Protestano contro gli aumenti, ieri mattina davanti a Palazzo Santo Stefano, esponenti Ds e della Margherita "Acqua, stangata del 30%" In tutta la provincia sei bacini e altrettante tariffe. Sergio Manzato, sindaco di Stanghella, critica le scelte della maggioranza: "Una batosta soprattutto per la Bassa"
Care, fresche e dolci acque. Questo lo slogan (preso a prestito da un verso della nota poesia del Petrarca) adottato ieri da tutti gli amministratori e consiglieri Ds che hanno partecipato alla manifestazione di protesta sotto le finestre di Palazzo Santo Stefano. I diessini e alcuni politici della Margherita hanno manifestato contro la delibera della Provincia che concede il via libera definitivo agli aumenti delle tariffe dell'acqua in tutti i paesi del territorio. Aumenti decisi sia dall'assemblea dei sindaci dell'Aato Bacchiglione che dai colleghi dell'Aato Brenta. Ieri mattina in piazza Antenore c'erano il senatore Paolo Giaretta, il deputato Piero Ruzzante, il sindaco di Stanghella Sergio Manzato, il consigliere regionale Gianni Gallo, il vice sindaco di Abano Dario Verdicchio, il suo collega di Pernumia Flavio Zaramella, il consigliere comunale di Este Devis Rizzo, i consiglieri provinciali Mariano Schiavon ed Elisabetta Leban, l'assessore di Ponte San Nicolò Leone Barison e la consigliera dello stesso Comune Bertilla Schiavon. La relazione centrale è stata svolta da Manzato. "Gli amministratori provinciali - ha spiegato il sindaco di Stanghella - non hanno capito niente della legge Galli. La normativa nazionale prevedeva e prevede un Aato (Ambito acquedottistico territoriale ottimale) unico minimo in ogni provincia ed una tariffa unica. Invece sia le forze politiche della maggioranza a Palazzo Santo Stefano che gli amministratori degli Aato hanno creato sei bacini e sei tariffe diverse in un'unica provincia. La situazione peggiore si è verificata proprio nei paesi della Bassa. Le tariffe per il consumo dell'acqua, che tra l'altro è la solita e brutta acqua pescata dall'inquinato Adige, sono aumentate del 30%. Una stangata mai vista dal dopoguerra ad oggi". Tariffe alle stelle e acqua pessima, dunque. Arrabbiatissimo anche l'assessore Barison. "Sebbene Ponte San Nicolò si trovi nella cintura di Padova - ha sostenuto il portavoce della giunta guidata da Gaetano Calore - noi paghiamo le nuove tariffe adottate dal Centro Veneto Servizi di Monselice. Quindi la nostra acqua costerà un terzo di più. Purtroppo questi sono i risultati dei nuovi dorotei di Forza Italia, che oramai in tutta la provincia fanno quello che vogliono ed impongono le loro scelte impopolari anche in materia di servizi sociali". Duro anche l'intervento di Gianni Gallo e Marco Carrai: "Gli amministratori e i governanti di Palazzo Santo Stefano hanno violato lo spirito delle nuove normative nazionali - hanno detto i due diessini - La Legge Galli prevedeva il superamento della frammentazione degli enti che gestivano la produzione, la distribuzione ed il consumo dell'acqua potabile. L'Amministrazione provinciale attuale, invece, ha volutamente ignorato lo spirito della nuova legge del settore ed ha deliberato i pesanti aumenti con motivazioni assurde che non stanno né in cielo e né in terra".
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