![]() |
SCUOLA |
![]() |
![]() Mobilitazione in provincia di Padova La Scuola è di tutti?! Cinque domande sul futuro della Scuola Documenti di 609 docenti e dirigenti scolastici ![]() 1) Le componenti della scuola come comunità educativa sono state realmente consultate sulla riforma? No, il metodo utilizzato (esami di Stato nella Legge Finanziaria, riforma affidata ad un disegno di legge delega) e la ristrettezza dei tempi hanno sottratto ogni possibilità di intervento e di partecipazione democratica da parte delle componenti della scuola e dello stesso Parlamento. 2) E' davvero un vantaggio ridurre a 25 ore settimanali l'orario scolastico obbligatorio? Per le elementari e le medie si delinea la scomparsa del tempo lungo e prolungato. I bambini perderanno occasioni culturali e di socializzazione e saranno affidati alla Tivù, con gravi difficoltà per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano. Ciò vale anche per le superiori, con l'aggravante dell'impoverimento della qualità dell'apprendimento nelle specifiche discipline. Il rischio è la banalizzazione e la superficialità del sapere. 3) Le 300 ore facoltative di laboratori ampliano davvero le possibilità di scelta delle famiglie? Indipendentemente dalle precisazioni tecniche che potranno sopravvenire, la filosofia di fondo è la seguente: queste ore facoltative per le famiglie sono quelle stesse scomparse dall'orario obbligatorio. Nelle 300 ore rientreranno alcune discipline che, finora, sono state garantite a tutti, poiché svolgono un ruolo fondamentale nel processo educativo. Scaricare sulle famiglie l'opzione per queste discipline ci sembra piuttosto un modo per scoraggiare o addirittura escludere gli studenti che hanno alle spalle un ambiente meno ricco e colto, o che abitano fuori sede. 4) E' utile separare radicalmente i percorsi della formazione (=avviamento al lavoro) e dell'istruzione (= i licei)? La riforma rischia di degradare la formazione professionale ad una mera acquisizione di attività pratico-lavorative. Invece, tutti i giovani dovrebbero poter fruire, almeno fino a 16 anni, di un'educazione aperta e critica. L'elasticità intellettuale è da tempo richiesta anche dalle imprese. Nessuno a 13 anni deve essere sottoposto ad una scelta così limitativa. 5) Quale spazio avranno le famiglie e gli studenti nella gestione della scuola? Il Consiglio d'Istituto si trasformerà in Consiglio d'Amministrazione (confondendo gli aspetti di progettazione educativa con quelli di gestione) dove si ridurrà drasticamente la presenza di studenti e genitori. I Consigli di classe non figurano più tra gli organi di partecipazione democratica: mancherà il più importante luogo di confronto tra studenti, famiglie e scuola. Questa riforma avvilisce il ruolo della scuola pubblica, riducendola ad una delle tante agenzie erogatrici di servizi. Una prospettiva da supermarket dell'istruzione e della formazione. Il 15 febbraio saremo in sciopero e andremo alla manifestazione di Roma. Invitiamo tutti i cittadini alla discussione, i genitori e gli studenti alla partecipazione attiva ai nostri momenti di mobilitazione. 3 febbraio 2002 |
VAI ALLA PAGINA PRECEDENTE | STAMPA LA PAGINA | VAI A INIZIO PAGINA |
5 febbraio 2002 sc-008 |
![]() |
scrivi
al senatore Tino Bedin |