TINO BEDIN

Lettera dal Senato. 75 /17 agosto 2003
Taglieggiata la sicurezza sociale

Il governo si è preso i soldi degli anziani
Ai sindaci dice di arrangiarsi, magari con i volontari

di Tino Bedin

Ormai è chiaro: gli anziani italiani non devono assolutamente far conto sul governo. L'anno scorso il ministro Sirchia voleva scaricarli alle assicurazioni private; quest'anno si è subito chiamato fuori, dicendo che ci devono pensare i sindaci, possibilmente attraverso il volontariato. Insomma, deve essere chiaro che per i diritti degli anziani il governo Berlusconi non scucirà una lira. Anzi in questi due anni è andato a prendersi i soldi dagli anziani per pagarsi i "fatti suoi", come l'abolizione delle tasse sulle eredità dei miliardari. E così il fondo sociale istituito dall'Ulivo è stato ridotto nel 2003, nel 2004 e nel 2005; i livelli essenziali di assistenza sono stati limitati alla sanità, che "scarica" il prima possibile gli anziani alle famiglie e quindi ai comuni; lo stanziamento per il reddito minimo di inserimento è passato da 220 a 35 milioni di euro.
Per questo gli anziani fanno fatica a respirare, non solo per il caldo.

Il governo li considera una calamità. La condizione degli anziani, la loro vita, le loro preoccupazioni sono cose serie. Gli anziani non ne sorridono, non ci scherzano. Solo un governo come quello che ha Berlusconi per capo può farci battute.
Preso in castagna nel suo scaricabarile dalla reazione dei sindaci (Ulivo e Destra, Padania e Sicilia), il ministro Sirchia ha promesso (ha minacciato?): "Attrezzeremo attraverso la Protezione civile i servizi alternativi" per gli anziani. Manderà i Canadair a... rinfrescare la case di riposo, questo ministro che fa finta di non essere al governo? Parla infatti come uno che passa per la strada, non come uno che ha potere e quindi responsabilità. Sbugiardato dagli stessi sindaci sui soldi che il governo ha tagliato proprio all'assistenza, Sirchia ha poi proposto che i comuni mettano una tassa "di scopo" sugli anziani, mentre il suo governo ha legato mani e piedi ai comuni in materia di autonomia fiscale e non per ragioni di equità fiscale, ma solo perché aveva promesso di non aumentare le tasse. Eccoli i vecchi, secondo il ministro che la Destra ha messo al loro fianco: una calamità naturale, per la quale bisogna mobilitare i pompieri e per la quale - secondo antica tradizione - bisogna mettere una tassa speciale, come quelle "pro terremoto".

Dilapidati i loro "risparmi sociali". Come se nel corso degli anni questi nostri concittadini non si fossero già pagata, conquistata, difesa una condizioni di vita accettabile. Sono in gran parte quelli che ora chiamiamo "lavoratori precoci", ma che a 11 anni erano semplicemente già operai, "tosi" di bottega, ragazzi di stalla nella boaria del gastaldo. Oppure bambine da cucina per gli "uomini" che erano sui campi; lavoratrici di maglia a domicilio; spose e mamme esperte di bilanci familiari, che non gestivano Bot e bancomat ma uova e polenta. Per decenni hanno pagato la previdenza e risparmiato in famiglia per non dover dipendere dagli altri nella vecchiaia, come avevano visto che era toccato ai loro vecchi.
Ora ascoltano alla tv che il "loro" ministro li considera come un "disastro". Vedono che questo governo (con molte regioni) sta vendendo il patrimonio sanitario pubblico. Leggono, sentono che bisogna risparmiare sulla salute, che bisogna tagliare gli ospedali: proprio quelli a loro più comodi o più adatti.
Non è solo il caldo che toglie loro la vitalità: se l'umidità gli toglie il respiro, l'improvvisazione dei governanti gli fa mancare le forze.

Come funziona la "cura" Tremonti. Ed è una fortuna per la stragrande maggioranza di loro non leggere il "Financial Time": vi avrebbero letto infatti che il ministro delle Finanze del Giappone ha proposto di mandare i vecchi giapponesi bisognosi di cure nelle Filippine, dove strutture e personale sono nettamente più economici.
L'italiano Tremonti non è neppure stato sfiorato dal pensiero di utilizzare l'Albania. Ha provveduto in casa (con l'approvazione del collega Sirchia). Ecco qualche iniziativa del governo: il contributo dello stato per l'affitto ai bisognosi è passato da 361 milioni di euro del 2001 a 35 milioni di euro nel 2003; il reddito minimo di inserimento, di cui fruivano, in via sperimentale, circa 200.000 cittadini, vede diminuire lo stanziamento da 222 milioni di euro nel 2002 a 35 milioni di euro nel 2003; con la Finanziaria 2003 il governo ha già previsto per il 2004 un ulteriore taglio del 3 per cento dei trasferimenti ai Comuni; viene criticata e non applicata l'unica legge che va nella direzione del sostegno agli anziani, la legge-quadro sull'assistenza approvata nel 2000.

La grande ricchezza di vecchi. Anche il Veneto fa la sua parte, ad esempio, con la chiusura degli ospedali, pensata non in funzione dei cittadini ma in funzione del bilancio della regione. Una strada diversa sta percorrendo, su questa materia, la Gran Bretagna, democrazia spesso citata ma poco praticata dai conservatori italiani: qui sono già stati realizzati 21 "country hospital", ospedali di centri medi e piccoli, con la gestione diretta dei posti letto da parte dei medici di famiglia, molto utili proprio alle persone anziane. Vogliamo copiare?
Gli anziani appaiono invece una variabile indipendente - secondo i governanti veneti - rispetto ai tagli e ai ticket di cui abbisognano le casse regionali. Anche per loro l'invecchiamento della popolazione è una calamità dalla quale occorre "ripararsi".
Invece la grande ricchezza di vecchi su cui può far conto la società attuale è un cambiamento delle condizioni di cittadinanza, attorno alle quali costruire un nuovo welfare comunitario, incentrato sui comuni e indirizzato dalla regione, capace di valorizzare i cittadini, non perché non ci sono soldi, ma perché lo "stare bene insieme" si costruisce oggi più di ieri con un "capitale sociale", frutto di diversi apporti e quindi espressivo di un comunità, più ancora che con il "capitale monetario", che quest'ultima può anche procurarsi altrove.

Tino Bedin

Padova, 17 agosto 2003


23 agosto 2003
tb-068
home page
scrivi al senatore
Tino Bedin