L'aumento riguarda la Bassa e l'area del Piovese, in città invece è ridotto al 2,5% Acqua, è passata la stangata del 30% In una vibrante riunione dell'Aato deciso anche l'avvio della tariffa unica nel 2006
E' stata un'assemblea al vetriolo, che non ha risparmiato polemiche tra i sindaci e l'autorità d'ambito Aato Bacchiglione. Alla fine il costo dell'acqua aumenta, eccome. Del 30 per cento nella Bassa Padovana e nel Piovese, del 2,5 a Padova. Questo lo potranno vedere direttamente i singoli utenti all'arrivo della prossima bolletta, calcolata con i nuovi costi del servizio. E' stato inoltre fissato il termine perentorio in cui bisognerà arrivare ad una singola tariffa in tutta l'Aato: sarà il 31 dicembre 2005. Per quella data il servizio andrà in gara e sarà affidato al miglior gestore europeo, che offrirà la tariffa più bassa. Più bassa, ma la medesima, dal piovese, all'estense a Padova città. Gli aumenti servono anche per arrivare a questo. Cinque ore di "battaglia" che però hanno tracciato il futuro della gestione di un bene prezioso, l'acqua. "Per il Centro Veneto servizi, che comprende l'estense e il monselicense, e l'azienda Piovese gestione acqua, l'aumento vero e proprio sulla tariffa è del 10 per cento" chiarisce l'assessore provinciale, Domenico Riolfatto "al quale va però aggiunto un 20 per cento per lo sgravio dei mutui sugli impianti idrici da parte dei Comuni. Ques'ultimo aumento potrà quindi tornare nelle tasche degli utenti attraverso altre agevolazioni che potrà fare il singolo Comune, penso all'Ici, per essersi liberato dai canoni di interessi, passati all'Aato. La situazione è diversa per le tariffe dell'Aps". "L'aumento è minimo e fisiologico in città - aggiunge Domenico Menorello, rappresentante del Comune di Padova nel consiglio di amministrazione dell'Aato - La fascia tariffaria divisa solo per le utenze domestiche, in 5 fasce, a seconda dei consumi. Analizzando i dati con le proposte d'aumento scopriamo che la maggioranza dei padovani rientra nelle prime tre fasce, quella agevolata, la base e la prima eccedenza. Nel primo caso l'aumento sarà del 3 per cento, nel secondo del 4,4 e nel terzo calerà del 7,7. Quindi in alcuni casi si risparmierà. Viene abolito inoltre il minimo garantito per le utenze domestiche come per le attività produttive. Significa che tutti pagheranno solo l'acqua che effettivamente consumano". Decisamente arrabbiati il sindaco di Este, Vanni Mengotto e quello di Monselice, Fabio Conte. Entrambi non volevano cedere al Cvs la gestione dei propri depuratori commissionata alla Sesa (Este) e alla Siemec (Monselice). Hanno puntato i piedi contro la volontà dell'Aato, ma alla fine hanno dovuto accettare quanto deciso. "La Bassa Padovana è arrivata divisa a questo importante appuntamento - conclude Riolfatto - ho un grande rammarico personale per questo, e me ne dispiaccio. Avevamo cercato di accordarci per tutta la mattinata, ma non c'è stato nulla da fare". Le massaie però - per consolazione - devono sapere che pagheranno per migliorare il servizio. Più euro nella bolletta per bere meglio. O almeno per tentare di farlo, nell'arco di alcuni anni. Si aumenta per partire con il rifacimento completo della rete di tubature, ormai vecchia e obsoleta. Bisogna avvicinarsi allo standard europeo, in tempi ridotti. Da un'analisi con i direttori generali delle diverse aziende di erogazione, emerge un ritardo di almeno 10 anni. L'aumento generale delle tariffe inoltre andrà a finanziare la ricerca di nuove fonti idriche montane, da dove arrivi acqua più pura. La volontà è quella di servirsi sempre di meno dell'acqua dei fiumi, che deve essere purificata e spinta a pressione nelle condutture, e sempre di più d'acqua che arriva dai laghi delle montagne, scende a valle con la sua forza, ed è di qualità ottima. Le tariffazioni sono molto più complesse di quelle sopra riportate, visto che tengono conto della quantità d'acqua che mediamente ogni famiglia utilizza, che le fa sottostare a prezzi diversi. I padovani comunque noteranno a fatica l'aumento, gli altri no.
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