RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
23 novembre 2003
di C.Z.

L'ultimo bollettino dell'Arpav di Verona rivela una presenza sei volte superiore ai limiti massimi
"Il Fratta, un fiume di cromo"
I primi a lanciare l'allarme due anni fa sono stati i tecnici dell'Università di Bristol

Le ultime analisi effettuate dall'Arpav di Verona hanno rivelato che nelle acque del "Togna Fratta Gorzone", la presenza di cromo esavalente è almeno sei volte superiore ai limiti massimi consentiti dalla legge. Ad annunciarlo è il presidente dell'Unione Adige-Guà Giancarlo Lunardi. Va detto che in tutti i comuni dell'Adige-Guà le acque del "Togna Fratta Gorzone", non sono utilizzabili per uso irriguo in base a ordinanze in vigore da anni.
Nel frattempo, la "Sentinella dei Fiumi" la convenzione che riunisce 25 comuni di ben cinque province tra cui Castelbaldo ed Urbana, ha acquisito l'ufficialità che le mancava: la Provincia di Venezia, infatti, le ha concesso uno spazio nel suo sito internet www.provincia.venezia.it/sentinella dei fiumi.
Per primi a lanciare l'allarme che le acque del "Togna Fratta Gorzone" contengono cromo e non possono essere utilizzate per l'irrigazione è stata l'Università di Bristol, il cui centro di ricerca da due anni sta svolgendo, grazie a finanziamenti statali inglesi, un monitoraggio sui sistemi idrici. Monitoraggio che ha lo scopo di studiare i tipi di cromo presente nei fiumi.
La prima parte della ricerca, che si concluderà entro la fine dell'anno, è già stata presentata nel maggio scorso a Grenoble, in Francia.

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28 novembre 2003
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