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Diario / MARTEDÌ 11 APRILE 2017 |
Le risposte di chi frequenta il "Madre Teresa di Calcutta" ![]() |
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Collegamenti e costi: problemi noti già prima della costruzione per l'ospedale della Bassa La Regione non ne riprogramma il ruolo nella nuova Ulss Euganea |
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![]() ![]() Quand'ero parlamentare della Bassa padovana ho avuto modo di seguire la lunga vicenda intitolata "ospedale unico", per questo oggi aggiorno il mio Diario con questo tema. Alla fine è stato realizzato nel 2014, ma i nodi che c'erano prima che i lavori iniziassero nel 2009 sono ancora tutti lì da sciogliere. Quello che più stringe gli abitanti è proprio il collegamento: portato fuori dai centri abitanti e lontano da essi, è ancora isolato perché il completamento della regionale è di là da venire e perché dentro le spese dell'insediamento non è stato inserito il collegamento con mezzi pubblici: considerata l'età media degli utenti (non solo i ricoverati, ma i visitatori e gli assistenti) per una struttura nata meno di tre anni è veramente una lacuna imperdonabile. Sarebbero aumentati i costi? Certo. Ma non è che il "Madre Teresa di Calcutta" costi poco. Il consigliere regionale Claudio Sinigaglia riferisce che nel bilancio di previsione 2017 dell'Ulss Euganea è prevista un'uscita di 28 milioni, soprattutto a causa della realizzazione dell'opera in finanza di progetto, cioè con soldi anticipati dai privati. Anche questo è un problema che c'era prima di cominciare e che è rimasto lì. Con l'aggravante che le condizioni sottoscritte nel 2009 non sono oggi più aderenti al corrente costo del denaro, per cui quel contratto va senz'altro rinegoziato. E sarebbe bene che la rinegoziazione fosse fatta direttamente dalla Regione nell'ambito di una trattativa globale, invece che dalla singola Ulss Euganea. Sempre lì sono poi gli ospedali dismessi di Este e di Monselice, e sempre lì sono gli ospedali di Montagnana e di Conselve, con la loro incerta destinazione. È uno spreco enorme di risorse finanziarie, ma è anche uno spreco di risorse comunitarie: i cittadini si chiedono infatti perché non si utilizzano meglio anche i siti ospedalieri dismessi, aumentando così la disaffezione verso l'ospedale unico di Schiavonia. Non vedo poi che il "Madre Teresa di Calcutta" entri in nessuna maniera nel dibattito in corso a Padova sul "nuovo" ospedale. Il dibattito è ovviamente ripreso in concomitanza con la campagna elettorale amministrativa nel capoluogo e dal punto di vista delle valutazioni di cura e di costo resta sembra un "affare dei padovani", come se fosse possibile fare progettazione e programmazione senza tenere conto dell'area vasta, nella quale non c'è solo l'ospedale di Piove di Sacco (non per merito suo, ma perché faceva parte della stessa Ulss)- Oggi che l'Ulss è unica, la programmazione ospedaliera per i padovani non può prescindere dall'insieme di risorse presenti sul territorio, da Montagnana a Cittadella, da Schiavonia e Camposampiero, da Padova a Piove di Sacco. Tocca alla Regione - titolare della programmazione e dei finanziamenti - assumere la guida di questa nuova dimensione. Non lo ha ancora fatto né politicamente né tecnicamente. L'unica cosa che ha fatto è ridurre di 26 milioni i trasferimenti regionali alla nuova Ulss Euganea rispetto alla somma trasferita nel 2016 alle tre Ulss precedenti. È prudente domandarsi se non toccherà alla Bassa padovana e al suo ospedale unico sopportare il peso maggiore di questa riduzione. |
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sal-043 15 giugno 2017 |
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