BASSA La crisi del tessile non risparmia nessuno e colpisce quattro aziende: due a Ponso, una a Brugine e a Bovolenta per un totale di 85 dipendenti
È un fenomeno che ha assunto dimensioni preoccupanti. La crisi del tessile non risparmia nessuno. Ma non si assiste soltanto alla falcidia di piccoli laboratori contoterzisti, costretti alla resa da incontrollabili costi di produzione e di manodopera. Si arrendono anche imprese storiche, radicate da decenni sul territorio e con una grande tradizione imprenditoriale alle spalle. È il caso di due aziende di Ponso che hanno deciso di gettare la spugna. Cesseranno definitivamente l'attività a breve la Nicol Moda Srl, di via Mazzalovo, specializzata nella produzione di maglierie di media qualità, e la Elena Rossi Tricot Srl, il maglificio con sede in via dell'Artigianato. Entrambi i titolari hanno scelto di uscire di scena prima di indebitarsi fino al collo. Vorrebbero chiudere i battenti nell'arco di poche settimane. Non hanno ancora aperto la procedura di messa in mobilità del personale. Hanno preferito consultare in via preventiva le organizzazioni sindacali in maniera tale da poter siglare rapidamente un accordo. Sarà il sindacalista Paolino Vettorato, della segreteria Filtea-Cgil, a prendersi cura di entrambe le vertenze. Con la chiusura della Nicol Moda rimarranno disoccupate trentacinque operaie. La Elena Rossi Tricot lascerà invece a casa ventitre dipendenti. Date le dimensioni delle due imprese, avranno comunque diritto ad ottenere gli ammortizzatori sociali. In attesa di trovare una collocazione alternativa, le lavoratrici licenziate beneficieranno dell'indennità di mobilità contemplata dalla legge 223/91. Situazione pressochè identica quella che si sta vivendo alla Blu Project di Brugine. Anche nello stabilimento di via Leonardo da Vinci, dove sono attualmente occupate sedici dipendenti, sono stati manifestati propositi di abbandono. Laboratorio contoterzista di capi di abbigliamento di medio bassa qualità, la Blu Project si ritrova improvvisamente sprovvista di commesse. I suoi principali clienti preferiscono produrre altrove a costi inferiori. Risente infine della grave crisi dei filati la G.A.M. di Bovolenta, altra impresa che opera per conto terzi. Anche in questo caso si tratta di scelte obbligate. A spasso finiranno undici addetti.
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