TINO BEDIN

Lettera dal Senato. 74 /6 luglio 2003
Un compito per la Presidenza italiana

L'Europa è la pace
Una tregua mondiale per la firma della prima Costituzione dell'Unione

di Tino Bedin

Questa è stata una "settimana europea" nel Parlamento italiano e tra i cittadini. Anche al Parlamento europeo di Strasburgo si è parlato italiano più del solito (drammaticamente peggio del solito). Qui il presidente del Consiglio italiano ha (tra l'altro?!) riassunto gli impegni del Semestre di presidenza. Vi cito uno dei nodi centrali di questi mesi passati e dei mesi futuri. "Occorre che dai rapporti tra gli Stati sia bandita ogni forma di monologo in favore del più aperto, sincero e corretto dialogo", ha detto Berlusconi alla fine del periodo dedicato all'intreccio fra politica estera e di sicurezza comune e solidarietà transatlantica. Giusto: niente monologhi. Il presidente di turno dell'Unione ha subito un'occasione per dimostrare che guiderà l'Europa in una posizione di dialogo non subalterno.

Gli Usa e la Corte penale internazionale. Che cosa farà Berlusconi per rispondere all'aumento delle pressioni degli Stati Uniti sui molti paesi per impedire che ratifichino lo Statuto della Corte penale internazionale?
Si tratta di un Trattato firmato a Roma, proprio come quello della Comunità Europea. Merita di essere difeso per questo ed anche perché l'Unione Europea vi ha aderito. Merita di essere difeso perché lede la libertà di scelta di paesi che hanno già sottoscritto l'adesione all'Europa Unita: Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Slovacchia, Slovenia o che sono i prossimi membri, come la Bulgaria. A questi paesi gli Stati Uniti hanno sospeso gli aiuti militari perché si sono rifiutati di firmare i trattati bilaterali che proteggerebbero i cittadini Usa da eventuali processi di fronte alla Corte penale internazionale dell'Aja per i crimini di guerra.
Cosa proporrà la presidenza italiana? Intanto di sostituire gli aiuti militari statunitensi con aiuti militari diretti dell'Unione Europea? Si impegnerà a far dialogare gli Stati Uniti?
Non si tratta di una questione marginale. L'Europa non ha la sindrome di Amleto, come si immagina - sempre nel discorso di Strasburgo - il presidente del Consiglio italiano. L'Europa ha già scelto di essere un attore globale, solo che intende farlo con le regole che l'hanno fatta grande al proprio interno: con le regole della pace e della rassicurazione. La Corte penale internazionale è un bilanciamento della costituzione della forza di intervento rapido europeo: l'adesione europea segnala ai popoli del mondo che in primo luogo vengono i diritti e che la forza, eventuale, è per i diritti e che ogni abuso va giudicato.

Perfezionare il testo della Costituzione. La maggiore ambizione che oggi i cittadini europei hanno è di essere un popolo di pace. Attraverso la bozza di Costituzione l'Europa ne fa il primo dei suoi obiettivi. Dispiace che nella stesura conclusiva la pace non sia rimasta all'articolo 2 tra i valori fondanti: quella affermazione del resto non sarebbe stata che la fotografia di quello che è successo in Europa, all'Europa.
È ancora il presidente Ciampi ad insegnarlo agli universitari berlinesi: "All'indomani del tremendo conflitto, delle stragi orrende sui campi di battaglia e nei lager, ritornammo nelle nostre città, smesse le uniformi, noi che eravamo stati fortunati, noi i sopravvissuti, giurammo nei nostri cuori: mai più guerre fra noi. Lo giurammo... Siamo stati fedeli. Abbiamo costruito insieme, per la prima volta nella storia, una Europa unita: quest'Europa di pace".
Su questo punto la bozza di Costituzione deve essere perfezionata. E non solo per un'operazione di verità storica. Bisogna renderlo esplicito perché i passi avanti in tema di politica estera e di sicurezza comune che proprio la Costituzione europea compie, esigono che si affermi solennemente quale è lo scopo di questa politica estera, quali sono i suoi limiti. Dobbiamo rassicurare i nostri concittadini ed i cittadini del mondo che non ci mettiamo a costruire un esercito come segno di potenza, che non pensiamo ad una agenzia dell'industria della Difesa per la deterrenza planetaria. Lo facciamo perché pensiamo ad un'Europa capace di mettere a disposizione di organizzazioni internazionali e multilaterali forze utili per il consolidamento e il ristabilimento della pace.
L'Europa ripudia la guerra. L'Europa è la pace. Dobbiamo provare a scriverlo.

Fermare le armi dovunque ci sono europei. La presidenza greca ha lavorato in questa direzione. Ha sostenuto l'idea della tregua olimpica in occasione delle olimpiadi di Atene. Potremmo ampliare questa idea della presidenza greca: l'Italia lanci la proposta (e lavori perché si realizzi) che in tutti i paesi del mondo in cui ci sono militari europei in missione di pace sia rispettata una tregua in occasione della firma della Costituzione dell'Unione. Chiediamo a tutti coloro che soffrono per la guerra di partecipare, almeno per il tempo di una tregua, alla nostra scelta di pace. La politica di sicurezza e di difesa, che nella bozza di Costituzione contiene novità importanti, e la politica estera appariranno non solo agli europei ma a tutte le persone del pianeta non un'espressione di potenza, ma quello che effettivamente vogliono essere: un ulteriore strumento della pace che fonda l'Europa.

Tino Bedin

Padova, 6 luglio 2003


7 luglio 2003
tb-066
home page
scrivi al senatore
Tino Bedin