita il discorso di Giovanni Battista Montini all'inizio del suo pontificato e poi l'enciclica Ecclesiam suam - amando la Chiesa e guidando la Chiesa perché fosse nello stesso tempo madre amorevole di tutti gli uomini e dispensatrice di salvezza".
"A questo Pontefice il popolo cristiano sarà sempre grato per l'Esortazione apostolica Marialis cultus e per aver proclamato Maria Madre della Chiesa, in occasione della chiusura della terza sessione del Concilio Vaticano II. È stato uno strenuo sostenitore della missione ad gentes; ne è testimonianza soprattutto l'Esortazione apostolica Evangelii nunziandi con la quale ha inteso risvegliare lo slancio e l'impegno per la missione della Chiesa. E questa esortazione ancora è attuale; ha tutta l'attualità".
Papa Paolo VI è tornato.

sommario

um-003
8 novembre 2014
scrivi al senatore
Tino Bedin