RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
22 dicembre 2002
di V.M.

Alta Padovana
Rivoluzione nell'acqua: la gestione
andrą al miglior offerente

La convenzione firmata a Bassano tra Ato, Seta e altri enti segna una svolta epocale per l'utilizzo del prezioso liquido

Si č consumato davanti a un notaio di Bassano del Grappa, con la firma della convenzione che regolerą i rapporti tra l'Autoritą d'Ambito Territoriale (Ato) e i gestori del servizio idrico integrato, un passaggio epocale per il bene pił prezioso di questo territorio: l'acqua.
Le autoritą hanno in pratica sancito i loro ruoli, espropriando di fatto i Comuni e quindi i cittadini, di una competenza che finora avevano sempre tenuto. Finiranno molto presto le "anarchie" su migliaia di pozzi disseminati in campagna e cittą, simbolo di libertą di prelevare l'acqua che sembrava inviolabile. Oppure gli scontri che talvolta opponevano i comuni situati sopra le ricche falde e le autoritą di bacino. In nome della globalizzazione e delle regole di mercato, sancite stavolta soprattutto dell'Unione Europea, le firme di Bassano tra Ato da una parte e Seta per Alta padovana, Brenta Servizi per Bassanese e Altopiano Spa per la zona di Asiago, dall'altra, siglano e regolano i rapporti per il futuro. Le aziende in questione, infatti, avranno ancora per soli quattro anni la gestione dell'intero ciclo integrale dell'acqua. Dopodichč il servizio sarą messo in gara e assegnato a chi in termini di efficienza del servizio, di qualitą delle prestazioni, di investimenti e costi, offrirą le condizioni pił vantaggiose. Saranno italiani, francesi, tedeschi o inglesi, poco importerą: ma sarą guerra fra pochi anni per aggiudicarsi il controllo dell'acqua.
Ovviamente il cittadino sarą sempre al centro delle attenzioni, destinatario finale del servizio. E sarą proprio il Piano Industriale dell'Ato, in fase di approvazione, a dover indicare il percorso. L'Ato Brenta, insomma, guidato da Antonio Bianchi, adesso anche sindaco di Villa del Conte, con la firma della convenzione diventa il vero protagonista della programmazione e del controllo, mentre i gestori dovranno solo preoccuparsi della qualitą del servizio. Pensando anche loro, come sembra improcrastinabile, a consorziarsi in una "multi-utility" (forse a livello interprovinciale o regionale), capace di combattere alla pari con la forte concorrenza soprattutto straniera. Infine l'atto segna il "declinio" dei Comuni, chiamati ora a fare un passo indietro rispetto alla gestione dei servizi, per essere invece protagonisti in prima linea, tramite l'Ato Brenta, nella fase di programmazione e controllo dei risultati.

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