DIOCESI. All'incontro con i politici l'intervento di mons. Nicora, vicepresidente della commissione episcopale della comunitą europea
"Non basta una moneta per l'Europa unita"
Per il vescovo Mattiazzo č indispensabile sostenere valori e ideali, elementi culturali e religiosi
"Il rapporto tra il cristianesimo e l'Europa č ineludibile". Queste le parole del Vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo che hanno aperto ed anche tracciato i confini del convegno tenutosi ieri nelle sale di Casa Pio X dal titolo "Quale Europa?". Si tratta del secondo di una serie di tre appuntamenti promossi dalla diocesi di Padova per rispondere - dice il Vescovo - all'esigenza di avere un luogo di confronto e riflessione su temi d'attualitą per quanti sono impegnati nel mondo politico. Dopo l'incontro dello scorso 15 dicembre sulla politica al servizio dell'uomo, l'attenzione si č spostata sulla comunitą europea e sul contributo e le responsabilitą del mondo cristiano e cattolico nella nascita e crescita dell'Europa Unita.
Monsignor Mattiazzo, dopo un momento di preghiera, di fronte ad una platea nutrita e composta principalmente da politici, parlamentari e senatori, ha sottolineato come proprio la diocesi di Padova sia da tempo impegnata nel tessere e coltivare rapporti con le chiese estere: "Per costruire l'Europa Unita - spiega - non bastano la moneta unica ed un corpo politico unitario, ma sono indispensabili valori ed ideali, arricchiti da fattori culturali e religiosi che non sarebbe saggio rimuovere. La nostra cittą e la diocesi sono poi storicamente impegnate a favore dell'Europa, grazie al contributo dell'Universitą e della chiesa, attiva su diversi fronti ed in diversi paesi".
Cuore del convegno č l'ampia relazione di monsignor Attilio Nicora, delegato per le questioni giuridiche della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana e vice presidente della commissione episcopale della Comunitą Europea. Un lungo ed apprezzato intervento che ha provato a rispondere proprio al quesito posto dal titolo del convegno, "Quale Europa?". "Parliamo - ha detto - di un problema che investe cinque ambiti; l'origine dell'Europa (da ricercare nell'incontro della tradizione romana, con i popoli germanico-slavi propiziata proprio dal cristianesimo), i suoi confini (ancora incerti ad est con la richiesta d'ingresso nell'Ue di altri 12 paesi), la sua identitą (fatta della capacitą di convivenza di realtą diverse), la vigente crisi etico-spirituale e le prospettive future".
Il discorso si č quindi spostato sui valori che proprio l'Europa ha mutuato dal Cristianesimo, sulle radici comuni che proprio dal mondo cristiano traggono origine: "E' necessario che a questi valori di cui tanto si parla venga dato un contenuto in modo da poterli rilanciare e riproporre. Parliamo di valori come la dignitą inviolabile della persona, la cultura, sintesi dell'umano, del sacro e del bello; c'č poi il valore del lavoro inteso come espressione dell'uomo generatrice di progresso, la divisione tra l'ambito civile-politico e quello religioso, l'esigenza di giustizia e di ordine sociale. A questi vanno infine aggiunti la logica del servizio come finalitą ultima e limite del potere politico e la coscienza di essere popoli uniti da una stessa ispirazione religiosa".
Al termine dell'intervento di monsignor Nicora si č aperto il dibattito a cui hanno preso parte molte delle personalitą intervenute tra cui figuravano, tra gli altri, i senatori Giaretta e Bedin (Ulivo), Casellati (Cdl), gli assessori comunali Pisani, Menorello, Trevellin e Marin, l'assessore regionale De Poli, il parlamentare Ruzzante e gli ex parlamentari Boselli e Saonara (Ds).
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