È nata male secondo l'opposizione di Palazzo Santo Stefano la nuova Azienda provinciale "Turismo Padova Terme Euganee". "Non solo non si sono volute tenere distinte le due importanti realtà turistiche presenti sul territorio - osserva Mariano Schiavon, consigliere e capogruppo della Margherita - ma non c'è stato nemmeno il coraggio di costituire una vera e propria società per azioni, come sarebbe stato più logico". Schiavon, insieme ad Elisabetta Leban (Diesse) e a Bruno Baggio, sottolinea il fatto che l'Azienda speciale non trova il consenso del Comune di Padova e nemmeno delle amministrazioni del Bacino Termale. "È quindi un'iniziativa che nasce monca. Si è voluto insomma costituire un organismo essenzialmente politico sotto la presidenza dell'assessore Ubaldo Lonardi e con un consiglio di amministrazione composto da nove membri. Mi sembrano decisamente troppi per un ente che tra i suoi obiettivi punta ad avere un funzionamento snello ed efficace nel promuovere iniziative turistiche sul territorio euganeo".
Non basta. Secondo Schiavon, ad appesantire la nuova Azienda è anche l'istituzione di un Coordinamento operativo che, come da statuto, dovrebbe favorire lo sviluppo di segmenti emergenti come quelli naturalistico, ambientale, fluviale ed enogastronomico. "Anche qui - sottolinea il capogruppo della Margherita - si registra un eccessivo affollamento. Il coordinamento conta infatti tredici membri: due rappresentanti di Padova, della Bassa, dell'Alta e del Consiglio provinciale; uno rispettivamente della Cintura, del Parco Colli, dei comuni di Abano e Montegrotto. Infine c'è anche la presenza dell'assessore Lonardi". Ma c'è anche il problema dei fondi. "Un milione 600 mila euro sono troppo pochi - dice Elisabetta Leban - per lanciare una struttura in modo efficiente. Il nostro timore è che alla fine ognuno coltiverà il proprio orticello".