RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
6 aprile 2002
di Paolo Gabrielli

COMUNI. I sindaci padovani hanno manifestato la loro insofferenza al prefetto Gianvalerio Lombardi
"I nostri soldi sono bloccati"
Un documento contro la Finanziaria che impone di limitare le spese

Vorrebbero migliorare la qualità dei servizi, aumentare il numero dei vigili urbani, dotarsi di nuove ed efficaci infrastrutture. Ma non possono farlo a causa di alcune norme contenute nella Finanziaria che di fatto impongono loro di non superare del 6 per cento le spese sostenute nel 2000. Si sentono stretti i sindaci padovani ed hanno espresso la loro insofferenza direttamente al prefetto Gianvalerio Lombardi. Hanno però "sfondato" una porta aperta. Dal rappresentante dello Stato è infatti arrivata la massima disponibilità a portare le loro istanze nelle sedi competenti romane, e soprattutto al Ministro dell'economia. Richieste che si riassumono in un documento intitolato "Revisione delle norme sul Patto di stabilità".
L'incontro è avvenuto a Palazzo Moroni. Nella sala Anziani, con le fasce tricolori ieri mattina sono presenti una cinquantina di primi cittadini. A fare loro da portavoce sono Giustina Destro, sindaco di Padova, e quello di Rubano, Leonildo Bettio, che interviene anche nella veste di vicepresidente dell'Anci Veneto."Non siamo qui per protestare contro il governo - esordisce Bettio - ma per chiedere interventi che ci mettano nelle condizioni di rispettare le promesse fatte ai nostri elettori. Siamo pienamente responsabili dei nostri bilanci, e per questa ragione ci siamo procurati delle risorse aggiuntive che ci permettono di migliorare i servizi. Ma se la Finanziaria ci blocca le uscite, che cosa possiamo fare?". Bettio ricorda che il limite del 6 per cento è inaccettabile perché va contro l'autonomia delle amministrazioni locali. "È una vera assurdità - aggiunge il primo cittadino di Rubano - alla quale va posto rimedio in sede di conversione del decreto "salvabilanci". In pratica bisogna eliminare due commi previsti dal decreto stesso".
In particolare, nel documento consegnato al prefetto viene ricordato che vengono penalizzate le amministrazioni che, avendo adottato una oculata politica tributaria e tariffaria, dispongono di risorse finanziarie. "Proprio questi Comuni - osserva Bettio - sono bloccati nelle loro scelte e sono costretti a togliere benefici ai propri cittadini". Il documento sottolinea che quest'anno molte amministrazioni devono sostenere ulteriori oneri derivanti dall'aumento dei costi di servizi erogati da altri enti: come le rette di ricovero per anziani e disabili, e l'aumento delle tariffe stabilite dalle regioni. A maggiorare le spese contribuisce infine l'applicazione dei contratti per il personale dipendente.Ma un punto importante è il federalismo fiscale municipale. I sindaci dell'Anci avanzano una richiesta specifica soprattutto per quanto riguarda la compartecipazione all'Irpef e l'addizionale Irpef comunale. "Quegli introiti - dice - devono giungere direttamente ai Comuni e non transitare attraverso i bilanci dello Stato. Per una ragione precisa: l'operazione di trasferimento avviene infatti senza certezze e comunque mai in termini accettabili perché gli enti locali ne possano disporre con tranquillità e urgenza. Se vi sono difficoltà tecniche è l'amministrazione finanziaria che deve trovare il modo di superarle. L'informatica può tutto, basta volerlo".
Sono posizioni condivise pienamente anche da Giustina Destro che però a sua volta sottolinea "l'importanza di avviare un rapporto costruttivo con chi ci governa". Alla fine il prefetto Gianvalerio Lombardi conferma il suo impegno proponendo ai sindaci dell'Anci Veneto una serie di incontri periodici per affrontare insieme i problemi riguardanti le attività amministrative.

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22 aprile 2002
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