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Dopo la pubblicazione dell'elenco degli istituti ammessi
La gran parte delle scuole materne della provincia di Padova ha avuto il iconoscimento della parità. Un numero non insignificante però non è passato al vaglio degli esaminatori. Della cosa il senatore Tino Bedin è stato interessato sia direttamente dalle scuole che da numerosi amministratori locali. Poiché effettivamente la questione presenta degli interrogativi, il senatore Bedin ha iniziato un'azione, i cui contenuti sono illustrati nella seguente lettera ai presidenti delle scuole materne in attesa di parità.
Gentile Presidente,
desidero aggiornarla sulle iniziative che ho assunte per fare in modo che tutte le
scuole materne padovane che hanno titoli e capacità didattica facciano parte del sistema
scolastico integrato attraverso il riconoscimento della parità.
Dopo aver seguito la procedura delle scuole che mi hanno coinvolto nella gestione della
parità, ho poi fatto verificare alcune posizioni che risultavano - a detta degli
esaminatori - incomplete e ora anche queste scuole potranno ragionevolmente vedere
riconosciuta la loro qualifica.
Resta però il problema delle numerose altre scuole per le quali gli ispettori scolastici
avrebbero rilevato un Pof inadeguato. Di questo problema ho investito personalmente il
Direttore ed il Vicedirettore generali del nuovo settore del Ministero della Pubblica
istruzione che ora segue le scuole materne paritarie. Vi ho trovato molta attenzione.
Le osservazioni che ho fatte possono essere così riassunte:
1. si tratta di scuole che operano da anni con la massima soddisfazione della popolazione
e sotto la vigilanza dei direttori didattici, soddisfatti a loro volta dei risultati
didattici ed educativi di queste scuole;
2. le eventuali carenze nella presentazione dei progetti non possono che essere meramente
"cartacee", perché i curricola scolastici sono aggiornatissimi con le ultime
normative e strettamente attinenti ai programmi ministeriali;
3. i Piani di offerta formativa presentati possono essere carenti eventualmente solo dal
punto di vista dello schema formale non del contenuto; risultano ad esempio esclusi
istituti che hanno fatto da capofila dal punto di vista didattico rispetto a scuole dello
stesso comune o della stessa congregazione religiosa che invece - e giustamente - hanno
avuto il riconoscimento di parità;
4. le domande sono state presentate il 15 luglio 2000; ovviamente i tempi necessari alla
pubblica amministrazione per mettere a punto le procedure e per esaminare la
documentazione erano lunghi (anzi occorre riconoscere al Ministero della Pubblica
istruzione di aver messo in atto le procedure ed i risultati in un tempo breve rispetto
alla complessità della materia); è altrettanto ovvio, però, che anche le scuole devono
avere i tempi necessari per fare le loro verifiche e per adeguare - se ne hanno i titoli -
la documentazione richiesta.
Lo spirito e la lettera della legge sulla parità scolastica sono del resto questi: non si
tratta più della distribuzione di un contributo a soggetti "privati", ma della
compartecipazione di istituti "paritari" ad un unico sistema scolastico
nazionale.
Seguo quotidianamente - anche in questi giorni un po'
straordinari per il mio
servizio pubblico - l'evoluzione della questione, in modo da adeguare gli strumenti per la
sua soluzione alle risposte che arrivano dagli organi ministeriali. Conto ovviamente che
accanto alla mia attività di parlamentare ci sia quella "professionale" delle
associazioni.
Grazie, gentile presidente, per il servizio che la sua scuola fa alla nostra comunità e
cordiali saluti.
Tino Bedin
Roma, 30 marzo 2001
30
marzo 2001 webmaster@euganeo.it |
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il
collegio senatoriale di Tino Bedin |