RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
4 marzo 2003
di Matteo Bosco Bortolaso

RICORSO. Comuni ribelli al consorzio
Acqua, le tariffe vanno al Tar
Manca una legge: aumenti dal 3 al 30 per cento

Perché l'aumento delle tariffe dell'acqua è mediamente del 30% nella Bassa Padovana, mentre nel capoluogo si attesta al solo 3,5%? Francesco Marcato, presidente della Confservizi Veneto, tenta di fare il punto della situazione: «Ciò che serve è una cornice normativa precisa per regolare le tariffe. Abbiamo bisogno di leggi precise e, ad oggi, questa legislazione specifica non c'è. Noi confidiamo nella Regione Veneto e ci auguriamo che possa legiferare per dare garanzie e certezze ai gestori e ai cittadini, sia per quanto riguarda la qualità dell'acqua, sia per quanto riguarda le tariffe. Alcune regioni si sono già mosse, altre lo stanno facendo».
Secondo il numero uno di Confservizi, associazione che rappresenta e coordina le Imprese degli Enti Locali ed a capitale pubblico-privato del Veneto, il problema sta tutto nella mancanza di una legge regionale chiara e precisa. Posizione non lontana da quella di un altro esperto, il dottor Andrea Lolli, presidente di Federgasacqua: «La legge non è chiara e non aiuta. Bisogna puntare a una tariffa unica d'ambito e studiare un piano d'investimento unico». Ma, in questo scenario caotico, qualcuno non potrebbe approfittarne? «E' una legge imperfetta e perciò ci sono problemi - risponde Lollo - o si negozia con i sindaci, oppure si finisce a discutere al tavolo del Tar».
E al tavolo del Tar si arriverà presto: il 28 febbraio è stato presentato un ricorso sottoscritto da 14 comuni della Bassa per chiedere l'annullamento della delibera del 31 dicembre scorso dell'AATO che ha definito le nuove tariffe, con un aumento medio del 30%. L'AATO (Autorità d'Ambito Territoriale Ottimale) è un consorzio costituito da 62 comuni della provincia di Padova, 82 di Vicenza, 1 di Venezia che sovrintende il ciclo integrato dell'acqua. Il suo direttore, Vanni Carraro, precisa: «Noi abbiamo applicato il metodo normalizzato. Abbiamo inoltre tracciato dei percorsi per arrivare entro 4 anni ad un'unica area di tariffazione. Oggi infatti le aree tariffarie sono sei, tanti quanti i gestori». Ma perché gli aumenti di tariffe sono così diversi? E' vero che ci sono diversità tra area ed area ed è anche vero che le tariffe sono rimaste bloccate per due anni, restando perciò disallineate all'inflazione. Tutto questo però non giustifica una disparità così vistosa tra gli aumenti. Il motivo principale, spiega il direttore AATO, sono i mutui accesi dai comuni, che prima non pesavano sulle tariffe e, di conseguenza, nemmeno sui consumatori. E infatti sono proprio i mutui l'oggetto del contendere: il ricorso afferma che la tariffa andava costruita dopo aver verificato che i mutui dei rispettivi comuni riguardessero solo lavori di rete idrica, e non marciapiedi e strade.

VAI ALLA PAGINA PRECEDENTE | STAMPA LA PAGINA | VAI A INIZIO PAGINA


4 marzo 2003
rs-446
home page
scrivi al senatore
Tino Bedin