Nonostante gli impegni e le promesse, il nuovo orario non risolve i problemi della gente e in qualche caso li aggrava Trenitalia abbandona i pendolari Proteste soprattutto nella Bassa e nell'Alta
Come prima, più di prima. Il nuovo orario ferroviario non ha eliminato i disservizi che i pendolari padovani segnalano da un anno intero alla direzione di TrenItalia. Anzi, soprattutto sulla linea Padova-Monselice-Este-Mantova, i disagi per lavoratori e studenti sono aumentati. Qualche esempio. Linea Belluno-Montebelluna-Castelfranco: centinaia di studenti universitari provenienti dall'area castellana e da Montebelluna per frequentare le lezioni nel primo pomeriggio sono privi di treni tra le 12.13 e le 14.25. E i convogli regionali che viaggiano sul tratto terminale Camposampiero-Padova sono sempre molto affollati e quasi sempre si viaggia in piedi. Linea Bassano-Cittadella: il nuovo orario, nonostante le decine di appelli inviati dai pendolari a TrenItalia e alla Regione Veneto, non ha previsto il ritorno dei treni in luogo delle sei corse auto-sostitutive che - anziché raggiungere l'Alta e il Bassanese via Camposampiero - percorrono la Valsugana. Il risultato è che spesso, a causa del traffico, i viaggiatori costretti a salire sulle corriere impiegano circa mezz'ora in più rispetto ai pendolari che viaggiano su rotaia. Tra l'altro l'ultimo autobus per Bassano è previsto alle 19.46 nei giorni feriali e alle 18.44 nei festivi. Con tale orario, nella prossima primavera-estate, i passeggeri diretti nell'Alta saranno costretti a muoversi solo prima del tramonto. Linea Padova-Monselice-Este-Mantova: è quella dove le proteste dei pendolari sono all'ordine del giorno. Da gennaio sino a pochi giorni fa sono sempre più numerosi i viaggiatori - residenti in genere nei centri dell'Estense e del Montagnanese - che protestano direttamente negli uffici dei capistazione di Padova per i ritardi accumulati dai treni locali o addirittura per alcune soppressioni decise all'ultimo minuto per motivi tecnici. A tutti costoro i dirigenti del Trasporto Locale avevano promesso di istituire più treni o di mettere a disposizione più carrozze per ogni convoglio. Durante l'anno i rappresentanti di TrenItalia hanno partecipato più volte agli incontri organizzati dai comitati dei pendolari, dallo stesso assessore veneto ai trasporti Renato Chisso e dall'assessore provinciale Mario Verza. E in tutte le occasioni hanno ribadito che i "buchi neri" registrati sulla linea Legnago-Mantova sarebbero stati eliminati. Invece il nuovo orario ha peggiorato la qualità del trasporto locale. Su sollecitazione della Regione, TrenItalia ha istituito solo un Taf (ossia un treno più lungo e quindi più capiente) al posto di un'antiquata littorina. Ma anche questa scelta si sta rivelando insufficiente. Determinati treni, poi, sono diventati più lenti e ancora più affollati visto che la domanda dell'utenza aumenta sempre di più. E' il caso del locale che parte da Este alle 6.,57 e arriva a Padova Centrale alle 7.47. Prima effettuava lo stesso percorso con dieci minuti d'anticipo. Alla mattina, dopo le 8.40, per i pendolari che devono partire dalle stazioni di Sant'Elena d' Este, Stanghella, Battaglia Terme e Abano non è più possibile utilizzare alcun treno. Infatti il regionale successivo parte alle 13.40 e chi vuole raggiungere Padova nella mattinata da queste stazioni deve per forza salire su una corriera della Sita. Così l'Assoutenti si dichiara del tutto insoddisfatta: "Gli impegni assunti da TrenItalia regionale non sono stati rispettati" dice Mario Vio, vicepresidente nazionale "con l'introduzione del nuovo orario i problemi dei pendolari non sono affatto stati risolti e anzi, in alcuni casi, sono diventati più pesanti".
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